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sabato 11 gennaio 2020


ECLISSI SOLARE
Negli anni ‘70 ci fu una grande carestia di musica dal vivo, ma proprio grande.
I concerti erano pochi e col lumicino. Al grido di “La musica è gratis!” i musicisti venivano regolarmente contestati dal pubblico perché il loro messaggio non era abbastanza “rivoluzionario”.
Era la follia, erano gli “anni di piombo”. La conseguenza pratica fu che per anni non si organizzò mezzo concerto. La follia estremista di alcuni imbecilli (imbecilli, bisogna avere il coraggio di dirlo) mi tolse la gioia dei concerti negli anni più belli.
E considerate pure che il Quartiere Forlanini era una sorta di isola in questo grigiore. A parte i concerti che si organizzavano ogni estate alla Festa dell’Unità a Monlué (ne ho parlato quando raccontavo di Ivan Graziani), non era raro che al Teatro Delfino si esibisse o venisse a cantare gente anche famosa. Molto poca rispetto a oggi, intendiamoci, e sempre sotto l’arcigno occhio del parroco ma pur sempre meglio del deserto.
E c’era una banda che era proprio nata in Quartiere. Si chiamava Eclissi Solare (oggi Nuova Eclissi Solare, uno dei fondatori era chiaramente fan dei Pink Floyd) e ricordo andai a sentirla qualche volta.
Non è che mi piacessero particolarmente, sono sincero: suonavano soprattutto cover e io avrei voluto qualcosa di più originale, magari sul rock. Ma devo ammettere che alcune versioni (come “Settembre” di Fortis) del loro cantante con i baffoni erano trascinanti e veramente eseguite bene.
E poi avevano uno stuolo di fan urlanti e agitatissimi, gente che in gran parte conoscevo, che facevano una bella caciara. Un loro concerto era sempre qualcosa di piacevole, anche se a volte scontato.
Ma in ogni mare c’è un’ostrica con una perla dentro. Ricordo e sempre ricorderò con piacere una canzone eseguita in modo molto originale, “Rocky Racoon”, un pezzo quasi sconosciuto dei Beatles.
Invece nei loro concerti era cantata in modo delizioso da due giovani ragazze (mai saputo i loro nomi, conoscevo poco la banda, magari qualcuno se le ricorda) accompagnate da una semplice chitarra acustica.
Avevo sempre considerato Rocky Racoon una trascurabile canzone minore, ma cantata da quelle ragazze splendeva e mi accorsi della sua grande bellezza. Riempiva il cuore. Divenne una delle mie preferite dei Beatles, che pure di capolavori ne han scritti a iosa.
Ancora dopo tanti anni, grazie!


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