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giovedì 23 gennaio 2020


FACCE NOTE


“Sono nato lo stesso giorno di Massimiliano Pani, il figlio di Mina. Mia madre e lei erano nello stesso ospedale e da quel giorno lei ha odiato Mina. Tutti gli infermieri erano appresso alla diva e lei da sola a soffrire.”
“Sei nato in mezzo al dolore insomma.”
“Come tutti presumo. E da ragazzo mi circondavo di arte ma non riuscivo a dimenticarlo.”
“Hai ragione. Ricordo bene casa tua, in via Pecorini 4, le pareti erano tappezzate di quadri. Mai visto così tanti quadri in una casa.”
“Sì, i miei genitori a ripensarci avevano un gusto estetico molto raffinato.”
“Sai che ricordo anche loro? Una bella coppia. Tua madre bionda, mentre tuo padre aveva i capelli neri e gli occhiali neri quadrati. Da giovane doveva assomigliare a Marcello Mastroianni. Lui lavorava nel campo musicale no?”
“Giusto, Luca. Alla Ricordi.”
“Lo so bene perché in casa tua non c’erano solo quadri ma anche tanti dischi che vi portava dal lavoro. Come vi invidiavo, mio padre invece lavorava in una noiosissima banca.”
“E che vi portava? I moduli prestampati?”
“Spiritoso. Tuo fratello Nino almeno mi invitava sempre a sentire i dischi a casa vostra. Che pomeriggi! E’ stato da voi che per la prima volta ho ascoltato i Led Zeppelin e nei primi mesi del 1977 il Punk...”
“Yeah. Una vera bomba. Ha spazzato via tutto. Nino ascoltava sempre a tutto volume “Johnny” dei Suicide.”
“Grande canzone, la prima volta che si sentiva musica elettronica così.”
“A proposito, mio fratello Nino ha detto di salutarti.”
“Come sta adesso? Ho saputo che per un certo periodo vi eravate persi entrambi.”
“E’ stata dura ma ne siamo usciti. E siamo ancora qui, pronti per fare un altro giro.”



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