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domenica 22 gennaio 2023

NONOSTANTE TUTTO... L'UOMO

Ispirati dal successo galattico di Jesus Christ Superstar, anche la nostra parrocchia (Kolbe di Milano) volle cimentarsi nel 1980 in una avventura teatrale stile hippy. Le menti più fervide si misero all’opera di brutto e generarono un musical dall’indimenticabile titolo “Nonostante tutto... l’uomo”. Canzoni e scenette che spaziavano da Caino e Abele ad Anna Frank, passando per Giovanna d’Arco e Romeo e Giulietta.

Molto pretenzioso a pensarci oggi, ma se non le fai a 19 anni ‘ste cose quando le fai? Facile fare il superiore adesso ma allora tutti i giovani della parrocchia vennero presi dalla febbre del musical: il balletto, gli attori, il coro, gli scenografi… tutti volontari, una produzione complicatissima che Hollywood ce fa una pippa a due mani.

C’era per esempio bisogno di uno che al pianoforte fosse presente a tutte le prove per istruire il coro, ma chi è il volontario per un impegno così gravoso? Indovinato, bravi. Luchino alzò il ditino, perché la gloria e l’imperitura fama lo aspettavano.

E fu così che per 5 lunghi mesi ogni mercoledì sera provammo, provammo e riprovammo. Del resto era una cosa in famiglia: mia sorella era nel corpo di ballo e io avevo trovato una morosa tra le coriste, una vera figlia di Maria (senza rima, l’eccezione che conferma la regola, dannazione) (mia sorella è la prima a sinistra)

La sera della prima fu un successone. Organizzammo anche un mini tour nelle parrocchie lombarde: Bollate, Ballarate, Gallarate (tutti paesi che si danno del voi). Ma ecco il dramma: io quello spettacolo non l’ho mai visto, perché dovevo suonare quel dannato pianoforte. Il Scoprii il dramma dei musicisti, lavorano mentre gli altri si divertono.

Ero curioso, me l’hanno raccontato e ho solo delle foto. Giuro che se qualche Quorano l’ha visto, se lo ricorda e me lo racconta gli intesto casa. E’ 40 anni che ci penso.

So che alla fine il balletto era controluce dietro un sipario di carta che poi nel gran finale tutti laceravano per cantare davanti al pubblico. Quando seppi che i Pink Floyd rompevano il muro alla fine dello spettacolo The Wall pensai “Copioni, noi lo facevamo dieci anni fa a Baranzate”. Sono soddisfazioni.

Comunque il vostro affezionatissimo era sempre il primo a salire sul palco. Avanguardia. Eh sì. Prima che iniziasse lo spettacolo sbucavo dal sipario con una macchina fotografica in mano e dicevo al pubblico “Scusate, voglio scattare una foto ricordo. Sorridete tutti mi raccomando! Sorridete! E uno...e due...e tre.”

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