LA PAZIENZA E’ AMARA
Eppure sappiamo che c’è un altro modo di vedere le cose, in cui si lascia perdere per un attimo l’obiettivo e si riflette sul “come”. Questa capacità di differire, di pazientare accantonando l’impulso che acceca, in Psicologia si è visto sin da Freud che è alla base dell’importantissimo “Principio di Realtà”, base della vera intelligenza. Senza questo diventeremmo presto matti, in balia delle pulsioni.
Di esempi se ne possono portare tanti. Uno semplice: quando un uomo primitivo aveva fame poteva avventarsi sulla prima cosa che trovava oppure accantonare per un attimo la fame e pensare: “se costruisco una trappola…”. Uno attuale: i cinesi stanno invadendo il mondo ma non certo in maniera rapida e militare, ma con molta pazienza. Ci vorranno 100 anni? 200 anni? Non importa, l‘importante è il risultato finale.
La pazienza, qualità insomma per cui sarebbe meglio educare i nostri figli, ha purtroppo degli innegabili difetti: richiede tempo, non è “spettacolare” e immediata, non sempre produce effetti visibili, a volte è faticosa e derisa. Ma quando è applicata con costanza e intelligenza i risultati arrivano. “La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce” (J. J. Rousseau)
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