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sabato 29 febbraio 2020


TOURETTE

A 13 anni i miei genitori mi portarono per le vacanze estive in un paesino della Calabria, Bovalino Marina. Quanto sole! Quanto mare! Posti meravigliosi con belle sponde, foreste incontaminate, sole, cibo e frutta squisite. “Come fate ad invecchiare con certi colori, certi sapori...”, chiesi un giorno e lo dicevo col cuore.
In Calabria ovviamente ci sono i calabresi e alcuni che svergognano tutti gli altri. Per favore, non mi fate parlare che mi comprometto.
Comunque, la storia di cui oggi vi voglio parlare è un’altra. A Bovalino capitava di incrociare per strada un pescatore pieno di tic irrefrenabili alle braccia, occhi strizzati e smorfie ridicole (per chi ha studiato: sindrome neurologica di Tourette).
Non riusciva a controllarsi. Lui camminava e dietro di lui un gruppetto di bambini lo seguiva canzonandolo e imitandolo. Ricordo che già all’epoca mi sembrava crudele ma io ero il classico turista, il ragazzotto milanese che doveva adattarsi alle usanze del posto.
Solo in una occasione quel pescatore non si dimenava più e i tic spariti, quando era ubriaco. Il sabato sera vagava per le strade del paese completamente assente e calmo, sembrava un altro.
Ricordo che vedendolo pensai: “se io fossi in lui sarei ubriaco tutti i giorni”. Tipici pensieri che si fanno da ragazzino, quando ancora non si conoscono le devastazioni a lungo termine che porta l’alcool. Quel pescatore calabrese l’aveva risolta così, si prendeva una ciucca alla settimana.
Sono passati tantissimi anni, spero che quell’uomo abbia trovato un po’ di pace, un neurologo che gli abbia somministrato un po’ di serotonina. Però dubito, una volta i disabili dovevano rassegnarsi a questa vita, a essere canzonati o restare chiusi in casa pena il marchio sociale. So che per esempio i down in campagna spesso venivano legati tutto il giorno ad una sedia. Raro in certi paesi ancora oggi vedere gente in sedia a rotelle.
Dura la vita per chi è diverso.

(nella immagine Gilles de la Tourette, il medico che nella sua breve vita per primo capì che era una malattia neurologica e non un comportamento indecoroso)




giovedì 27 febbraio 2020


LO SCANDALO DEL 1947

...Io me lo ricordo bene lo scandalo che ci fu nel 1947 a Milano!
...per la prima volta una macchina venne lasciata per strada di notte e non più in garage come le altre
...a dirlo sembra una stupidata ma andavamo a vederla in gruppo
...lo vivemmo come una stranezza, un piccolo scandalo di cui parlare
...in verità la strada era nostra per giocare
...cosa diavolo ci faceva una macchina ferma per strada
...ma fu solo la prima, nel giro di poco tempo furono sempre di più
...e oggi i bambini non possono più nemmeno giocare per strada
...e ogni anno è sempre peggio e non si trova nemmeno parcheggio, bisogna girare i quarti d’ora
...noi non ce ne rendiamo conto ma in questi anni c’è stata una vera alluvione di macchine!



mercoledì 26 febbraio 2020

C’E’ UN LIBRO CHE DA RAGAZZO TI FACEVA SCHIFO MA CHE POI DA ADULTO HAI RIVALUTATO?
I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
A 15 anni, quando studiavo dai preti, fu il libro di testo obbligatorio per tutto l’anno, certe pagine dovevamo impararle addirittura a memoria e ripeterle a comando, pena l‘insufficienza grave. Inutile dirvi che lo trovavo pomposo, ipocrita, noioso. Una vera tortura. Ricordo che una sera in camera lo presi a calci, ‘sto libro demmerda.
Poi lo rilessi per caso da adulto e scoprii che, sorpresa, non era affatto malaccio. Intendiamoci, certi aspetti rimanevano assai negativi: lunghe e contorte descrizioni, ruolo semplicistico della Provvidenza, villici lombardi che parlavano toscano. Ma la trama era coinvolgente, l’ambientazione storica accurata, i personaggi azzeccati (Don Abbondio se lo ricordano tutti). Piacevole insomma.
Oddio, non era certo il capolavoro che si diceva -mamma mia le prime tre pagine, che bruttura- ma nemmeno quella schifezza che pensavo, dai, si faceva leggere. Per essere un romanzo dell’800 era buono anche se non eccezionale: per intendersi Manzoni rispetto a Dostojevsky manco le scarpe gli allaccia.
Ne dedussi una teoria: se vuoi far odiare un libro a un ragazzo il modo migliore è OBBLIGARE costui a leggerlo. Sinora ho visto che per la maggior parte dei casi funziona. L'adolescente svilupperà una vera avversione e da adulto lo toccherà solo con due dita, come le cose schifose.
E per farlo amare? Qui la faccenda è più sfumata. In genere potresti farti vedere quando lo leggi e te lo godi, ma non è detto funzioni. Oddio magari gli spunta la curiosità, di certo funzia meglio che costringerlo, i giovani non amano gli obblighi.
Perché ne parlo adesso? In questi giorni ho sentito parlare di peste ed untori e in questo libro si affronta estesamente l’argomento, in maniera mi sembra più seria dei contemporanei.


