TOURETTE
A 13 anni i miei
genitori mi portarono per le vacanze estive in un paesino della
Calabria, Bovalino Marina. Quanto sole! Quanto mare! Posti
meravigliosi con belle sponde, foreste incontaminate, sole, cibo e
frutta squisite. “Come fate ad invecchiare con certi colori, certi
sapori...”, chiesi un giorno e lo dicevo col cuore.
In Calabria
ovviamente ci sono i calabresi e alcuni che svergognano tutti gli
altri. Per favore, non mi fate parlare che mi comprometto.
Comunque, la storia
di cui oggi vi voglio parlare è un’altra. A Bovalino capitava di
incrociare per strada un pescatore pieno di tic irrefrenabili alle
braccia, occhi strizzati e smorfie ridicole (per chi ha studiato:
sindrome neurologica di Tourette).
Non riusciva a
controllarsi. Lui camminava e dietro di lui un gruppetto di bambini
lo seguiva canzonandolo e imitandolo. Ricordo che già all’epoca mi
sembrava crudele ma io ero il classico turista, il ragazzotto
milanese che doveva adattarsi alle usanze del posto.
Solo in una
occasione quel pescatore non si dimenava più e i tic spariti, quando
era ubriaco. Il sabato sera vagava per le strade del paese
completamente assente e calmo, sembrava un altro.
Ricordo che
vedendolo pensai: “se io fossi in lui sarei ubriaco tutti i
giorni”. Tipici pensieri che si fanno da ragazzino, quando ancora
non si conoscono le devastazioni a lungo termine che porta l’alcool.
Quel pescatore calabrese l’aveva risolta così, si prendeva una
ciucca alla settimana.
Sono passati
tantissimi anni, spero che quell’uomo abbia trovato un po’ di
pace, un neurologo che gli abbia somministrato un po’ di
serotonina. Però dubito, una volta i disabili dovevano rassegnarsi a
questa vita, a essere canzonati o restare chiusi in casa pena il
marchio sociale. So che per esempio i down in campagna spesso
venivano legati tutto il giorno ad una sedia. Raro in certi paesi
ancora oggi vedere gente in sedia a rotelle.
Dura la vita per chi
è diverso.
(nella immagine
Gilles de la Tourette, il medico che nella sua breve vita per primo
capì che era una malattia neurologica e non un comportamento
indecoroso)
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