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giovedì 30 novembre 2023

"RIDI RIDI, CHE LA MAMMA HA FATTO GLI GNOCCHI!"

Quando da bimbotto ridevo a sproposito, sempre qualcuno mi rimproverava dicendo "ridi ridi, che la mamma ha fatto gli gnocchi!" Per cui alla fine pensavo nella mia testolina che il senso fosse del tipo "non ridere, perché se ridi vuol dire che sei scemo, intelligente come uno gnocco".

E invece no. La frase nascondeva un senso assai meno innocente e molto più cattivello. Nel gergo della piccola malavita italiana (soprattutto centro Italia) infatti "gnocchi" equivaleva a "soldi". E dato che una volta alle donne l'unica attività lavorativa concessa (…) era la prostituzione, in pratica significava "Tua madre ha fatto i soldi facendo la putt@n@!" Insomma sei un figlio di putt@n@. Fortunatamente la frase ha perso subito questi collegamenti malavitosi, diventando solo un buffo modo di dire, sennò finiva a coltellate ogni volta.

Ma a questo punto per me emerge un problema. In questo insulto c'è un mistero, magari vi fa ridere se lo chiedo: come mai "figlio di putt@n@ è l'insulto supremo, il più grave di tutti? Cosa c'è di così offensivo e imperdonabile in questa espressione? Perché dovrei sentirmi offeso PERSONALMENTE se qualcuno afferma che mamma si dedicava al meretricio? In fondo mica era colpa mia."

Forse (forse), sparo la mia, dire a qualcuno FdP equivaleva a dire "sei un figlio di nessuno, non si sa bene chi è tuo padre". Questo è il vero insulto, non si sa chi è tuo padre. E dato che una volta vigeva veramente il patriarcato, ciò ledeva profondamente l'onore della persona. Terribile, avevi un marchio ancora prima di nascere.

Guai insomma a toccare l'onore di una persona, state MOLTO accorti prima di farlo. Alcuni uomini arrivano al punto di uccidere se qualcuno osa anche solo sfiorare l'argomento dell'onore, la reputazione, il rispetto. I Tribunali sono pieni di gente così, si potrebbe anzi dire (attenzione a non fraintendere) che "l'onore" è la prima causa dei reati di sangue, dalle risse ai femminicidi.

O forse la causa è ancora più profonda: nel mio mestiere di psicologo mi sono spesso imbattuto in bambini e bambine cresciuti senza padre (o figura paterna) e sempre notavo qualcosa di disturbante. Era come se la loro crescita fosse senza base, mi dicevo che "a loro era mancato il pavimento". Questo causava poi da adulti per esempio quasi sempre una profonda tristezza.

Chi mi sta leggendo ora probabilmente un padre ce l'ha avuto, nel bene o nel male, e come me fa fatica a capire ma la sua assenza credetemi è qualcosa di devastante. Vabbè non voglio appesantire il cuore di nessuno, basta così.

Comunque dare a qualcuno del FdP significa augurargli infelicità, meglio non farlo. Oggi ci scherziamo sopra, è diventato quasi sinonimo di "scaltro, furbacchione, simpatica canaglia" ma la realtà è come sempre molto diversa. Meno male che per "fare gli gnocchi" adesso si pensa alla pasta.

mercoledì 29 novembre 2023

IL RATTO DELLE SABINE

L'australiano Gregory David Roberts ha combattuto come mercenario in Afghanistan, è un uomo che di guerra e armi se ne intende. Ha scritto sulle sue esperienze in Asia un bellissimo libro, Shantaram, che qualche anno fa è stato un successone mondiale. Malgrado sia bello corposo si legge tutto d'un fiato. La serie tv tutti concordano che l'ha ahinoi banalizzato.

Infatti non solo Roberts è stato soldato, ma nei suoi viaggi è stato pure un infermiere che aiutava i poveri a Bombay (dove lo chiamavano appunto Shantaram, "uomo della pace di Dio"), tossico e rapinatore nelle peggiori prigioni del continente, contrabbandiere e vagabondo. Insomma un avventuriero mezzo criminale mezzo filosofo, pieno di storie brutali e dotato pure del talento di scrivere bene (connubio per me raro ma non impossibile).

"Per capire l'essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo io ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli."

