ORNELLA
Ornella era una psicomotricista
con cui ho lavorato parecchio in passato. Lei si occupava dei bambini molto
piccoli, in età prescolare, io degli altri. Era sposata con un noto pittore
della Brianza e la loro casa in campagna era piena di luce.
Anche se non abbiamo
mai legato e fatto grande amicizia, c’era tra me e Ornella comunque un rapporto
di stima reciproca e rispetto. In italiano manca una parola che esprima questo
tipo di rapporto, in cui non si è proprio amici ma nemmeno semplici conoscenti.
A Natale e Pasqua, anche se da anni non lavoravamo più insieme, ci scambiavamo in
ogni caso gli auguri e talvolta, con la scusa di visitare le opere del marito pittore,
ci incontravamo durante l’anno.
Ho usato il verbo al
passato perché ieri sono venuto a sapere che poco tempo fa Ornella è morta di
tumore al seno, di cui soffriva da tempo. Sembrava che le cure fossero state
efficaci ma non è stato così. Il tumore al seno è una strage.
A questa notizia ho reagito
come ho visto fare altre volte, ho chiuso gli occhi mi son passato una mano sul
volto e son rimasto in silenzio. Mi spiace Ornella, mi spiace mi spiace.
Cosa rimane alla fine
della nostra vita, qualche sorriso, amore, il ricordo di tante primavere.
Nessuno è insostituibile, ma qualcuno lascia un rimpianto.
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