LA SAINTE-CHAPELLE

“Macché Gioconda o Champ-Elisées o Notre Dame… Sono belli ma se hai poco tempo e vuoi vedere il meglio a Parigi devi visitare la Sainte-Chapelle.”

“La Cappella Santa? Gaston, mai sentita. Più bella della Gioconda?”

“Molto più bella, Luca, è divina. Risale ai tempi di Luigi IX, 800 anni fa, ma ad oggi è insuperata. Senti, tu hai mai visto un’opera d’arte tanto bella da rimanere senza parole? Da scoppiare a piangere per l’emozione?”

“Uhmmm no. Francamente no. In passato mi è successo di commuovermi davanti ad uno spettacolo naturale, al mare, ad un bambino appena nato oppure una bellissima donna ma di fronte a qualcosa costruito dall’essere umano se devo essere sincero no. Magari ammirato e sbalordito questo sì, ma mettersi a piangere proprio no.”

“Fidati, dai retta a Gaston, quando entrerai nella Sainte-Chapelle sentirai un groppo in gola. Verrai sopraffatto dalla bellezza delle sue grandi vetrate, come se fossi avvolto nella luce.”

“Ella peppa, una esperienza mistica.”

“Succede così a tutti. E tu pensa che l‘architetto che l’ha progettata è rimasto sconosciuto, è solidissima ma ha le pareti di vetro. Un genio.”

“E come mai della Sainte-Chapelle non ne ho mai sentito parlare ma della Gioconda sì?”

“Questo lo dici tu. Chi l’ha vista ne è rimasto estasiato e lo confermerà.”

“D’accordo mi fido, ci andrò. Guarda però che se questa chiesetta non merita e mi fai sprecare il mio unico week a Parigi, Gaston, mi incazzo.”

“Non è una chiesa, ma una cappella che conteneva le reliquie più importanti raccolte dal Luigi IX, come un frammento della Vera Croce. Non a caso il devotissimo re fu fatto santo. In che periodo vai a Parigi?”

“Maggio.”

“Perfetto. Vacci in un pomeriggio pieno di sole, potrai ammirare al meglio le grandi vetrate luminose. Veramente entrando si percepisce il divino, la comunione dei santi, l’eterno. Il paradiso deve essere così.”

“E io come mi devo comportare?”

“Levati il basco e silenzio, Luca, sei di fronte alla bellezza.”