Quando era un soldato tra le montagne a modo suo Roberts ha risposto pure alla domanda quorana: durante una incursione infatti si chiese "ma perché si combattono le guerre? Fondamentalmente per due motivi: conquistare le terre e prendersi le donne".

Non avrebbe avuto dunque difficoltà a spiegarsi l'episodio del Ratto delle Sabine, malgrado sia stato per così dire "ingentilito" dalla leggenda. La città di Roma, fondata da Romolo (fratricida e uomo assai brusco), era molto bellicosa e non vedeva l'ora di incorporare territori e donne. Quello che oggi viene chiamato "ratto delle sabine" potrebbe benissimo essere intitolato "guerra di espansione", la sostanza non cambia. Sempre prepotenza fu e questo emerge anche se la storia la scrivono i vincitori.

"Non so cosa mi spaventa di più. Il potere che ci schiaccia o la nostra infinita capacità di sopportarlo."

(particolare del quadro di Rubens sul Ratto delle Sabine)

ANNE HIDALGO, SINDACA DI PARIGI, LASCIA TWITTER DATO CHE E' DIVENUTO "UNA FOGNA GLOBALE"

Non frequento molto Twitter ma non faccio fatica a crederlo. Da quando Elion Musk l 'ha comperata liberalizzandola, a quanto pare c'è stato un rapido degrado. In pochi mesi è stata invasa da pubblicità e commenti di basso, molto basso, livello. Risultato: la gente perbene, che aveva qualcosa da dire, "normale" nel senso più ampio della parola, se ne va. Ovvio.

Evidenti i parallelismi con Quora, invasa da troll, domande idiote, moderazione permissiva e personaggi balenghi. Più volte ho sentito amici e gente che stimo dire "me ne vado, Quora non è più quella di una volta". Sono arrivato io stesso al punto di non dire più agli amici "dai, vieni su Quora", a volte ci sono domande nonché interventi troppo cretini e maleducati, che fanno cascare le braccia. Ho già parlato della cosa altrove ma a questo punto ci sarebbe altro da dire

Risposta di Luca Tartaro a Quale è il più grande problema di Quora ?

Risposta di Luca Tartaro a Che cosa pensi della chiusura del programma partner di Quora?

Moltissimi ho visto che borbottano su una Moderazione che non modera e lascia troppe falle aperte ma a mio parere ho notato che la Moderazione (misterioso ente supremo composto da chissà chi e impalpabile) è comunque presente e lavora: grazie a lei per esempio i vari spam o messaggi truffa spariscono subito, a volte non c'è neanche bisogno di segnalarli. Inoltre ho notato che alcune domande di bassissimo livello (del tipo Perché a Ragusa nessuno chiede scusa?) non ci sono più. Meno male.

Vorrei dire una cosa, scusate la banalità: la Moderazione (che molti chiamano Censura) costa e sto parlando proprio di soldi. La Moderazione è per capirsi come una Polizia sempre attiva e vigile, pronta a reprimere i reati. Pensare che una piattaforma gratuita, piccina e con nessuna pubblicità possa mantenere un corpo di Polizia vigoroso è irrealistico. L'unica è prendere in mano noi stessi la situazione, stare attenti e segnalare domande e profili idioti.

Ma tutto questo sembra ancora non bastare e io ho una paura. Ve la espongo, così se volete mi date un vostro parere. La vicenda di Twitter mi fa venire un sospetto: come Quora, Twitter si basava sulla parola scritta e il suo sprofondare mi fa venire un dubbio, che la parola scritta avrà sempre meno spazio in futuro e ad essa si preferirà l'immagine. Instagram e Tik Tok per esempio vanno fortissimo mentre giornali e libri a livello globale se ne vendono sempre di meno. Gli insegnanti, che sono a contatto coi ragazzi, cosa dicono?

Sembra quasi che nella battaglia tra immagine e alfabeto stia prevalendo la prima. Anzi, sta vincendo alla grande. Più emotiva, immediata, divertente, meno problematica. E questa è una TENDENZA GLOBALE che mi fa paura. Al pensiero razionale ormai si preferisce l'emozione. Sarà così? Questo è un mondo che cambia troppo alla svelta. Resistere resistere resistere

(il mondo visto dall'Antartide)

COSA MI IMPRESSIONO' PIU' DI PARIGI QUANDO LA VIDI LA PRIMA VOLTA

La prima volta che visitai fugacemente Parigi avevo 11 anni ed era il 1972 con mio zio. Giurassico. Cosa mi sorprese di più? La lingua, il traffico, le meraviglie architettoniche, la vitalità parisienne?

