CIO’ DI CUI E’ CAPACE UNA DONNA
(una storia vera)
Primo salto mortale (non così comune):
una coppia senza figli decide di adottare un bambino.
Secondo salto mortale (purtroppo): essendo
già un po’ attempatella, alla coppia vengono proposti in adozione non bambini
ma adolescenti, problematici e con un carattere non semplice.
Terzo salto mortale (sempre più
difficile): se proprio i due vogliono un bambino ci sarebbe Martin, che ha solo
7 anni. Purtroppo Martin ha seri problemi mentali, è ritardato e fa fatica a
parlare. E’ molto raro che venga adottato un minore con problemi mentali, anzi eccezionale, gli adottanti di solito si
spaventano ma tale è il bisogno di amare e accudire che la coppia accetta il
bimbo. Martin va a vivere con loro.
Quarto salto mortale (la catastrofe): la
madre adottiva accoglie Martin ma il padre non regge la situazione. Presto la
coppia adottiva si sfalda, l’uomo si allontana con dei pretesti e la donna si
ritrova da sola con Martin.
Quinto salto mortale (solo silenzio e
rispetto): la donna decide di rimanere con Martin e diventare per questo
bambino come una vera mamma.
Quando al Tribunale Minorenni ho visto
Martin con la madre adottiva e mentre ascoltavo da lei tutta la storia ho fatto
fatica a non commuovermi. Anche perché Martin non so come (il linguaggio degli
affetti ha canali tutti suoi), sarà stato anche ritardato ma capiva benissimo
che la sua nuova mamma lo amava e non l’avrebbe abbandonato.
Lei era ovviamente delusa dal marito, si
ritrovava sola ma pronta ad accettare tutte le sue responsabilità. Sapeva che
non avrebbe avuto una vita facile ma era consapevole di amare Martin, lo amava
sino in fondo. L’ho ringraziata a nome del Tribunale, intanto Martin si
stringeva a lei, la accarezzava e le diceva piano parole che non capivo ma dal
tono affettuoso.
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