LETTERA AL FIGLIO DI ANGELA
(benjaminthemule@gmail.com)
Ciao
Riccardo, sono Luca l‘amico milanese di tua madre, ci siamo visti
un paio di volte l‘anno scorso. Ho saputo che hai vinto un bando di
lavoro per cui passerai un lungo tempo in Cina. Complimenti, queste
sono cose che spiccano in un curriculum.
Ne
approfitto per mandarti alcune mie riflessioni sulla Cina, in cui
sono stato una decina di anni fa quando ho fatto la Transiberiana, da
Mosca a Pechino in treno, sperando possano tornarti utili.
C’erano
infatti particolarità di quel grande paese che sono sincero mi
stupivano, forse qualcuna la conosci già.
1.i
cinesi in genere non sanno che esiste una nazione nel mondo chiamata
Italia.
Forse i giovani se citi Gucci, Fendi o Armani lo sanno, altri no.
Dato che quando dicevo “Italiy” notavo spesso il vuoto nei loro
occhi, alla fine dicevo “Europe” ed erano tutti contenti. Una
lezione di umiltà.
2.I
cinesi sono tutti lisci, senza
barba.
Per loro il pelo sulla faccia è roba da selvaggi. Io e gli altri
occidentali in mezzo a loro facevamo la figura degli yeti. La gente
ci guardava e rideva, qualcuno faceva segno di rasarsi. Tempi duri
per la tua barba.
3.I
cinesi non credono in Dio.
Per loro il trascendente non esiste (Confucio dixit). In compenso
"credono" totalmente nella gerarchia, nella famiglia, nella
tradizione. Una differenza molto profonda che porta a conseguenze
insolite: da loro per esempio non esiste la domenica, si lavora
sempre e l’individualismo è visto molto male. Ciò ha prodotto un
popolo molto disciplinaato anche se poco originale. Anche l’arte
per esempio deve essere collettiva.
4.Avete
presente quando uno dice "mi
sono vergognato per lui"?
Ecco, in Cina è ovunque e per tutti così. La responsabilità è
sempre collettiva e mai individuale come da noi. Se uno si comporta
male insomma la responsabilità è del gruppo che non ha saputo
"educarlo". Risultato: pressione sociale fortissima. Mai
mai mai far perdere la "faccia" ad un cinese. Disonori non
solo lui ma tutto il suo gruppo. Delicatezza.
5.sciocchezzina:
come mai i cinesi hanno gli occhi
a mandorla?
Mai capito da dove venissero.. NB i cinesi sono alti e bianchi come
noi. Il paese comunque è vastissimo, come l'Europa, e c'è di tutto.
6.I
cinesi conquisteranno il mondo ma non alla maniera occidentale (con
la guerra) ma piano piano, insinuandosi.
Ci metteranno 500 anni? Non fa niente, loro non hanno fretta. Questo
si è già capito che sarà il Millennio
Cinese.
7.Una
nota leggera. I
Cinesi sono noti sputazzoni.
Tutti coloro che tornavano dalla Cina riferivano come il popolo
cinese avesse questa disgustosa abitudine: sputavano comunque ovunque
e dovunque, giovani e vecchi, uomini e donne. Usanza, chiamiamola
così, che si perdeva nella notte dei tempi, poi esacerbata dal vizio
del fumo in Cina. Lì tutti fumano. Ma poi NEL
2008 IN CINA CI FU UN CAMBIAMENTO RADICALE.
Quell'anno a Pechino ci furono le Olimpiadi e il governo cinese
voleva (come è ovvio) fare bella figura, anzi bellissima davanti ai
barbari occidentali, per dimostrare la indiscutibile superiorità
della Cina. Come al solito, ogni occasione è buona per uno scontro
di civiltà. Per cui venne presa una decisione irrevocabile, BASTA
SPUTARE E BASTA FUMARE, che
danno una brutta immagine in TV e ai turisti. Sembrava
una cosa folle, anche perché riguardava più di un miliardo (un
miliardo) di persone e soprattutto lo sputazzo era abitudine radicata
da millenni. Un po' come se si proibisse agli italiani di
gesticolare. Figuriamoci. Ma il governo fu irremovibile e,
incredibile, NEL GIRO DI POCO TEMPO UN POPOLO INTERO CAMBIÒ LE SUE
ABITUDINI. Non so come hanno fatto, non lo avrei mai creduto
possibile ma accadde.
8.
Quando infatti visitai Pechino notai che nessuno sputava o fumava. E
la disciplina
collettiva
rimase: anche finite le Olimpiadi non si tornò più indietro.
