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martedì 19 dicembre 2017

CIO’ DI CUI E’ CAPACE UNA DONNA
(una storia vera)

Primo salto mortale (non così comune): una coppia senza figli decide di adottare un bambino.
Secondo salto mortale (purtroppo): essendo già un po’ attempatella, alla coppia vengono proposti in adozione non bambini ma adolescenti, problematici e con un carattere non semplice.
Terzo salto mortale (sempre più difficile): se proprio i due vogliono un bambino ci sarebbe Martin, che ha solo 7 anni. Purtroppo Martin ha seri problemi mentali, è ritardato e fa fatica a parlare. E’ molto raro che venga adottato un minore con problemi mentali, anzi  eccezionale, gli adottanti di solito si spaventano ma tale è il bisogno di amare e accudire che la coppia accetta il bimbo. Martin va a vivere con loro.
Quarto salto mortale (la catastrofe): la madre adottiva accoglie Martin ma il padre non regge la situazione. Presto la coppia adottiva si sfalda, l’uomo si allontana con dei pretesti e la donna si ritrova da sola con Martin.
Quinto salto mortale (solo silenzio e rispetto): la donna decide di rimanere con Martin e diventare per questo bambino come una vera mamma.

Quando al Tribunale Minorenni ho visto Martin con la madre adottiva e mentre ascoltavo da lei tutta la storia ho fatto fatica a non commuovermi. Anche perché Martin non so come (il linguaggio degli affetti ha canali tutti suoi), sarà stato anche ritardato ma capiva benissimo che la sua nuova mamma lo amava e non l’avrebbe abbandonato.
Lei era ovviamente delusa dal marito, si ritrovava sola ma pronta ad accettare tutte le sue responsabilità. Sapeva che non avrebbe avuto una vita facile ma era consapevole di amare Martin, lo amava sino in fondo. L’ho ringraziata a nome del Tribunale, intanto Martin si stringeva a lei, la accarezzava e le diceva piano parole che non capivo ma dal tono affettuoso.


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