Macché. Al giovin Luchino rimase impressa una cosa, per le strade vedeva tante ma tante persone di pelle nera. Così, belli tranquilli, che passeggiavano normali, andavano a prendere la metropolitana, integrati nelle strade (probabilmente venivano dall'Algeria, dal 1962 ex colonia francese).

C'era da capirlo: Luchino sinora aveva visto i "negri" solo al cinema, l'ondata migratoria avvenuta negli ultimi anni in Italia era ancora di là da venire. Li ricordo molto alti e tranquilli, la gente intorno non era stupita come me di vederli. A pensarci devo essere stato un bambino parecchio villano, perché li fissavo.


lunedì 27 novembre 2023

NON SIAMO TUTTI UGUALI

 Parmi non sol gran mal, ma che l’uom faccia

contra natura e sia di Dio ribello,

quando s’induce a percuotere la faccia

di bella donna, o romperle un capello.

E chi le dá veleno, o chi le caccia

l’alma del corpo con laccio o coltello,

che uomo sia quel non crederò in eterno,

ma in forma umana un spirto de l’inferno.”

(Lodovico Ariosto, Orlando Furioso)

La violenza contro la donna è uno di quegli argomenti che, in quanto uomo, ogni mossa che fai sbagli e forse è meglio tacere. Ma (ora parlo da uomo ad altri uomini) leggere Ludovico Ariosto mi ha consolato e fatto capire che anche nei tempi passati non tutti gli uomini erano uguali e la pensavano allo stesso modo.

domenica 26 novembre 2023

COSA REGALERO' A NATALE

Rispondete sinceramente: se poteste scegliere, preferireste vedere un film che dura 90 minuti oppure 90 scenette ognuna da un minuto ma slegate l’una dall‘altra?

Ora spiego il perché di questa domanda: esortato dagli amici, avevo deciso di raccogliere i miei migliori interventi su internet (urka! Ormai oltre 1000!) in un libro firmato da me medesimo, una sorta di best of the bestia.

Incominciai in primavera a raccogliere: mi ritrovai presto tra le mani una pila alta così, avevo l’impressione di girare con un sacchettone pieno di mattoncini Lego. Qualcuno dorato, altri meno ma dopo una selezione da Coppa dei Campioni ne selezionai un centinaio, li misi uno dietro l’altro e….

VENNE FUORI UNA SCHIFEZZA! UNA ROBA ILLEGGIBILE, PESANTISSIMA! Io stesso dopo qualche pagina di questa compilation non andavo avanti e se mi rompevo i coglioni io figuriamoci il lettore.

Passai le notti seguenti ad arrovellarmi su questa mia sgradevole sensazione: cosa era andato storto? Eppure presi singolarmente gli scritti avevano avuto parecchi riscontri, unendoli però era risultato un minestrone cattivo, con troppe spezie, troppi cuochi, un mattonazzo indigeribile.

E non era nemmeno la prima volta che sentivo di queste difficoltà: chi ha letto per esempio tutti i “49 racconti” di Hemingway (Hemingway)? I più si fermano ai primi 3 o 4, che pare il destino comune a molte raccolte di racconti.

Lentamente nel silensio de la noche arrivai ad una risposta: la compilation aveva un grave difetto, tipica delle compilation. Mancava di UNITA’, di un filo conduttore omogeneo, di una melodia che unisse le note. Così era più simile ad una catena montuosa piena di alti e bassi, troppo affaticante. Forse era meglio che i mattoncini formassero una armonica casetta, da soli avevano ben poco valore, c’era bisogno di un disegno generale, di una visione d’insieme. Un film insomma, con inizio sviluppo e fine. Ma come si fa a dare continuità a tanti raccontini?

Altra selezione. A poco a poco la casa iniziò a crescere, il progetto prese forma. Rimaneggiavo, limavo, badavo alla malta che univa un mattoncino con l’altro, qualche inedito che riempiva i buchi. Un lavorone. E alla fine eccolo lì, l’ho intitolato IL MAESTRO CHE DISEGNAVA LE NUVOLE. Ne ho stampate in proprio cento copie, che distribuirò generoso ad amici e parenti questo Natale. Uff, e anche stavolta ce l’abbiamo fatta.