lunedì 24 febbraio 2020

CHERNOBYL
La sera del 26 aprile 1986 ero a casa di amici, si discuteva del più e del meno e improvvisamente il TG mostrò scene di un disastro apocalittico: in Ucraina, in un paesino di nome Chernobyl, era scoppiato un reattore nucleare. Peggio di una bomba atomica.
Fu una esplosione talmente grave e visibile che non fu possibile nasconderla. E dato che i venti spingevano le radiazioni verso l’Europa, il panico in poche ore si diffuse in tutto il continente. Tutti preoccupatissimi per le conseguenze nucleari.
Ne giorni seguenti poi scoppiò il panico nella popolazione. Tutti rintanati in casa, scuole chiuse, mascherine, assalto ai supermercati (aspetta...ma no, è diverso).
Qualche donna incinta addirittura abortì, temendo le peggio mutazioni. Ricomparvero i film di Godzilla -come sempre accade quando il nucleare fa capolino- e il film “The day after” che fece scalpore.
Malgrado le fonti ufficiali all’inizio tendessero a minimizzare, alla fine ammisero che in effetti sì, qualche problemino con le radiazioni forse c’era: meglio evitare per qualche tempo insalate, verdure a foglia larga (che prima di Chernobyl manco sapevo cos’era), latte, frutta maturata all’aria aperta, pesce fresco etc.
Si impediva così il pericolo che tra 20 o 30 anni insorgesse il tumore alla tiroide. Mai mangiate così tante scatolette come in quei giorni. Poi nel giro di un mese passò tutto e si tornò alla normalità.
L’anno dopo, sull’onda dell’emozione, ci fu il referendum che sancì per sempre l’abbandono dell’energia nucleare in Italia.
A distanza di tanti anni però mi chiedo: quali effetti ha avuto sulla mia vita Chernobyl? A livello pratico penso nessuno. Il tumore alla tiroide non mi è venuto e in Ucraina non sono comunque mai andato.
Ah no aspetta, mia sorella Matilde all’epoca studiava Fisica all’Università (nota facoltà filonuclearista) e raccontava che lì dentro erano tutti nervosi e inkzati, anni di lavoro in fumo.
Un professore vagava per il corridoi sbraitando contro gli italiani, che avrebbero comprato e pagato a caro prezzo l’energia prodotta dalle centrali francesi (cosa che poi effettivamente successe).
Ma a parte il lato economico non ricordo ci siano state per me (per me) altre conseguenze, eppure era una cosa che all'inizio sembrava enorme e faceva paura!
Ah, mi è rimasta la diffidenza per le verdure a foglia larga: cavolfiori, cavoli, spinaci. Vade retro!


UN SOSPETTO

Il panico legato al Coronavirus conferma un mio sospetto: c'è gente che specula sulla salute.
Adesso se ne sono accorti anche gli altri.


CORONAVIRUS, ISTERIA COLLETTIVA
Come è difficile restare calmi quando tutti impazziscono.
Come è inutile cercare di essere ragionevoli e dire "guardate che le cose stanno così e cosà"
Come è una corsa ad ostacoli informarsi correttamente.
Alla fine, come dice Gaber, aspettando la primavera (quando passerà tutto) viene voglia di allontanarsi in campagna e dire dispiaciuti "Fate un po' come cazzo ve pare".

Opinione personale: grazie ai mass media si è scatenato in noi riguardo al coronavirus uno Stato di Paura che ha causato isteria collettiva, con tutte le note conseguenze del caso (isolamento, supermercati vuoti, caccia all'untore per cui la Lega vincerà con percentuali bulgare)
Come spiegano i virologi, abbiamo finito per scambiare una forte influenza per una pandemia globale. Non è così che ci estingueremo.
Le previsioni dell Mago Tartaro: dopo un mese di pazzia e 1/200 morti strombazzatissimi arriverà la primavera e il virus sparirà. Una sola raccomandazione mi sento di dare: colpendo l'influenza i polmoni, chi li ha già deboli perché debilitato o soffre per esempio di asma, stia più accorto.
In aprile spero che qualcuno abbia poi l'onestà di chiedersi, soprattutto vedendo l'economia già traballante andata a rotoli: ma non è che abbiamo esagerato?
(nei due riquadri: come stanno le cose)



