IL PAPA DEBOLE
“Questo è Papa Gregorio Magno, che visse
nei secoli più bui del medioevo, quando i barbari scorrazzavano indisturbati
per tutta Italia devastando le popolazioni inermi. Nessuno aveva la forza per
fermarli.”
“E lui ce l’aveva la forza?”
“Non molta, le cronache dicono che teneva
un fisico gracile, inchiodato per settimane su un lettuccio. Era un Papa minuto,
molto debole.”
“E allora perché Magno? Era parente del
re Carlo Magno?”
“Ma va, Carlo Magno è arrivato 200 anni
dopo. Si è meritato il nome di Magno perché ha convinto i barbari a fermarsi.”
“E come ci è riuscito?”
“E’ andato a parlarci di persona. Era un
uomo che non esitava a sporcarsi le mani, combinò varie tregue con loro e alla
fine riuscì pure a convertirli. Ormai per gli italiani Gregorio era diventato l’unico
vero punto di riferimento. E’ stata forse una delle più grandi lezioni che ci
ha lasciato, non bisogna avere paura di parlare con il nemico.”
“Chissà che aspetto aveva.”
”Oh ma di lui ci è rimasta un immagine famosa,
quella che vedi.”
“Questa, in cui ha una colomba sulla
spalla?”
“Non è una semplice colomba, è lo
Spirito Santo che gli suggerisce le parole giuste. Ma ogni elemento di questo
dipinto ha un suo significato.”
“Ah sì?”
“Beh, innanzitutto indossa il mantello tipico dei Papi, il pallior, e poi la sedia su
cui è seduto è la sedia curiale, il che vuol dire che deteneva anche il potere
civile di Roma, non solo quello religioso. Era sindaco, amministratore e Papa
insieme insomma.”
“Che forza!”
“Eh sì, in teoria l’Imperatore c’era
ancora, ma aveva la corte in Turchia e ormai di Roma e dell’Italia gli fregava ben
poco. Allora Gregorio, stufo della sua inerzia, prese tutto il potere possibile
e lo amministrò. La carne poteva essere debole ma il suo spirito era
instancabile. Forse è stato il primo vero Papa-Re di Roma e ne era ben
consapevole. E poi da questa miniatura possiamo capire altre cose.”
“Per esempio?”
“La sua mano sinistra è sui Vangeli,
mentre con la destra tiene il libro che aveva scritto lui. Non dimenticava le
basi. E guarda la testa.”
“E’ pelato, ha quella cosa dei monaci,
come si chiama…”
“La tonsura. Gregorio non ha mai
dimenticato che, prima di diventare Papa, era un semplice monaco benedettino.”
“Quelli di Ora et Labora!”
“Bravo. E guarda l’ambiente in cui è seduto.
E’ molto raffinato per l’epoca, indica che ci troviamo nell’atrio di un palazzo
signorile, in una casa della nobiltà romana a cui Gregorio apparteneva per
nascita.”
“Quante informazioni. E quella corona
appesa?”
“Quella è la corona ferrea, che adesso
si trova a Monza, si dice che dentro ci sia uno dei chiodi della croce di Gesù.
Insomma, Gregorio era già quasi considerato un santo. Lo si nota anche dall’aureola
intorno alla testa, simbolo di santità.”
“E poi lo è diventato un santo?”
“Certo, anzi uno dei più importanti. E’
venerato pure dagli ortodossi, non solo dai cattolici. A proposito, lo sai cosa
gli suggeriva lo Spirito Santo?”
“No, cosa?”
“La musica. E’ stato lui, con il canto
gregoriano, a riformare la musica come la sentiamo oggi.”
“Però, questo Gregorio era una persona di
valore.”
“Sì, non gli mancava una visione profonda,
con lui si sono poste le premesse per una nuova Europa. Aveva un sogno, è
evidente, e malgrado la sua salute ha lottato fino alla fine per realizzarlo.”
Nessun commento:
Posta un commento