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venerdì 31 maggio 2024

ALZI LE MANI?

Questa domanda mi ha riportato ad una situazione che ho vissuto più volte quando lavoravo come psicologo in una comunità per Bambini Difficili. Capitava -molto raramente ma capitava- che un bambino/adolescente ti mettesse le mani addosso per i più svariatissimi motivi.

Che fare in quei momenti? E' ovvio che il rapporto di forza è banalmente a favore dell'adulto ma come usarla? Le reazioni dell'adulto possono essere tante. Qualche educatore (non fatemi far nomi) interveniva a ceffoni finché il ragazzino non si calmava. Altri intervenivano in maniera pesante con punizioni o altro.

Dato che picchiare un bambino è qualcosa che a me ripugna, io mi difendevo e basta, bloccandogli per esempio le mani e stando attento ai calci. Senza "reagire" in maniera manesca o verbale, cercando sempre di riportare tutto su un piano verbale. Manteniamo la calma in quei momenti convulsi, anche se so che è difficile.

E se il ragazzo aveva un coltello? Ne ho parlato qui. Risposta di Luca Tartaro a Sei mai stato minacciato da qualcuno? Perché?

Stessa cosa immagino quando qualcuno di più "debole" (come una donna) ti minaccia. Mi difendo, io devo difendermi. E basta. So che molti non saranno d'accordo ma per me avere la forza non determina automaticamente la facoltà di usarla in maniera aggressiva, soprattutto quando hai davanti un bambino arrabbiato.

giovedì 30 maggio 2024

"FOTO ASSURDA MA BELLISSIMA!"

Una foto del polacco Grzegorz Morawski



"NON HO NIENTE DA METTERMI"

Questa frase per un uomo è assurda. Lui sa di avere nell'armadio qualche vestito bello per le occasioni, ma in genere prende le prime cose comode che trova. Al massimo (se è italiano e deve fare una passeggiata in piazza) sta attento che i colori siano abbinati e che i capi non siano troppo lisi. Un amico una volta mi disse: "quando viaggi, non riempire la valigia di abiti. Basta che ne metti uno grigio, il grigio va bene per tutto, funerali e matrimoni. Al massimo cambi cravatta.". Olè, problema risolto.

Per una donna invece la frase ha molto senso. L'ho sentita più volte, magari mentre guardavano sconsolate un armadio che pullulava di vestiti. Un milione di vestiti e scarpe, più di Paris Hilton, e scuotevano schifate la testa. Il Luchino perplesso taceva e si chiedeva "Ma perché lo dicono?"

Azzardo: non ho mai capito esattamente perché, ma una donna si veste a seconda di come si sente. Per lei non è indifferente mettersi un capo o l'altro, tutto le evoca con precisione ricordi, sensazioni, speranze, pensieri. E dunque se si veste morbida, trasgressiva, serena, innamorata, arrabbiata, decisa, casual, professionale, informale etc è perché veramente in quel momento si sente così. La frase "Oggi non so cosa mettermi" si potrebbe tradurla in "Oggi non so come mi sento".

Va bene, cara. Allora siediti qui con me un attimo. Cosa c'è? Parliamone, rendiamo più limpido questo lago.

Consideratela pure una deformazione professionale (da psicologo testolina bacata qual sono). E' inutile chiedere ad una donna "come stai?", basta guardare come è vestita. Stare attento ai suoi abiti, ai colori, agli accessori. Mi stanno mandando dei messaggi delicati che spesso vanno al di là delle parole. Oddio, uno se ne potrebbe anche fregare ("le solite paturnie, non la voglio questa roba"), però a mio parere perderebbe qualche conoscenza.



mercoledì 29 maggio 2024

HALLELUYAH

Oggi mi sono divertito a tradurre la bella e famosa HALLELUYAH di Leonard Cohen in italiano, dato che le varie versioni in rete non mi soddisfacevano. Il testo originale del resto è molto criptico e simbolico, tipico del cantautore canadese, il che non facilita. Io ho preferito allora riassumerla in una storia. Eccola qua con anche gli accordi, se qualcuno volesse cimentarsi a suonarla (la versione dello sfortunato Jeff Buckley per esempio è commovente).

(intro: do lam do lam)

do lam

DAVIDE, FUTURO RE,

do lam

DA GIOVANE PER DIO CREO’

fa sol do sol

DA SOLO UNA MUSICA SEGRETA

do fa sol
COMINCIA IN FA, POI PASSA AL SOL

lam fa

LA TONICA, L’ARMONICA

sol mi7 lam

LA MUSICA DIVENTA UN HALLELUYAH!

