ANTONINE ARTAUD
Il sogno è sempre personale, introverso. Il sogno di ognuno
di noi è una faccenda così intima…. Ma ecco che nel teatro accade il miracolo:
si trasforma il sogno personale in un sogno comune, condiviso, in cui la vita
si esprime nel suo aspetto universale. Quando andiamo a teatro ci disponiamo a
sognare insieme agli altri, pubblico e attori. E sognare insieme è bellissimo.
Produce un effetto profondo, potente,
terapeutico. “Catarsi” la chiamava Aristotele. “Che bel film, ho pianto
tanto”, diceva mia nonna.
Antonine Artaud, il grande attore e drammaturgo francese del
secolo scorso, aveva ben capito questo valore immenso e terapeutico del teatro.
“Il pensiero mi abbandona a tutti i livelli” e perciò elaborò il rivoluzionario
Teatro della Crudeltà. Voleva denunciare una società dalla “coscienza malata” e
per questo i suoi spettacoli erano per l’epoca un vero colpo allo stomaco, in
cui sognare la genialità. Un autentico “artista maledetto” e non è un caso che
fosse appassionato di Van Gogh.
Dipendente dal peyote e dall’oppio, considerato pazzo, venne
internato per nove anni in manicomio dove subì più di 50 elettroshock ma anche lì dentro non rinunciava a
sperimentare gli effetti evocativi della parola (anche solo disegnata) e
continuamente inventava e dipingeva suoni magici e forsennati. Morì solo, dopo
una dose letale del farmaco chloral, ma non è stato dimenticato. Chi vuole
provare un nuovo sogno, prima o poi passa da lui.
Nessun commento:
Posta un commento