PS: chi ne volesse una copia mi mandi l'indirizzo in pvt che glie lo spedisco per Natale. Gingol bel! Gingol bel!
PS2: per "pagarmi" se proprio volete facciamo così. Quando riceverete il libro, poi donate 10€ in beneficenza a chi volete. Iniziamo una catena virtuosa.

L'OCCHIO DEL DIAVOLO

E’ capitato a tanti. Succede qualcosa di strano camminando nella propria casa di notte. A luci spente si cammina davanti al solito specchio e per un attimo si intravede nella sua superficie una figura che si muove. Mi spavento, sembra di aver visto un fantasma nella penombra.

Dura un attimo poi la razionalità ritorna: ma no, sono io. Non c’è niente da fare però, è notte e la mente non trova appigli. Sicuro? Sono veramente io quello che ho visto? Una sensazione straniante. Magari per un attimo sono riuscito a vedere un fantasma, la mia ombra bianca, qualcosa che di giorno non riesco a vedere

Tornando a letto sotto le coperte, capisco perché lo specchio viene chiamato l'occhio del diavolo. C’è qualcosa di mostruoso e inquietante in ogni specchio: ti guarda senza vedere, è trasparente e impenetrabile. Moltiplica senza generare, lavora sempre ma non si consuma mai. Anche se viene usato per 1000 anni.

Penso a quando non c’erano specchi, a parte le pozze d’acqua con i loro cerchi concentrici, specchiarsi era evento raro. Forse era meglio. Quando gli antichi soldati si specchiavano, spesso dopo lo distruggevano. Vi avevano intravisto una faccia cattiva che li guardava.

In molti ricoveri per anziani so che li hanno proprio tolti, i più deboli non si riconoscono più  e sembrerebbe di essere osservati da estranei. E anche alle signorine di una volta si sconsigliava di rimirarsi troppo nel vetro, la vanità è pericolosa per l'anima, in Paradiso non ci saranno specchi.

Ma adesso l’occhio del diavolo è in casa mia e di notte è inquietante.

sabato 25 novembre 2023

HO DUE CLESSIDRE, UNA DA 4 E L 'ALTRA DA 7 MINUTI. MI CHIEDONO UN UOVO SODO (9 MINUTI) E L'ACQUA GIA' BOLLE. CALCOLARE IL TEMPO MINIMO NECESSARIO PER PREPARARE L'UOVO. 

9 minuti

Dopo aver messo l'uovo nell'acqua bollente faccio partire contemporaneamente le 2 clessidre.

Dopo 4 minuti rovescio la clessidra da 4 minuti che si è esaurita. Intanto la clessidra da sette minuti continua a scorrere.

Dopo sette minuti la clessidra con sette minuti si è ovviamente esaurita mentre quella da quattro minuti ha ancora un minuto di sabbia.

Questo è il momento cruciale: rovesciate la clessidra da sette minuti così acquisterà un minuto di sabbia.

Quando la clessidra di quattro minuti avrà finito il suo secondo giro rovesciate subito la clessidra da sette minuti che ha dentro un minuto di sabbia.

4 + 4 + 1 = 9.

Spegnete il fuoco. L'uovo è giunto a perfetta bollitura.

Grazie a chi mi ha proposto questo indovinello che ha occupato i pensieri di una notte insonne 🙂

GLI EX

"Enea, fuggito da Troia in fiamme, prima di sbarcare nel Lazio e fondare Roma, gira per mezzo Mediterraneo alla ricerca del posto giusto." Questa, molto in sintesi, è la trama dell'ENEIDE di Virgilio, uno dei libri fondamentali per capire la società antica, allo stesso livello dell'Iliade o l'Odissea.

Opera talmente importante che Dante, nella sua Divina Commedia, sceglie proprio Virgilio per accompagnarlo nel suo viaggio negli inferi. I maestri non si dimenticano.

Nel suo vagabondare per il mare, Enea sbarca anche a Cartagine, città fondata e comandata dalla bellissima regina Didone. Come in un romanzo, tra Didone ed Enea scoppia la passione e vivono una intensa storia d'amore.

