COSA MI DICE DI FARE OGNI GIORNO IL DIAVOLETTO SULLA SPALLA
Sin da bambino mi sono accorto che su una spalla avevo un diavoletto, sull'altra un angioletto. Posso chiamarli in tanti modi (Apollo e Dioniso, super io e inconscio, ragione e istinto etc) ma sempre loro sono.
Il diavoletto quando si avvicina all'orecchio per esortarmi ho notato una cosa. Lui non dice nulla, il mio diavoletto canta, ha pure una bella voce. Se entrando in casa mia sentite una canzone dei Led Zeppelin o di James Brown (come in questo momento) state tranquilli che è lui che mi sta dicendo qualcosa. L'angioletto ha cercato di convincermi che è cattivo ma non ci è mai riuscito. Anzi.
Lui è carnivoro, è un giovane animale predatore, un vecchio ed esperto mercenario, agisce. Ho bisogno di lui per spazzare via il vecchio che mi ingombra, per scrollare dalle mie spalle il politicamente corretto che mi vincola. E in questo non c'è cattiveria, vi assicuro, solo necessità. Mantiene in equilibrio la mia vita, è lui che apre le finestre.
Sull'altra spalla l'apollineo angioletto ragiona con me, è molto serio e quadrato, e talvolta mi convince ma spesso che noia; il diavoletto invece non si arrende mai, ha quella forza primitiva a cui non voglio e nemmeno posso rinunciare. L'angioletto misura ma è il diavoletto che taglia.
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