Fa lam

HALLELUYAH, HALLELUYAH

fa do sol do

HALLELUYAH, HALLELU-U-UYAH

AVEVA UNA GRAN FEDE MA

UNA NOTTE VIDE BETH

NUDA FARE IL BAGNO SOPRA UN TETTO

LA LUNA ILLUMINAVA LEI

ED ERA COSI’ BELLA CHE

L’AMORE DIVENTAVA UN HALLELUYAH

HALLELUYAH, HALLELUYAH

HALLELUYAH, HALLELUYAH!

RICORDI QUANDO ERO IN TE

HO FATTO DEL MIO MEGLIO MA

PURTROPPO NON E’ STATO SUFFICIENTE

RIMANE QUESTA MELODIA

A RICORDARE I NOSTRI BACI CHE

OGNI RESPIRO ERA UN HALLELUYAH

HALLELUYAH, HALLELUYAH!

HALLELUYAH, HALLELUYAH!

Leonard Cohen - Hallelujah (Audio)

https://www.youtube.com/watch?v=WIF4_Sm-rgQ

MILIONI DI RICORDI

"Lina, bella bambina, vestiti comoda e vieni con la nonna, che oggi ti porto in un posto speciale."

"Dove andiamo, nonna?"

"Vieni con me andiamo nel fondo valle. Oggi è anche una bellissima giornata."

"Andiamo a fare un giro al cimitero? Che bello! Nonna, dopo che siamo uscite mi prendi la crescentina?"

"Certo tesoro mio. Tutto quello che vuole la mia cinna. Siamo arrivate! Che pace qui, che tranquillità."

"Aspetta nonna fammeli comprare a me i fiori."

"To' 20 euro. Prendi quelli bianchi mi raccomando."

"Fatto. Adesso andiamo subito alla tomba di zio Beppe? E' quella più vicina!"

"Fa piano, non correre, Lina. Le vediamo tutte, oggi facciamo il giro completo. Bisogna spolverare le tombe e cambiare i fiori a tante, anche a quelle dei bisnonni."

"Nonna, ti posso chiedere una cosa? Perché vedo solo donne qui tra le tombe al cimitero?"

"Eh mia cara bimba, le donne vivono più degli uomini e si ricordano. Per noi è normale venire qui. Gli uomini invece visitano malvolentieri i cimiteri, per loro è strano, forse perché sanno che ci finiranno presto. Ma chissà cosa succederà domani. Lina, fammi una promessa."

"Dimmi, nonna."

"Quando tra tanti anni diventerai nonna anche tu, porterai la tua nipotina a mettere un fiore sul mio nome?"

"Va bene, nonna. Ma la foto la posso scegliere io?"

"Certo, amore. Non dimenticare. E adesso che abbiamo finito andiamo a prendere la crescentina calda."

"Sììììì!!"

lunedì 27 maggio 2024

DUE FARFALLE

(dialogo tra due farfalle viste svolazzare oggi in un prato di Ornavasso, vicino al ristorante Lago delle Rose)

“Ciao Bianca, che il vento dolce e senza pioggia ti accompagni, bello incontrarti.”

“Ciao Vanessa, ti avevo vista planare sull’erba. Sei di ritorno dal tuo lavoro notturno? Come è andata?”

“Entro nelle camere da letto e guardo gli amanti sognare abbracciati. Bado che nessuno li disturbi. Un lavoro solitario, siamo io e la luna. Ora però è arrivato un novo sole e ho finito, stavo giusto andando a riposare nel mio albero. Ma è successo qualcosa da queste parti?”

“Hai sentito di quella bambina che inseguendo una di noi è caduta in una buca?”

“E che problema c’è, apre le ali e vola via. Anche a me una volta è capitato che il vento mi risucchiasse in una buca. Ma poi ho atteso che terminasse di soffiare e sono ritornata alla luce.”

“Bianca, gli umani non hanno le ali. Andiamo a prestargli le nostre.”

“Ah già è vero. Vanessa, però non saranno sufficienti, gli umani pesano troppo.”

“Non ha importanza. Ti ricordi quello che dice sempre il Grillo: “non fare niente è un errore quando puoi fare poco”.”

“Andiamo allora, dov’è la bambina?”

“E’ qui, la sento piangere. Poverina. Guardala. Le basterebbe poco, la buca non è profonda, esci bambina mia.”

“Sta tremando dal freddo, ha i brividi. Non è ancora arrivato nessuno per aiutarla. Ma noi cosa possiamo fare? Sapevo che eravamo venute per nulla.”

“Diamole quello che abbiamo, Bianca, un poco della polverina delle ali, forse imparerà a volare. Strofiniamoci le alette, da qui in alto della polverina le cadrà sui capelli. Forza allora.”

“Vanessa, mi sa che non serve a niente, la bimba continua a piangere.”

