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sabato 10 aprile 2021

 VACCINATO!

Non è così facile arrivare al Palestrone del Don Gnocchi di Milano, dove eseguono le vaccinazioni anti-Covid. Stranamente non ci sono indicazioni precise per il Centro Vaccinale e ho visto molta gente disorientata aggirarsi tra i corridoi. Per fortuna però si incontrano tanti infermieri che ti indicano cortesi dove andare.

Strano, pensavo avessero avuto il tempo di prepararsi con striscioni e cartelli. Quando entro nel grande palestrone il colpo d’occhio fornisce una impressione strana, di caos organizzato. Tutti sono distanziati e in fila ma molti gironzolano spaesati. Per fortuna una ragazza infermiera vestita di bianco si avvicina subito, mi consegna un modulo da compilare e mi spiega rapida la trafila.

Italiani brava gente. Le regole come al solito non sono chiare ma trovi sempre qualcuno che ti aiuta con la burocrazia.

Si sono tirati nel palestrone su molti gabbiotti che non arrivano al soffitto, come se tutto fosse un grande loft. Sono così gli ospedali da campo? Compilato il modulo mi metto in fila con gli altri “soggetti fragili”. La fila scorre velocemente. Dopo 15’ minuti tocca a me. Entro in una stanzetta dove un Medico legge il modulo, fa delle domande, scrive un paio di cose e mi consegna alle infermiere che senza pensarci due volte mi denudano il braccio, prendono una siringhina e alè, vaccinato.

Tutto qui? Tutto qui. Adesso dovrò aspettare altri 15 minuti per precauzione, poi posso andare. Balengo come al solito, il vostro affezionatissimo chiede se può avere la siringhetta Pfizer come ricordo. Certo, senz’ago però.

Torno in salone e noto qualcosa che non mi aspettavo. Sono le 18 e già non c’è più nessuno, stanno chiudendo. Ma non era un’emergenza sanitaria, con vaccinazioni anche di notte, Natale e Pasqua, isole comprese?

Mah. Torno a casa guidando (sì, ho guidato sia all’andata che al ritorno). Come sto? Bene direi, tutto normale. Il giorno dopo (oggi) qualche lineetta di febbre e sonnolenza, ma niente che una tachipirina e una dormitona non possano domare.

E ora, aspettando la seconda e più tosta dose, posso vagare libero e bello per il mondo. Nulla mi tangerà e comunque avrò sempre il mio ricordino in tasca


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