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martedì 19 dicembre 2017

IL PAPA DEBOLE

“Questo è Papa Gregorio Magno, che visse nei secoli più bui del medioevo, quando i barbari scorrazzavano indisturbati per tutta Italia devastando le popolazioni inermi. Nessuno aveva la forza per fermarli.”
“E lui ce l’aveva la forza?”
“Non molta, le cronache dicono che teneva un fisico gracile, inchiodato per settimane su un lettuccio. Era un Papa minuto, molto debole.”
“E allora perché Magno? Era parente del re Carlo Magno?”
“Ma va, Carlo Magno è arrivato 200 anni dopo. Si è meritato il nome di Magno perché ha convinto i barbari a fermarsi.”
“E come ci è riuscito?”
“E’ andato a parlarci di persona. Era un uomo che non esitava a sporcarsi le mani, combinò varie tregue con loro e alla fine riuscì pure a convertirli. Ormai per gli italiani Gregorio era diventato l’unico vero punto di riferimento. E’ stata forse una delle più grandi lezioni che ci ha lasciato, non bisogna avere paura di parlare con il nemico.”
“Chissà che aspetto aveva.”
”Oh ma di lui ci è rimasta un immagine famosa, quella che vedi.”
“Questa, in cui ha una colomba sulla spalla?”
“Non è una semplice colomba, è lo Spirito Santo che gli suggerisce le parole giuste. Ma ogni elemento di questo dipinto ha un suo significato.”
“Ah sì?”
“Beh, innanzitutto indossa il mantello  tipico dei Papi, il pallior, e poi la sedia su cui è seduto è la sedia curiale, il che vuol dire che deteneva anche il potere civile di Roma, non solo quello religioso. Era sindaco, amministratore e Papa insieme insomma.”
“Che forza!”
“Eh sì, in teoria l’Imperatore c’era ancora, ma aveva la corte in Turchia e ormai di Roma e dell’Italia gli fregava ben poco. Allora Gregorio, stufo della sua inerzia, prese tutto il potere possibile e lo amministrò. La carne poteva essere debole ma il suo spirito era instancabile. Forse è stato il primo vero Papa-Re di Roma e ne era ben consapevole. E poi da questa miniatura possiamo capire altre cose.”
“Per esempio?”
“La sua mano sinistra è sui Vangeli, mentre con la destra tiene il libro che aveva scritto lui. Non dimenticava le basi. E guarda la testa.”
“E’ pelato, ha quella cosa dei monaci, come si chiama…”
“La tonsura. Gregorio non ha mai dimenticato che, prima di diventare Papa, era un semplice monaco benedettino.”
“Quelli di Ora et Labora!”
“Bravo. E guarda l’ambiente in cui è seduto. E’ molto raffinato per l’epoca, indica che ci troviamo nell’atrio di un palazzo signorile, in una casa della nobiltà romana a cui Gregorio apparteneva per nascita.”
“Quante informazioni. E quella corona appesa?”
“Quella è la corona ferrea, che adesso si trova a Monza, si dice che dentro ci sia uno dei chiodi della croce di Gesù. Insomma, Gregorio era già quasi considerato un santo. Lo si nota anche dall’aureola intorno alla testa, simbolo di santità.”
“E poi lo è diventato un santo?”
“Certo, anzi uno dei più importanti. E’ venerato pure dagli ortodossi, non solo dai cattolici. A proposito, lo sai cosa gli suggeriva lo Spirito Santo?”
“No, cosa?”
“La musica. E’ stato lui, con il canto gregoriano, a riformare la musica come la sentiamo oggi.”
“Però, questo Gregorio era una persona di valore.”
“Sì, non gli mancava una visione profonda, con lui si sono poste le premesse per una nuova Europa. Aveva un sogno, è evidente, e malgrado la sua salute ha lottato fino alla fine per realizzarlo.”





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