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sabato 6 aprile 2024

A COSA MI PIACEREBBE ASSISTERE

L'Anonimo Magliabechiano (o Gaddiano) è un manoscritto del 1540 che si trova nella biblioteca di Firenze ed è diviso in due parti: nella prima racconta degli artisti della Grecia antica, nel secondo di famosi e meno famosi artisti fiorentini del '300 e '400.

Dato che a volte è poco preciso, arbitrario e parla di artisti dalla dubbia esistenza è meno noto del più famoso "Le vite dei più eccellenti, pittori, scultori e architettori" del Vasari, uscito dieci anni dopo 1550 e che ottenne un più meritato successo.

Ma come spesso accade ci sono nelle pagine dell'Anonimo chicche imperdibili. Come quando parla dello scontro agli inizi del 1500 tra Leonardo e Michelangelo in una pubblica via di Firenze. Dio, come mi piacerebbe essere una moschina e assistervi dal vivo. Su, che ti costa, fammi tornare indietro nel tempo!

Sembra che le cose siano andate così: un gruppetto stava discutendo per strada sopra una terzina di Dante e non se ne veniva a capo. Passava di lì il 50enne Leonardo, riconosciuto e venerato maestro, al quale dunque chiesero un commento. Casualità, passava di lì anche il 30enne Michelangelo, artistico astro nascente. I due erano già venuti ai ferri corti per la imponente statua del David di Michelangelo, che Leonardo avrebbe voluto posizionare più defilata rispetto a dov'era stata messa.

Il genio di Vinci avrebbe esclamato: “Michele Agnolo ve lo dichiarerà egli”. Michelangelo però era un fumino e si alterò subito, rispondendo irato: “Dichiarolo pur tu, che facesti un disegno di un cavallo per gittarlo di bronzo (la statua equestre non realizzata di Francesco Sforza) e non lo potesti gittare e per la vergogna lo lasciasti stare!

Insomma stava finendo a schifìo. Per loro e nostra fortuna i due vennero separati e la cosa terminò lì (bzzzz noooo, voremo er sangue!). Dato però che erano due geni e sotto sotto si stimavano, si pungolavano a vicenda per raggiungere la bellezza assoluta e sfornarono una serie di capolavori che 500 anni dopo noi italiani viviamo ancora di rendita.

Fecero mai la pace? Ci pensò il 20enne Raffaello, che ripensava spesso ai due suoi maestri. E quando nel 1510 dipinse a Roma la scuola di Atene, ai due grandi filosofi centrali, Platone e Aristotele, diede proprio le sembianze di Leonardo e Michelangelo. Rivali ma uniti per sempre.

Quando dei geni si incontrano c'è solo da imparare.

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