domenica 23 febbraio 2020

TROVATA!
Vi avevo chiesto una foto della processione carnevalesca sui carri ma voi siete cattivi e non me la date (la foto).
E' possibile che non sia rimasta nessuna testimonianza visiva di quanto eravate simpatici e carine nei vostri abitucci fantasiosi? Di quei momenti di festa? Della gioia che univa una nuova comunità?
A quanto pare sì ma il Tartaro non demorde. Cerca che ti ricerca, scava e riscava, alla fine ho riesumato una allegra testimonianza di quei momenti. Eccoti qua, lo sapevo che c'eri.
Notare in prima fila i Papa Boys che danzano sotto l'effetto di strane sostanze, e in centro attempati signori che si divertono in abiti che non possono esistere nella realtà. Sembra di sentire i loro canti carnascialeschi e profani,
Dove sta sfilando l'allegra comitiva? Penso dalle parti di viale Ungheria ma non ci giurerei. Comunque tutto torna: la sfilata, il quartiere, gli abiti strani, le danze sfrenate, i canti...questo è il gioioso carnevale ambrosiano!

UN CARNEVALE DIMESSO
Con tutte le notizie sul nuovo virus con annesse raccomandazioni di stare a casa per evitare contagi, mi sa che il Carnevale 2020 non sarà uno di quelli esplosivi.
Molti rimarranno confinati tra quattro mura e mi dispiace soprattutto per i bambini, che magari volevano esibire a tutti i loro costumini, da Zorro alla Fatina. Mi chiedo come lo spiegheranno i genitori ai loro delusi figli piccoli, poveri.
Il quartiere Forlanini, correggetemi se sbaglio, non ha del resto mai avuto una grande tradizione di festeggiamenti per il carnevale. Non ricordo processioni o sfilate. Chi voleva fare baldoria doveva andarsene in centro.
Forse nelle Parrocchie e nelle Scuole si organizzava qualcosa, feste con torte stelle filanti e trombette, per il resto si stava tranquilli, anche se per strada si combatteva a colpi di coriandoli.
Il ricordo più dolce che ho, sono proprio le strade che per un paio di giorni erano ricoperte di multicolorati coriandoli. Ah, e il mio costume da cowboy 
(chi ce l’ha, posti una foto col suo costume preferito, a perenne memoria per i posteri)

CONTRO ORDINE COMPAGNI
Contro ordine compagni, ritiro ciò che dissi ieri sul post del Carnevale, in cui esprimevo scetticismo sulla presenza dei carri carnevaleschi nel mio quartiere d'infanzia. Mai visti.
E invece no. Ho appena parlato con una anziana abitante del quartiere che me l'ha confermato. Ma lasciamo a lei la parola.
"Don Piero, il nostro parroco, aveva molti amici all'Ortomercato. In occasione del Carnevale fin dai primi anni '70 chiamava quelli che avevano i carrelli più grandi, i cosi...come si chiamavano...i muletti. Ci facevamo salire sopra i bimbi vestiti che gettavano coriandoli a tutti e si faceva il giro per via Mecenate, via Zante, via Zama etc."
"Un bel giro largo!"
"Sì, toccavamo un poco tutte le vie. Poi al ritorno tutti in un locale della parrocchia, dove in un angolino io friggevo un quintale di frittelle e la festa continuava. Erano feste molto povere a pensarci adesso."
"In che senso povere?"
"Non c'erano nemmeno i soldi per una aranciata, solo acqua! Però quanto ci divertivamo!" 

venerdì 21 febbraio 2020


L'OMBRA DELLO SCORPIONE
In questi giorni di psicosi collettiva per il coronavirus, la mente di molti di noi torna a "L'ombra dello scorpione" di Stephen King, un romanzo che descrive quella iniziata come una banale influenza e che uccide il 99,4% della popolazione mondiale.
Lo so, sono strano, ma in certi momenti oggi mi sembra di rivivere certe pagine del libro. King racconta anche quello che succederà ai pochi superstiti. Una immaginazione grandiosa.
Personalmente lo ritengo uno dei vertici di King, fra i suoi tre romanzi migliori. Se vi capiterà di leggerlo (lasciate perdere il film, è una ciofeca), capirete perché le notizie su questa influenza vi sconvolgono così tanto.Mi raccomando, edizione integrale.
"Amico, non credere a tutto quello che dicono i giornali."