Ma dopo qualche tempo Enea scalpita, sente che ha una missione da compiere, fondare Roma. E così, anche un po' vigliaccamente, una mattina scappa abbandonando Didone, che dall'alto delle mura vede con le lacrime agli occhi la nave con il suo amato andarsene via. Disperata si uccide.

Non è finita. Enea non solo vaga per il mare ma gli Dei gli concedono di viaggiare anche nell'aldilà (ecco perché Dante scelse Virgilio come guida), per conoscere il suo passato e il suo futuro. Enea naturalmente incontra le anime di un sacco di gente morta, tra cui i suoi genitori.

Ed ecco quello che ci interessa: tra le varie anime Enea scorge anche quella di Didone. Pentito di averla trattata così male, Enea si mette a piangere e si inginocchia chiedendole scusa.

"….appena l´eroe troiano
le fu vicino e la riconobbe tra le ombre
tenebrosa, come quella luna che all´inizio del mese
uno pensa di vedere o d´aver visto tra le nubi,
versò lacrime e parlò con dolce amore:
"Infelice Didone, dunque mi era giunta vera la notizia
che eri morta e con la spada avevi raggiunto la fine?
Ahi, ti fui causa di morte? Per le stelle giuro;
per i celesti e se c´è lealtà sotto il più profondo della terra,
contro voglia, o regina, me ne andai dal tuo lido.
Ma gli ordini degli dei mi spinsero, coi loro poteri…
"

Ma Didone cosa fa? Senza dire una parola e tenendo fissi gli occhi al suolo, si alza e se ne va, entrando in un bosco dove sparisce, lasciando Enea sconvolto.

Nel nostro piccolo, Virgilio ci lancia un messaggio. Sta suggerendo insomma come comportarci quando ritornano certi ex. Questo è il vero No-contact, come si chiamerebbe oggi. Nessuna parola, tanto quello che dovevamo dirci ce lo siamo già detti. Non è odio, ognuno ha fatto le sue scelte e le strade si son separate. Ognuno viva con i suoi rimpianti.

PS: grazie a tutti quelli che mi fanno notare la modernità dei poeti classici

venerdì 24 novembre 2023

E POI?

Raccontami una storia corta, papà, dai. Una storia!”

“Bel bambino, non so se ne ho tanta voglia. E poi dovresti già essere addormentato.”

“Voglio una storia!”

"Vediamo, una storia breve… Immagina un uomo che ha preso la macchina per andare a trovare la nonna. A metà strada però rimane senza benzina e la macchina si ferma. Oddio! Il paesaggio è sconosciuto, lui l’ha attraversato tante volte ma non si è mai fermato. Non ci sono case, non c’è niente, solo campagna. Improvvisamente sente dei rintocchi di campana. Sono fortissimi! BONG BONG BONG. E poi… e poi la storia finisce.”

Vai avanti! Vai avanti!”

“Non so cosa succede.”

“Tu vai avanti lo stesso!

“Allora l’omino vede una chiesetta piccolina piccolina circondata da tanti monacelli, era da lì che veniva il suono della campana. E poi… e poi non so più andare avanti.”

E poi? Ti prego, continua. Vai avanti!"

"Ma non lo so, la storia è finita, devo inventare!"

"Inventa! Vai avanti!”

“Beh, l’uomo rientra in macchina e appoggia la testa sul volante. Urla rivolto alla macchina “Perché non parti, maledizione!” E la macchina fa un rombo. BRUM! Ellapeppa! Ma allora va! Benissimo! E tutto contento la vettura parte di corsa. Ma dopo 100 metri…”

“Ma dopo 100 metri…”

“Si ferma. L’uomo esce fuori dalla macchina e dice “Ma come diavolo fa a funzionare?” E allora sente ancora la campana BONG BONG BONG. E si sveglia! Era tutto un sogno!”

“Tutto un sogno del mondo della fantasia?”

“Certo. E adesso, bel bambino, dormi anche tu.”



giovedì 23 novembre 2023

I TESTI ITALIANI MODERNI

In genere non ne penso molto bene della musica italiana moderna. Molto difficilmente se sento qualcosa ala radio mi fermo ad ascoltare il testo, guardando nel vuoto come succedeva.

