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venerdì 21 aprile 2017

LA PAZIENZA E’ AMARA

Oggi parleremo di un argomento non attuale, la pazienza, una strana qualità psicologica. Virtù decisamente fuori moda (come la lealtà, la prudenza, la cavalleria etc), dato che in questi tempi frenetici si preferisce un risultato immediato, la cosa che funziona subito. Se poi, come si nota negli USA, questo funzionamento talvolta è bislacco e genera altri problemi questo non preoccupa, si cercheranno altre soluzioni istantanee. Nessun risultato? Sei un fallito, passiamo ad altri.
Eppure sappiamo che c’è un altro modo di vedere le cose, in cui si lascia perdere per un attimo l’obiettivo e si riflette sul “come”. Questa capacità di differire, di pazientare accantonando l’impulso che acceca, in Psicologia si è visto sin da Freud che è alla base dell’importantissimo “Principio di Realtà”, base della vera intelligenza. Senza questo diventeremmo presto matti, in balia delle pulsioni.
Di esempi se ne possono portare tanti. Uno semplice: quando un uomo primitivo aveva fame poteva avventarsi sulla prima cosa che trovava oppure accantonare per un attimo la fame e pensare: “se costruisco una trappola…”. Uno attuale: i cinesi stanno invadendo il mondo ma non certo in maniera rapida e militare, ma con molta pazienza. Ci vorranno 100 anni? 200 anni? Non importa, l‘importante è il risultato finale.
La pazienza, qualità insomma per cui sarebbe meglio educare i nostri figli, ha purtroppo degli innegabili difetti: richiede tempo, non è “spettacolare” e immediata, non sempre produce effetti visibili, a volte è faticosa e derisa. Ma quando è applicata con costanza e intelligenza i risultati arrivano. “La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce” (J. J. Rousseau)

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