L'OGGETTO MISTERIOSO
(da Repubblica del 21.2.2120)
Scavando nei dintorni della antica piazza Ovidio a Milano, gli archeologi hanno trovato questo oggetto misterioso. E' un piccolo cilindretto di plastica nero, vuoto, ricoperto da un tappo di plastica chiaro.
Accurate misurazioni al carbonio 14 l'hanno fatto risalire agli ultimi anni '70 del millennio scorso, ma ignote rimangono destinazione e uso.
I filologi ritengono sia un contenitore di monetine e carta moneta, ma sono in molti a contestare tale ipotesi, vista la scomodità nell'uso. Il fatto che sia stato ritrovato vicino alla demolita chiesa di San Nicolao della Flue ha suggerito che fosse un contenitore di ostie sconsacrate, destinato come suggerisce il colore alle messe nere.
Oppure, suggeriscono altri studiosi della storia del Forlanini, poteva avere una mistica funzione in qualche cerimonia tipica di quegli anni, come la Festa-in-Casa o la Gita-Scolastica il Cineforum (che ancora non si è capito di cosa si tratti).
Il contemporaneo ritrovamento di decine di esse vicino alle rovine di un negozio di ottica (una volta si portavano i ridicoli occhiali) e fotografia (le antenate delle immagini olografiche) ha fatto ipotizzare che fosse legato, in qualche via ignota, a quel mondo.
Il mistero permane.


mercoledì 19 febbraio 2020

IL PRIMO STEREO
Nel 1973 la famiglia Iezzi, in via Pecorini 4, fu la prima in quartiere a dotarsi di un impianto stereo Hi-Fi, high fidelity -cioé Alta Fedeltà, che riproduceva fedelmente la musica-.
Per giorni io e i miei amici facemmo il pellegrinaggio in casa dei fratelli Iezzi, Massimo e Maurizio, e ascoltammo tutti i dischi del mondo con quel mega impianto. Che potenza! Anche a volume alto distorceva pochissimo! E i bassi facevano vibrare la panza!
Ricordo ancora Così Parlò Zarathustra sul loro impianto con il suo crescendo entusiasmante sentito con la finestra aperta, roba da pelle d’oca (e qui una lacrimuccia scende). Tempo pochi mesi l’Hi-Fi ce l’avevano tutti, ma diamo a Cesare ciò che è di Cesare, gli Iezzi furono i primi.
All’epoca del resto gli impianti stereo costavano un botto, erano enormi e rari, se li potevano permettere in pochi. Ma la ditta Europhon ebbe la genialata di produrre un modello di Hi-Fi a basso costo e dal buon design, che vendette come il pane.
Per curiosità sono oggi andato a cercare il nome Europhon, dato che è un po’ che non lo sentivo. Ho scoperto che purtroppo è fallita ed è stata assorbita dai tedeschi. Associata a prodotti di basso costo, non seppe rinnovarsi e non riuscì a sopportare l’ondata dei prodotti asiatici negli anni ‘80 e ‘90.
Ma ho fatto anche altre scoperte stupefacenti:
1.la Europhon era una ditta italiana, italianissima!
2.la sua sede era a Milano!
3.e il suo centro di produzione in via Mecenate 86!
Today my room, tomorrow the world.


lunedì 17 febbraio 2020


IL LATO OSCURO DELLA METROPOLITANA
La dismessa Caserma Forlanini era perfetta come cantiere per la costruzione della linea 4 che arrivava a Linate. La ex caserma dell’Aeronautica vicino a Piazza Artigianato, non più attiva ormai da una decina d’anni, serviva pure a costruire la vicina fermata della metropolitana.
Tutto ok? Aspetta, c’è un problema serio e non trascurabile: in una grande città non puoi lasciare a lungo uno spazio vuoto. Viene presto occupato da quelli che nell’800 erano chiamati “les miserables” e oggi extracomunitari, poveri, rom. Succede in centro, vedi Buenos Aires che è diventata in certi punti quasi una favela, figuriamoci in periferia a due passi dall’aeroporto.
Per molti anni si è assistito ad una sorta di tira-e-molla tra abusivi e forze dell’ordine. Dopo ogni sgombero -criticato, delicato, strumentalizzato etc, purtroppo in Italia la si butta subito in politica-, spesso nel giro di poche ore (!) gli abusivi tornavano, malgrado le segnalazioni dei cittadini.
Vorrei essere il più neutro possibile nel raccontare questi fatti, che talvolta scatenano in chi legge una reazione emotiva. Lo so e mi dispiace, il clima da stadio non favorisce serenità.
Da quello che ho capito la mattina del 13 marzo 2014 ci fu lo sgombero definitivo, con ruspe polizia e uso della forza. Forse necessario, ma non indolore. Un intervento duramente contestato e molti si chiesero dove finirono le persone, tra cui dei bambini.
Subito dopo l’area fu “ripulita” (i giornali usarono questo verbo), messa in sicurezza e i lavori per la metropolitana poterono iniziare.
Ho notato spesso che quando arriva il “nuovo” si tende a dimenticare e rimuovere quello che c’era “prima”, ma non mi è mai sembrato tanto bello. Io resto dell’opinione che è meglio sapere, poi ognuno fa quello che vuole.