“Aspetta, forse si sente sola e le manca il coraggio. Sento che prova molto dolore. E se scendiamo giù da lei e balliamo per lei? Dai Bianca, vieni con me. Bambina…bambina, non piangere siamo qui per aiutarti.”

“E’ inutile, non ti ascolta. E’ chiusa nel suo vestitino, non ti guarda nemmeno.”

“Bambina? Bambina? Vieni Bianca, balliamo intorno a lei, davanti a lei. Balliamo!”

“Guarda, Vanessa, ha aperto gli occhi e ci sta guardando ballare!”

“Forza bambina, riprendi coraggio, la tua vita è bella. Guardaci bambina, stiamo danzando per te. Non hai le ali ma hai le mani. Bambina, inseguendo una di noi sei finita qui ma noi ti tireremo fuori. Non è brutto essere così piccine, guardaci.”

“Guarda Vanessa! Ha capito che deve cavarsela da sola! Si sta arrampicando sulle pareti!”

“Continuiamo a ballare, forza bambina!”

“E’ fuori, è fuori! Vanessa, ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta!”

“Avevano ragione, non fare niente è un errore se puoi fare poco. Addio bambina, ricordati di noi.”

DOPO CHE SUCCEDE

Dopo una vita piena di sesso e stravizi, in cui ha realizzato tanto e fatto del bene, T. muore a 106 anni nel sonno circondato dalle sue concubine piangenti e 68 nipoti. Le sue ultime parole furono: "un attimo, poi ricomincio... ah!", e poi perse conoscenza per sempre.

Si risveglia in un prato bianchissimo con nuvolette candide e tanta pace interiore. Dentro non si era mai sentito così, nemmeno a 9 anni. "Però, è bello qui, che bel posto." Davanti a lui intravede una scalinata con alla fine una grande scritta luminosa: "Paradise".

"Ma è lunghissima -pensa-! Non pensavo ci fossero barriere architettoniche anche qui. Vabbè, tanto di tempo ne ho."
Anche dopo la vita T porta gli occhiali e cammina maluccio, ma comunque cammina. Si rivolge a uno che sta correndo e gli chiede: "Scusi, c'è l'ascensore?"
"Provi a fischiare -risponde quello senza fermarsi-, magari vengono a prenderla!"
"Fisch... ma non ho mai imparato!". Inutile, il tipo è già andato. A T allora viene l'idea, estrae il telefonino ma è muto. "Non c'è campo! Non c’è campo nell’aldilà! E adesso?"
Perplesso si mette a gridare "C'è qualcuno? Hey, venitemi a prendere!".

Improvvisamente il cielo si squarcia e arriva un enorme angelone tutto biondo, simile a Robert Plant dei Led Zeppelin. Le sue gigantesche ali sbattono forte e allontanano le nuvole.
"Robert! Grazie a Dio!"
"Vieni con me. Sono stato promosso di grado e ora ti porto da Pietro."

Raccoglie tra le sue braccia T e volando lo porta su, verso una grande luce. "Che bello, sto volando -dice T-! E' come quando mi son lanciato col paracadute, solo che qui si va su!" Illuminato dalla grande luce serena, T alla fine si addormenta, sicuro che nulla può accadergli di male.

Si risveglia davanti ad un omone con un barbone bianco e un gran mazzo di chiavi alla cintura.
"
San Pietro immagino. Buongiorno. Dove mi mettete?"
L'omone lo guarda, apre un librone e poi dice sottovoce "T... T... eccolo qui. Quarto cielo, riservato a quelli che pensano troppo. Entri pure e buona eternità." Gli indica una strada lunghissima, che si snoda in salita sino a perdersi nell'orizzonte luminoso.

"Ah, ma ci devo andare con le mie gambe? Ma in Paradiso abbiamo ancora il corpo e tutto l'ambaradan?"
"Certo, che domande mi fa?"
"Pensavo di no. Sa, io da vivo ero malatino."
"Vedo, vedo... vada vada, che ho da fare."

"Forse non mi son spiegato bene, in vita avevo la sclerosi multipla. Pensavo che almeno qui..."
"La sclerosi multipla progressiva? Penserà mica di farne a meno... La multipla fa parte di lei"

T è stupito e tace, sconvolto dalla rivelazione di Pietro. Farfuglia qualcosa, si vede che non se l’aspettava. Quando riprende la parola esclama: "mi scusi, non mi verrà mica a dire che ho la sclerosi multipla anche dopo la morte?"
San Pietro è stupito da tanta ingenuità, ma spiega con pazienza ad uno sconsolato T: "le ferite inferte dal corpo a voi malati hanno lasciato segni indelebili che fan parte della vostra anima."

