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giovedì 1 aprile 2021

L'ULTIMA CENA

Forse non tutti sanno che la sala dell’Ultima Cena esiste veramente a Gerusalemme. E’ una stanzetta piccina situata sopra la chiesa della tomba di Re Davide (una chiesa col tetto piatto!), in mezzo al quartiere ebraico. La cosa sorprendente è che, pur così importante, è quasi insignificante. Non lascia il segno in chi la vede, è tutt’altro che “mistica”, non impressiona in modo particolare. I più anzi la ricordano solo perché da lì si va verso una terrazza da cui si gode un’ottima vista della città sacra.

Oggi è il giovedì della settimana santa, questa sera ricorre proprio l’anniversario dell’Ultima Cena. Quasi 2000 anni fa in quella stanzetta un uomo trascorse le sue ultime ore da uomo libero.

Un paio di giorni prima, scacciando con violenza i mercanti dal tempio centrale, si era messo nei guai. Non era più un semplice predicatore, un guaritore, era diventato per le autorità un pericoloso ribelle. Dato che non era uno stupido, sapeva che i Romani lo cercavano per fargliela pagare, le cose si stavano mettendo male.

In questo era facile profeta: lo avrebbero arrestato quella stessa notte per mandarlo a morte. E così avvenne: il giorno dopo l’avrebbero prima portato dal loro prefetto, Ponzio Pilato, che avrebbe sbrigativamente confermato la condanna e poi lo avrebbero crocefisso.

Era triste. Come passare quelle ultime ore di tregua? Come farebbero tanti di noi, in questa saletta l’uomo aveva radunato i suoi amici più cari per un ultimo incontro, un’ultima cena. Devono essere stati momenti toccanti, tanto che da allora vengono ricordati ovunque nel mondo ogni settimana nella Messa.

Quando il momento finale si avvicina, a ognuno capita di pensare a come verrà ricordato, se il suo passaggio nel mondo è servito a qualcosa, a qualcuno. Vogliamo avere vicini i nostri affetti più veri. Cosa resterà di me?



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