2021
Si mormora che la potente lobby dei taxisti abbia impedito per anni una metropolitana che collegasse Linate a Milano. Ma oramai non si poteva più aspettare.
Se Milano aspira ad essere una città europea DEVE infatti avere il suo aeroporto unito alla città. E non solo, tramite la metropolitana collegarlo anche ai principali snodi: stazione centrale, stazione garibaldi, centro città etc.
Ecco allora la pensata: la Linea Blu, che parte da Linate, arriva ai Tre Ponti e poi gira verso destra, in Mezzofanti e Argonne per poi compie una sorta di uncino nella città, toccando vari snodi ferroviari e altre metropolitane.
“Ma allora, se la metropolitana attraversa viale Forlanini, vuol dire che...avremo una stazione vicino a casa nostra?”. Certamente cherì e sorgerà in Viale Facchinetti. E’ già quasi tutto pronto, mancano solo le finiture e la copertura metallica.
Che goduria! Chi ha una casetta da quelle parti si sta sfregando le mani, in pochi anni è raddoppiata...triplicata di valore! Ma un poco tutta la zona si è riqualificata, è quel processo di miglioramento che gli architetti chiamano “Gentrificazione”, quando una zona passa da “operaia” a “benestante”. Sempre che vada tutto bene.
Stavolta famo i sordi! E quando succederà tutto questo, quando, quando?
Nel 2021 arriverà l’era della pace, del benessere, della prosperità. Tutto cambierà in meglio, avete finito di soffrire. Resistete, abitanti del Forla!


domenica 16 febbraio 2020

PARASITE 
(non leggete se avete intenzione di guardare questo film)

Mi ha molto stupito che questa pellicola nordcoreana, PARASITE, abbia fatto incetta di Oscar. E’ un brutto film.
Intendiamoci, la regia è curata, la colonna sonora superba, scenografia e attori molto buoni...è proprio la storia che non va. Sgangherata, ridicola, con buchi enormi e un finale rappezzato che lascia l’amaro in bocca. Una storia ridicola raccontata male. Evitare.
Il fatto che abbia vinto l’Oscar anche come “migliore sceneggiatura” fa capire quanto stanno ridendo gli americani. Secondo me i giurati infatti l’han lasciata vincere apposta: per almeno 20 anni i non americani stanno buoni o per dare fastidio ai cinesi. Come nel suo piccolo succede a Sanremo, quando si fanno vincere gruppi e canzoni dimenticabilissime. Mah, strane manovre.
(SPOILER)
Eppure nel PRIMO TEMPO il film era iniziato bene, raccontando con armonia i vari stratagemmi (casuali, astuti, crudeli) usati da una famiglia povera per intrufolarsi in una bella casa di ricchi. Il primo tempo finisce così, con la famiglia povera che festeggia e sogna il suo futuro in questa casa stupenda mentre i ricchi son via.
Nel SECONDO TEMPO però lo sceneggiatore è impazzito, anzi secondo me l’avranno sostituto con un adolescente stupidotto. Che tanto per iniziare quando la storia arriva ad un punto morto che fa? Inserisce dal niente un nuovo personaggio che abita nei sotterranei e che alla fine pugnala tutti.
Non credevo ai miei occhi: GRAVE ERRORE questo, un personaggio così importante inserito a freddo nel secondo tempo. In ogni manuale di sceneggiatura lo trovi scritto in prima pagina: la storia si articola tra gli attori presentati all’inizio senza ricorrere nel finale a Deus ex Machina, altrimenti lo spettatore si sentirà preso in giro.
La presenza del pugnalatore poi causa a cascata buchi grandi così nella storia lasciati irrisolti (a che serve l’alfabeto morse? Qual è il limite di cui si parla? Come si fa dopo una inondazione che ha distrutto tutto a presentarsi al lavoro come se niente fosse?) che il regista nordcoreano risolve nel FINALE con il solito bagno di sangue, pensando che lavi tutto. Niente affatto, le perplessità restano.
Anche Tarantino, per esempio, inserisce spesso personaggi nuovi a metà narrazione, ma lo fa in maniera armoniosa e che serve alla storia (pensiamo per esempio allo spacciatore nascosto nel bagno con la pistola in Pulp Fiction). Meritava di vincere lui quest’anno.
Vabbè, chissà che mafiamenti ci sono sotto.


