Visualizzazioni totali

venerdì 10 gennaio 2020

10 GENNAIO 49 AVANTI CRISTO
Più di duemila anni fa, il 10 gennaio 49 a.C., oggi Giulio Cesare attraversava con le sue armate il Rubicone, fiumiciattolo in provincia di Forlì.
Si racconta che prima di spronare il cavallo Cesare rimase qualche istante in silenzio. Le sue acque avevano a quei tempi un significato simbolico, era un confine naturale. Se lo attraversavi con un esercito iniziavi una guerra. Dolorosa, come tutte le guerre.
Chissà a che pensava, dopo non poteva più tornare indietro. Oggi si direbbe uscire dalla Comfort Zone. Spronò il cavallo esclamando la famosa frase “Alea jacta est” (il dado è lanciato). Quel che sarà sarà.
E che impressione quando anni fa io stesso attraversai il Rubicone, solo un ruscelletto in Emilia Romagna, e questa volta a piedi. Era quello il famoso Rubicone? Mentre ero sul ponticello senza pretese pensavo di dire la frase di Cesare ma mi sentivo ridicolo.
Io non sono certo Cesare ma ognuno ha il suo Rubicone da attraversare nella vita, un momento speciale e dopo è tutto diverso.
Anche per me a pensarci ce ne sono stati: il momento della diagnosi, il primo giorno di lavoro, la prima volta che ho fatto a botte.
Qual è stato il più importante? Un lampo mi è rimasto molto impresso, fu folgorante. Mi accadde quasi 30 anni fa, l’ho ancora scolpito nella memoria come fosse ieri.
Fu quando mia moglie mi rivelò di essere incinta. Diventavo padre. Beh, a pensarci era logico. Eravamo sposati da pochissimo e ci davamo dentro. Però non me l’aspettavo così presto.
Dato che non si sentiva bene ed era una gravidanza a rischio, tutto il peso all'improvviso ricadeva sulle mie spalle. Mi resi conto che toccava a me. Basta fare il cazzone, ora ho delle responsabilità. Iniziai a lavorare come una bestia.
Ognuno ha il suo Rubicone da attraversare.




.

Nessun commento:

Posta un commento