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domenica 16 febbraio 2020

PARASITE 
(non leggete se avete intenzione di guardare questo film)

Mi ha molto stupito che questa pellicola nordcoreana, PARASITE, abbia fatto incetta di Oscar. E’ un brutto film.
Intendiamoci, la regia è curata, la colonna sonora superba, scenografia e attori molto buoni...è proprio la storia che non va. Sgangherata, ridicola, con buchi enormi e un finale rappezzato che lascia l’amaro in bocca. Una storia ridicola raccontata male. Evitare.
Il fatto che abbia vinto l’Oscar anche come “migliore sceneggiatura” fa capire quanto stanno ridendo gli americani. Secondo me i giurati infatti l’han lasciata vincere apposta: per almeno 20 anni i non americani stanno buoni o per dare fastidio ai cinesi. Come nel suo piccolo succede a Sanremo, quando si fanno vincere gruppi e canzoni dimenticabilissime. Mah, strane manovre.
(SPOILER)
Eppure nel PRIMO TEMPO il film era iniziato bene, raccontando con armonia i vari stratagemmi (casuali, astuti, crudeli) usati da una famiglia povera per intrufolarsi in una bella casa di ricchi. Il primo tempo finisce così, con la famiglia povera che festeggia e sogna il suo futuro in questa casa stupenda mentre i ricchi son via.
Nel SECONDO TEMPO però lo sceneggiatore è impazzito, anzi secondo me l’avranno sostituto con un adolescente stupidotto. Che tanto per iniziare quando la storia arriva ad un punto morto che fa? Inserisce dal niente un nuovo personaggio che abita nei sotterranei e che alla fine pugnala tutti.
Non credevo ai miei occhi: GRAVE ERRORE questo, un personaggio così importante inserito a freddo nel secondo tempo. In ogni manuale di sceneggiatura lo trovi scritto in prima pagina: la storia si articola tra gli attori presentati all’inizio senza ricorrere nel finale a Deus ex Machina, altrimenti lo spettatore si sentirà preso in giro.
La presenza del pugnalatore poi causa a cascata buchi grandi così nella storia lasciati irrisolti (a che serve l’alfabeto morse? Qual è il limite di cui si parla? Come si fa dopo una inondazione che ha distrutto tutto a presentarsi al lavoro come se niente fosse?) che il regista nordcoreano risolve nel FINALE con il solito bagno di sangue, pensando che lavi tutto. Niente affatto, le perplessità restano.
Anche Tarantino, per esempio, inserisce spesso personaggi nuovi a metà narrazione, ma lo fa in maniera armoniosa e che serve alla storia (pensiamo per esempio allo spacciatore nascosto nel bagno con la pistola in Pulp Fiction). Meritava di vincere lui quest’anno.
Vabbè, chissà che mafiamenti ci sono sotto.


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