GAY
La percentuale del 7% è una media statistica e vi
assicuro che mi sono tenuto sul basso. Ne potremmo discutere a lungo (a chi
vuole fornirò i riferimenti bibliografici), presentandosi la sessualità umana
in cento forme, “liquide” e poco definite e numerabili. Su una cosa però sono
tutti d’accordo: l’omosessualità è radicata, ineliminabile, diffusa in tutte le
società e in ogni tempo. Si può discutere sulla sua ampiezza, ma una
percentuale di omosessuali nella popolazione esisterà sempre. Che ci piaccia o
no.
Che sia chiaro insomma: quando durante il ventennio Mussolini
ripeteva che “in Italia son tutti maschi” o quando pochi giorni fa il presidente
della Cecenia, fortemente sospettata di torturare i gay, negava tutto affermando che “in Cecenia
il problema semplicemente non esiste”, stanno dicendo delle bestialità da un
punto di vista scientifico, vere falsità.
E su un altro aspetto da più di 100 anni sono quasi
tutti d’accordo (“quasi” perché isolati tentativi ci sono ancora): l’omosessualità
non è “curabile”. La trasformazione di omosessuali in eterosessuali è destinata
al fallimento, non avrebbe più successo il contrario. Al massimo si possono
ottenere persone inibite e represse, e non saprei francamente cosa è meglio.
Non sarebbe meglio convivere? Perché non possiamo
vivere in pace?
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