Cambiare tutti si può. Ero molto impressionato da questo risultato.
E
più ci pensavo più ero sconcertato. "Che
popolo disciplinato… non è che saranno repressi? O no?",
mi chiedevo. Immaginavo poi un comando del genere dato agli italiani,
si formerebbero spontaneamente cortei di gente che sputa in nome
della libertà! Chissà se siamo più strani noi o i cinesi.
9.Allora
la
Cina è comunista?
Dubito che Marx avrebbe definito "comunista" l'attuale
regime vigente in Cina. C'è
un assoluto scollegamento tra la base e i vertici decisionali. Quello
oggi vigente in Cina sembra più ai miei occhi una sorta di
dispotismo illuminato, una oligarchia, che un regine comunista. Penso
per esempio al ferreo controllo di internet (sembrava impossibile ma
ci son riusciti). Funziona comunque? Sì, pare funzionare molto bene.
Il popolo cinese è uscito quasi tutto dalla povertà (e stiamo
parlando di un miliardo e mezzo di persone) e la Cina sta superando
gli USA nella leadership mondiale. Il resto del mondo sta a guardare
questi risultati straordinari e rosica, "Come hanno fatto quei
comunisti?". Semplice, anche se si riempiono come al solito la
bocca della parola "popolo" in realtà una elite (una volta
tanto veramente illuminata, la storia li ringrazierà) gestisce
tutto, favoriti in questo dal grande
rispetto che per formazione ogni cinese prova per la gerarchia.
10.Rispetto
che in occidente non esiste, forse qualche mea culpa bisogna farselo.
Il discorso è delicato e complesso, ma l'esempio della Cina fa
sorgere in me un dubbio sconcertante: "Forse troppa libertà è
negativa?". Vabbè, discorsi troppo grandi.
11.Finisco
con un aneddoto personale, risalente al mio ultimo giorno in Cina
all’aeroporto
di Pechino.
Sto aspettando l’aereo che mi porterà finalmente in Italia. E’
stata una bella vacanza ma è finita, intanto mi godevo le ultime ore
sul suolo cinese e mi guardavo intorno. Quanta gente che c’è in
questo mondo. Una ragazza cinese si siede accanto. “Excuse
me, can I talk with you?”.
La ragazza cinese, capelli neri, gentilezza e occhiali come tutte le
ragazze di queste parti, vuole proprio parlare con me. Sta studiando
la lingua inglese, ha intravisto me dalle fattezze occidentali e
adesso vuole fare un poco di pratica. Ma certo. La ragazza è molto
cortese ed è un piacere parlare con lei, con qualche titubanza ma ci
capiamo (non è che anche il mio inglese sia il massimo) e tra le
prime domande che mi rivolge c’è ovviamente da dove vengo: “where
do you come from?”
“Italy.”
“Italy?”
Lì
succede un qualcosa che mi è capitato spesso dicevo, nei suoi occhi
intravedo il nulla.
Mi rendo conto che la parola Italia non le evoca niente. Possibile?
Certo la Cina è grande, ma non è tutto il mondo.Stavolta decido di
non arrendermi. Quasi offeso nel mio orgoglio nazionale, inizio
ad elencare a casaccio le glorie italiote: “Leonardo… Raffaello…
Michelangelo…. Galileo… Garibaldi… Marconi… Dante!” Vuoto
totale. Decido di alzare il tiro. “Giulio Cesare… il gladiatore….
Venezia… Il Papa…. Il Colosseo… Roma!”
“Loma?”
Cambio
genere. “Trapattoni… Paolo Rossi… Tardelli...” Niente. E
capirai, qui lo sport nazionale è il ping pong. E’ a quel
punto che mi decido di giocare l’ultima carta, che in situazioni
simili ha funzionato.
“Berlusconi.”
“AH
YES!!! BUNGA BUNGA!!”
Ora
è interessata, vuole sapere perché lo abbiamo mandato via, in fondo
a lui piacevano solo le feste e le ragazze. Era così comico, così
funny! Cheffiguradimm. Duemila anni di civiltà e questo è il
risultato. E quando vedevo le foto del presidente cinese Xi Jinping
che stringeva la mano al nostro Mattarella lo so, lo so a cosa
pensavano un miliardo di cinesi.
12.comunque
se vuoi far colpo su una cinese fai il baciamano.
Non ci sono abituate e ti guarderà stupita.
Ciao
e buona fortunate
Luca