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giovedì 27 aprile 2017

GAY

La percentuale del 7% è una media statistica e vi assicuro che mi sono tenuto sul basso. Ne potremmo discutere a lungo (a chi vuole fornirò i riferimenti bibliografici), presentandosi la sessualità umana in cento forme, “liquide” e poco definite e numerabili. Su una cosa però sono tutti d’accordo: l’omosessualità è radicata, ineliminabile, diffusa in tutte le società e in ogni tempo. Si può discutere sulla sua ampiezza, ma una percentuale di omosessuali nella popolazione esisterà sempre. Che ci piaccia o no.

Che sia chiaro insomma: quando durante il ventennio Mussolini ripeteva che “in Italia son tutti maschi” o quando pochi giorni fa il presidente della Cecenia, fortemente sospettata di torturare i  gay, negava tutto affermando che “in Cecenia il problema semplicemente non esiste”, stanno dicendo delle bestialità da un punto di vista scientifico, vere falsità.

E su un altro aspetto da più di 100 anni sono quasi tutti d’accordo (“quasi” perché isolati tentativi ci sono ancora): l’omosessualità non è “curabile”. La trasformazione di omosessuali in eterosessuali è destinata al fallimento, non avrebbe più successo il contrario. Al massimo si possono ottenere persone inibite e represse, e non saprei francamente cosa è meglio.

Non sarebbe meglio convivere? Perché non possiamo vivere in pace?









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