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martedì 3 settembre 2024

I GRANCHI PORRI

Da zòvane -nel millennio scorso per intenderci- come tanti visitai Venezia, per qualche giorno. Ah che città meravigliosa, stupenda e giustamente rinomata in tutto il mondo (il 40% dei turisti stranieri viene in Italia per visitare la Serenissima, miga bae!, teniamocela cara). Mi mancava una traghettata sul Bucintoro e poi vidi tutto. Tutto!

Furono giorni incantati. Per inciso a Venezia è facilissimo perdersi, è un dedalo di vie, viuzze, calli, ponticelli… un groviglio. Una sera, guidato da amici local, sbucai in Piazza San Marco piena di nebbia e luci. Apparve davanti a me grande e incantata una delle piazze più belle del mondo. Magia, una visione stupenda, mistica. Una delle cose più belle che abbia visto in vita mia.

Farfallone amoroso com'ero, invitai tra l'altro una venexiana alta e bionda al bar per un'ombra, come loro chiamano l'aperitivo, che per tutta la sera mi raccontò delle avventure di Patty Pravo, veneziana piuttosto ehm disinibita.

In quel ritrovo mi accorsi che quanto dicono sui veneti è vero e che non sarei mai stato come loro. La serata alcoolica lì è la regola e mentre il vostro affezionatissimo sorseggiava il suo unico Spritz lei se ne fece fuori 3 o 4, Impressionante. Arrivò un conto mica da ridere, io lo guardai, esitai un attimo e lei disse subito: "FORSA MONA! TI G'HA I GRANSI PORI IN SCARSEA?". Scusa, cos'hai detto?

Traduzione letterale: "Forza stupidotto, hai i granchi porri in tasca?"

Traduzione coi sottotitoli: "sei così tirchio che non metti mai le mani in tasca per paura di trovarci i granchi!" Ah, umorismo veneziano. Paga, muto e adeguati alle usanze del luogo. Canta!

"Due gobeti una sera de note se parlavan de cose amorose e i g'aveva una mata paura che qualcuno li stesse a sentir…"

(nell'immagine il granchio porro, granchio bello grande, non molto saporito ma con chele belle taglienti!)

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