Con la lodevole eccezione di Caparezza, l'eccezione che conferma la regola, trovo i testi attuali molto melensi e poco incisivi, il politicamente corretto impera. Oppure inutilmente provocatori, stando però attenti a non offendere. Concordo con chi dice (vedi il pregevole post di Riotto) che spira un'aria da Controriforma.

https://it.quora.com/profile/Gaetano-Antonio-Riotto/Com%C3%A8-bacchettona-la-musica-pop-italiana-dei-nostri-tempi

Prima di portare degli esempi preciso una cosa, ho più di 60 anni e questa mia rischia di sembrare la solita invettiva "eh, ai miei tempi…". Accetto il rischio.

Esempi di testi che non potrebbero più uscire. Ce ne sono una marea, non devo neanche cercare tanto. Elenco a caso.

"Con tutte le ragazze sono tremendo, le lascio quando voglio e poi le riprendo" (Rocky Roberts)

"Tre mesi sono lunghi da passare quando l'amore stuzzica il tuo cuore, ti prego amore mio lasciami stare sennò non ce la faccio ad aspettare" (Rosanna Fratello)

"Nel continente nero paraponziponzipà ci sta un popolo di negri che ha inventato tanti balli" (Edoardo Vianello)

"Chi non lavora non fa l'amore" (Adriano Celentano)

"Donna tu sei mia e quando dico mia dico che non vai più via" (Lucio Battisti)

"Ehy ehy ho! Andiamo a lavorar, da mattina a sera siam sempre a lavorar" (I sette nani)

"Comprami, io sono in vendita" (Viola Valentino)

"Fammi abbracciare una donna che stira cantando" (Umberto Tozzi)

"Il gigante e la bambina camminavano tra i sassi, la mano del gigante su quel petto di creatura toglie tutta la paura" (Lucio Dalla)

"Mi vendo un'altra identità" (Renato Zero)

"Quanto si 'bbello a cavallo a stu cammello Allah Allah ma chi t'a fatto a fà" (Renato Carosone)

"Pensiero stupendo" (Patty Pravo)

Dai adesso basta, mi sembra di sparare sulla Croce Rossa. Ce ne sono sicuramente altri…



UCRONIA

Un romanzo di Stephen King, 22.11.63 (data omicidio di JFK, giorno che ogni americano riconosce subito anche se loro dicono 11.22.63) parte proprio da questo presupposto: dopo aver scovato una macchina del tempo, il protagonista vola indietro per impedire il fattaccio.

A missione compiuta, ritorna soddisfatto poi nel presente per scoprire che… non spoilero ciò che trova per non rovinare la lettura di questo OTTIMO romanzo di King, da cui hanno anche tratto una miniserie tv. Godibilissimo.

Un esempio superbo di Ucronia come si chiama la storia "alternativa", genere di fantasia che ha molti estimatori e che presuppone una conoscenza approfondita dell'argomento, le variabili in gioco sono tante. E difatti 22.11.63 è molto molto ben congegnato, con personaggi indimenticabili e niente affatto "horror". King è bravo, punto e basta.

MILLE PASSI

Intorno alle città spesso trovi paesi con nomi strani. Qui nelle vicinanze di Milano abbiamo per esempio Quarto Oggiaro, Sesto San Giovanni, Settimo Milanese e via dicendo. Perché questi numeri? La risposta è semplice, sono nomi di origine latina e indicano quante miglia i paesi distano dalla città più vicina.

Si sa che come unità di misura "miglio" corrisponde a circa 1500 mt e deriva da "mille". Mille cosa? Mille passi di un legionario romano, ma ecco la cosa che mi ha sempre stupito.

Un passo di un legionario romano dunque equivaleva a… gngngn facciamo i conti… 1,50 metri. Ma… ma è tantissimo! Io proprio se mi stiro senza saltare arrivo a poco più di un metro e certo non è un camminare comodo. Provateci, a quanto equivale un vostro passo normale?

Ricordo che da ragazzino mi immaginavo tanti spilungoni in marcia con l'elmo e la corazza che assalivano il villaggio di Asterix. Ammazza che gambe lunghe dovevano avere questi legionari! Ma sarà vero?

EDIT: ah ecco, svelato l'arcano. Il passus romano comprendeva due passi, avanzare con il piede destro e poi col sinistro. Così è più umano. Grazie a chi nei commenti mi ha informato