IL MIO GIARDINO SEGRETO
«La vita è come un giardino: i momenti perfetti possono essere vissuti, ma non conservati, tranne attraverso i ricordi. Lunga vita e prosperità»
-ultime parole di Leonard Nimoy, alias Dottor Spock in Star Trek-
E allora ispirato da queste parole di Spock ricordo, ricordo altri episodi del Forlanini...e continuerò nei prossimi tempi, (non vi libererete facilmente eheh). Questo sito per me è diventato in questi mesi un posto quasi fatato.
Davanti alle amarezze della vita a volte mi rifugio nel Giardino Segreto della mia giovinezza, che prima di voi pensavo freddo e tetro. E invece guarda quanti fiori belli! 


SORELLE
Io per esempio da ragazzo non me lo immaginavo, ma all'interno del quartiere Forlanini, nel complesso di Nicolao della Flue c’era anche un mini convento frequentato dalle “Suore Operaie”. Non quindi suore di clausura, ma religiose che andavano e prestavano la loro opera nel mondo.
Chissà se esistono ancora. Mah, con questa crisi delle vocazioni non ci giurerei.
Il convento era denominato “Santa Casa di Nazareth” (con riferimento evangelico al paesello di Nazareth in Palestina, dove il ragazzo Gesù crebbe e aiutò il padre Giuseppe nel suo lavoro di falegname > suore operaie), si trovava dentro il complesso del Flue anche se non so esattamente dove e le sue suorine erano ovviamente alle “dipendenze” di Don Piero. Io le ricordo vagamente, di sicuro qualcuno di voi ha memorie più nitide.
Badavano soprattutto ai bambini piccoli ed erano per quanto ricordo molto gentili. Certo dovevano esserlo, anche per contraltare la burbera figura del parroco.
Ricordo solo il nome di una di esse, Suor Agnese, anche se mi sembravano ad essere sincero un po’ tutte uguali. Minutine, vestite uguali, sempre pazienti e disponibili, con tasche piene di caramelle e biscotti da elargire.
Come mi capita spesso quando rovisto nei ricordi, mi chiedo che ne è stato di loro e dove siano finite. Per me la parola suora mi evoca loro, le “suore operaie”, nella mia testa me le immagino tutte così.


sabato 15 febbraio 2020

GIOVANI E BELLI
Giovani, belli e innamorati, felici di sfrecciare verso il futuro davanti alla chiesa di san Nicolao. L’amore è un sentimento così bello, non esiste solo a San Valentino.
E a volte può fare così male. Possiamo essere traditi, lasciati, soffrire, andare di qua e di là, la vita è spesso ingiusta ma noi continuiamo a crederci. Che scemi. L’amore si trasforma, l’amore ci trasforma, l’amore ci mette le ali a piedi e nessuno vuol restare indietro.
Può essere una gioia o una condanna ma è vero: si può essere felici solo in due.



RAGAZZO TRISTE (Patty Pravo)
Ragazzo triste come me
Che sogni sempre come me
Non c'e' nessuno che ti aspetta mai
Perché non sanno come sei.

Ragazzo triste sono uguale a te,
A volte piango e non so perché,
Tanti son soli come me e te
Ma un giorno spero cambierà.

Nessuno può star solo, non deve stare solo
Quando si è giovani così.
Dobbiamo stare insieme, amare tra di noi,
Scoprire insieme il mondo che ci ospiterà.

Hey hey hey vedrai.
Non dobbiamo star soli mai



SAN VALENTINO

Quadretti banchi e rossi
Un tavolino per due
Un bicchiere di vino
Il camino acceso...
Lasciateci qui



LA MALATTIA CHE OBBLIGA A CAMBIARE VITA

Le malattie, quando sono serie e croniche, ti obbligano a cambiare vita.
La sclerosi multipla le ha entrambe: è molto seria e molto cronica (quando si è fortunelli c’è poco da dire). E in più, aggiungiamolo, la stronza è pure molto subdola. Ogni giorno scopro una fatica nuova. In pratica, come diceva qualcuno, la mattina mi alzo per curiosità.

Perché la mia vita in questi ultimi anni, poche balle, è stata un continuo ADATTARSI alle novità maligne che mi ha portato la malattia, dato che la curva della sf...del peggioramento progressivo non si ferma manco se implori in cinese. All’inizio ti spaventi, piangi e ti incazzi ma poi comunque ti adatti. O ti adatti o muori. Tutto questo è stato per me un segnale preciso: aspettando la cura, che si è capito non arriverà tanto presto, OGGI LA SOLA VERA CURA PER LA SCLEROSI MULTIPLA E’ NELLA MIA MENTE.