T sembra addolorato ma si riprende presto. Una vita da malato gli ha insegnato a non lamentarsi troppo, meglio usare le sue residue energie per cercare una soluzione. "Insomma, ho capito và... son malato anche qui... Manco qui è arrivato il miracolo delle staminali... –T mentre dice queste parole abbassa il capino e piange, è troppo anche per lui- Malato per l'eternità..."

San Pietro rincuora T, gli accarezza la crapa e sussurra "Vai adesso, vai adesso, ti abituerai...", e T si incammina zoppicante, tirando su col naso.
Ma... miracolo! La strada è breve e tutta in discesa, altro che salita! Aveva sbagliato la prospettiva! Oh che sollievo, pensa T. E 
quando arriva alla fine nota un vecchio seduto che lo sta aspettando, circondato da angeli sorridenti.
"Mio Dio! Ma chi sei?"
"Ciao T, ti stavo aspettando. Benvenuto!"
"Ma... ma sei il capo della baracca? E’ bellissimo qui."
"Certo -risponde lui avvicinandosi con la sua carrozzina-, vieni di fianco a me"
"Ma... ma tu sei… sei in sedia a rotelle!"
Dio lo guarda, si avvicina e lo bacia. “Problemi?”
"Mio Dio!"

venerdì 24 maggio 2024

UN CANTO AFFASCINANTE

Ogni mattina, con le prime luci dell'alba, sento suoni incantevoli. Gli uccellini salutano il nuovo giorno e fanno cip cip tra di loro. Si aggiornano, come è andata la notte? come ti senti oggi? che cosa facciamo? Andiamo!

In particolare c'è un richiamo che ho sempre trovato affascinante, a volte sembrano delle fusa. Mi sono allora risvegliato dal mio incantesimo alla Kant, ho aperto gli occhi e mi sono detto "devo sapere chi tuba così e mi sveglia con grazia ogni mattina".

Ho cercato su internet, ascoltato vocine e vocine e alla fine l'ho trovato: è il richiamo delle tortore, ma non quelle più comuni africane, bensì quelle dette "tortore dal collare"

Il fantomatico verso della tortora dal collare

Svegliatemi ancora così ogni mattina, care tortorelle, ne avrò sempre bisogno. Non immaginate la serenità che mi date.

DEJA VU

Ho già visto questo posto

Una volta questa stanza era piena di gente

Mi sembra di esserci stato in questo localino all'aperto

In questo ponte è successo qualcosa di brutto

Potrebbe essere uno sfondo per un disegno

Manca qualcosa nella mia vita

giovedì 23 maggio 2024

TEMPI DIFFICILI

"Una volta la nonna mi aveva dato un consiglio

Nei periodi difficili, vai avanti a piccoli passi.

Fai quel poco che devi fare e basta.

Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani.

Lava i piatti.

Togli la polvere.

Scrivi una lettera.

Cuoci una minestra.

Vedi? Stai andando avanti passo dopo passo.

Fai un passo e fermati.

Riposati. Fatti i complimenti.

Fai un altro passo.

Poi un altro.

Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi.

E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.

Buongiorno."

(La stanza delle chiavi antiche, poesia di Elena Mikhalkova)

MA CHE SUCCEDEVA AD UNA PERSONA CON LA SINDROME DI UN ASPERGER NEL MEDIOEVO?

Questa domanda è un tipico segno dei tempi moderni, in cui la "diversità" non è percepita come un disvalore. Oggi essere mancino, avere i capelli rossi, essere omosessuale, malato, ateo, divorziato, donna, straniero, con l'Asperger, anziano, disabile, povero, disoccupato etc può essere un valore aggiunto ma in genere è ininfluente nel valutare una persona. Capiamo che il suo vero nucleo sta altrove e che non ci sono formulette.

Siamo talmente abituati a pensarla così nel 2024 che è difficile per noi immaginare un mondo in cui la diversità era AUTOMATICAMENTE un disvalore. La pressione sociale, religiosa, culturale era fortissima: o ti adeguavi al 100% o eri fuori. Oggi essere tolleranti e "inclusivi" è un valore, ieri no e in molte parti del mondo ahimè è ancora così mi dicono; lunga è la strada verso un mondo per tutti.

In un certo senso, non fraintendete, avevano ragione ad essere così selettivi: la lotta per la sopravvivenza fisica era talmente dura che non ci si poteva permettere il "lusso" di una stranezza. Per cui se un ragazzo o una ragazza sofferente di Asperger voleva letteralmente sopravvivere doveva allontanarsi dalla società e isolarsi ancora di più.

Oggi la scelta di fare la monaca di clausura, dello stilita su una colonna o dell'eremita tra le montagne ha poco senso, ma allora era l'unico modo per vivere. Quanto dolore, quanta solitudine poveri ragazzi e ragazze.

(Cancello che delimitava la clausura in un antico monastero)