E’ solo grazie alla volontà, alla determinazione, alla voglia di andare avanti che mi adatto ai brutti scherzi di questo male che è pure “multiplo”, cioé imprevedibile. “Oh che forza di volontà che hai” mi sento spesso dire. “E’ la sola medicina che ho, quella vera”, rispondo.

Vediamo qualche esempio di “adattamenti” che ho trovato, SOLUZIONI (se pur parziali) dato che vivendo da solo mi devo arrangiare ai vari problemi che questa malattia porta:
Per esempio, noto che il caldo mi butta giù > ventilatori a paletta, aria condizionata, ghiaccioli
mettere il tutore al polpaccio > basta uscire coi pantaloncini corti
non riuscire più a fare il nodo alle stringhe > scarpe col velcro e tutto senza nodi o bottoni
uscire poco di casa > per fortuna c’è internet
depressione > farmaci, ottimismo, non coltivare la tristezza
pipì impellente > pappagalli ovunque
cose irraggiungibili > spostarle a portata di mano, a poco a poco questa casa si è “abbassata”
difficoltà respiratorie > un piccolo ambu sempre vicino
qualche cibo mi fa star peggio > prestare attenzione, dieta quasi perenne
Poche entrate > poche spese
Barcollare > maniglioni in tanti punti critici

etc etc. Adesso vorrei sentire le VOSTRE soluzioni ai vari piccoli e grandi problemi, magari ricavo qualche idea. Sono ghiotto di idee :)



giovedì 13 febbraio 2020

OGGI L'ARCANGELO GABRIELE COMPIE 70 ANNI
L'arcangelo è lui, Peter Gabriel, un uomo che ha arricchito e migliorato la mia vita con la sua musica. Lo adoro sin da quando ero un pischello e cantava nei Genesis, gruppo che quando divenne troppo commerciale ha giustamente abbandonato per una superba carriera solista.
Se non lo conoscete vi invidio, perché vi aspettano ore di ottima musica. Ma no, impossibile non conoscerlo.
Mi rendo conto però che non posso scrivere serenamente di lui, lo elogio troppo e divento poco credibile.
Eppure vi assicuro che è tutto vero. Guardate per esempio questo video che risale a ben 35 anni fa (!) e considerato ancora oggi insuperato.



QUATTRO DISCHI E UN PO’ DI WHISKY

Perché bisogna anche sapersi divertirsi nella vita, fare baldoria nelle cantine, trasformare l’acqua in vino.
E’ sufficiente prendere lo scantinato dell’Oratorio, il tavolo da ping pong, quattro scemenze e il divertimento in compagnia degli amici è assicurato.
Dai, fate la faccia allegra, buontemponi, che vi consegno ai posteri :)
Un Forlanino d’oro chi si riconosce così giovane!



mercoledì 12 febbraio 2020

MA...

Vignetta molto polemica e molto controversa trovata nel web.


Ognuno la commenti in modo diverso.




lunedì 10 febbraio 2020

E VENNE IL GRAN GIORNO
“Certo che a tamarrate in questo Quartiere Forlanini non vi batte nessuno.”
“Ciccetti, tutta invidia. Telo lì! Varda che arriva l’elicottero per posare la prima pietra della nostra chiesona! Bella la vita quando hai il grano, eh?”
“Mi sembra piuttosto che il vostro parroco sia carente di umiltà. Un difettuccio.”
“Figa, è la gente così quella che va avanti, taaac! Ce la imiteranno tutti questa idea nei prossimi anni, baluba.”
“E le bambine col velo bianco che cantano?”
“Le bimbe belle e i bimbi biondi fanno consenso, giargiana. Tas e impara!”
“E quando diventeranno grandi cosa ricorderanno di questo giorno?”
“Aranciata e pasticcini a volontà. Qua non si bada a spese!”
“Va tutto bene allora… ma dov’è Gesù in tutto questo?”

MA DOVE TROVI TUTTE QUESTE FOTO?
Me l’hanno chiesto più volte qui dentro. Molti si meravigliano che trovo foto del Quartiere Forlanini di una volta, vecchie di 30-40 anni e più. E in tanti si riconoscono, o vedono i posti come erano, o gente ormai andata via, o addirittura se stessi da giovani! “Ma dove le trovi tutte queste foto?
Vi assicuro, non è un mistero. Ora vi svelo come ho fatto: quando pochi mesi fa sono entrato in questo sito, il mio archivio era molto striminzito. Poi ho iniziato a girare nelle pagine personali dei componenti, prima gli amici stretti, poi i conoscenti poi amici e tutti quanti, ampliando via via il cerchio.
E girando ho fatto una scoperta... Dovete sapere che ognuno di voi (me incluso) ha sempre tra le sue foto almeno un paio di immagini della sua giovinezza nel Quartiere, un po’ come ricordo. Le salvo, soprattutto quelle da cui si capisce che sono state scattate al Forla.
Poi me le guardo e qui arriva la parte interessante, la seconda e più importante scoperta. Se infatti osservate a lungo una immagine prima o poi lei ti “parla”, ti evoca parole, sensazioni, connessioni. Spesso mi limito a buttarle giù molto rapidamente.
Every picture tells a story” canta Rod Stewart ed è vero!
Faccio un esempio: queste tre facce note del Forla stanno festeggiando un Carnevale degli anni ‘70. Cosa si sono detti per vestirsi così? Come erano i loro dialoghi? Cosa speravano? Come sarà andata la serata? E il futuro?
Se guardate a lungo la foto vi sembrerà di sentire le loro voci 



IL RISTORANTE PIU’ ANTICO DI ITALIA
Se il ristorante più antico del mondo ancora in funzione si trova in Cina ed era/è una umile friggitoria di polli vicino alla Grande Muraglia, il secondo ce l’abbiamo noi in Italia (c’è un atto notarile del 1284, mica balle).
E anzi si mormora sia ancora più antico, dato che sorge all’incrocio di due strade romane dove si “ristoravano” i legionari prima con un guado basso di attraversare un fiume.
“Eh -sospireranno in tanti- ma chissà dove si trova il più antico ristorante d’Italia, sarà a Roma o in qualche costosa villa toscana o emiliana...”
E invece no! E’ il BAGUTTO di Ponte Lambro, vicino all’Ospedale “Quattro Marie”, quindi a due passi da noi. Scommetto che ci sei passato davanti un sacco di volte e ti sei fatto illudere dal suo aspetto dimesso.
Bagutto in lombardo significava ingordo, bagordo e il ristorante/trattoria ha cambiato molti nomi nei secoli, diventando “Hostaria dei gamberi” nel 1400, “Hostaria de Quattro Marie alla Canova” nel 1580 e poi “Luogo Pio delle Quattro Marie” lungo il Settecento. Ora ha recuperato il suo nome originario, insieme all’aspetto di antica cascina. Secondo la leggenda Napoleone vi sostò nel 1807.
La sua posizione ultraperiferica l’ha un poco sacrificato e destinato alla decadenza rispetto ad altri ristoranti di grido ma in compenso, come è successo al Monluè, l’ha preservato.
Andarci con la disposizione giusta è come fare un tuffo nella storia, prenotate il tavolo vicino al camino del ‘500.
C’è pure una pagina di Wikipedia dedicata a lui. Sembra giovane, ma il Quartiere Forlanini è circondato di Storia con la S maiuscola!

https://it.wikipedia.org/wiki/Antica_trattoria_Bagutto


IL QUARTIERE SI MUOVE
Non ho ben capito dove siamo esattamente e la prospettiva, ma alla fine degli anni '60 nel Quartiere Forlanini questa foto è una vera testimonianza Testimonia che ci furono entusiastici assembramenti popolari. I nostri nonni erano delle teste calde.
A quanto pare (a quanto pare, si sa che la storia la scrivono i vincitori) il fine supremo di tali riunioni era sempre quello: "Vogliamo una chiesona! Vogliamo una chiesona!"
Stufi di essere confinati in una minuscola chiesetta, il popolo scalpitava ed era pronto a moti rivoluzionari.
Naturalmente è inutile chiedervi se qualcuno di voi si riconosce, fate gli gnorri e non date soddisfazione .
Ma sarebbe bello se qualcuno si ricordasse della donna/ragazza in primo piano. 


domenica 9 febbraio 2020

MADAMA DORE'
Oh quante belle figlie, Madama Dorè
Oh quante belle figlie
Se son belle me le tengo, Madama Dorè
Se son belle me le tengo.

Il re ne domanda una, Madama Dorè
Il re ne domanda una.
Che cosa ne vuol fare, Madama Dorè
che cosa ne vuol fare?
La vuole maritare, Madama Dorè
la vuole maritare.

Con chi la mariterebbe, Madama Dorè
con chi la mariterebbe.
Col re di Spagna, Madama Dorè
col re di Spagna.
E come la vestirebbe, Madama Dorè
e come la vestirebbe.

Di rose e di viole, Madama Dorè
di rose e di viole.
Entrate nel mio castello Madama Dorè
entrate nel mio castello
Scegliete la più bella, Madama Dorè
scegliete la più bella.
La più bella l’ho già scelta, Madama Dorè
la più bella l’ho già scelta.
Allora vi saluto, Madama Dorè
allora vi saluto.