Visualizzazioni totali

lunedì 7 giugno 2021

 COME ESSERE UN BUON PADRE

Tornando a bottega, Cimabue rifletteva sul nuovo lavoro. Affrescare tutto il refettorio di frati a Vespignano non pareva semplice.
Cimabue aveva una reputazione da difendere, essere il miglior pittore di Firenze gli garantiva commesse importanti e continue. Gli affari andavano bene. Ma doveva impegnarsi. Chissà quei frati invece dove avevano trovato i soldi.
Per fortuna la natura intorno a lui gli dava l’ispirazione mentre passeggiava. Che bella la campagna toscana, che pace, che armonia, che sfumature. Tutto magnificava la gloria di Dio. Colline, alberi, le nuvole, un gregge di pecore poco distante. Cosa stava facendo quel pastorello? Sembrava fosse chinato su un sasso.
Incuriosito, Cimabue si avvicinò in silenzio e si mise a guardare bene. Il ragazzo stava disegnando. Sarà stato sui dieci anni, mentre le sue pecore pascolavano tranquille aveva preso una lastra piana e pulita e con un sasso poco appuntito ritraeva una pecora al naturale, senza nessun’altra scuola che il suo istinto.
Vedendolo disegnare con tanta naturalezza, Cimabue si meravigliò grandemente. Con la sua esperienza, riconosceva il talento naturale quando ne vedeva uno.
“Mmmm... ragazzo sei molto bravo. Come ti chiami?”
Il ragazzo si voltò. Era molto cortese e gli sorrise.
“Giacomotto, signore, ma tutti mi chiamano Giotto.”
“Giotto, io sono Cimabue il pittore, ho una bottega a Firenze. Ti piacerebbe venire a lavorare da me?”
“Per disegnare? Oh certo, ma devo chiedere il permesso a mio padre, Messer Bondone.”
“Giusto. Sei un ragazzo molto educato, andiamo allora. Oggi la tua vita è cambiata, Giotto!”
Cimabue non poteva saperlo ma quel giorno non solo la vita di Giotto era cambiata, pure la sua. In pochi anni Giotto sprigionò un talento così straordinario che lo superò nella sua stessa bottega.
Ma ecco la storia nella storia: Cimabue accettò di non essere più il primo pittore della città, di essere spodestato e non è da tutti. Favorì il più possibile la ascesa di quel figlio d’arte, che lui aveva levato dalla vita dei campi.
Questo per me significa essere un buon padre, lanciare il figlio verso il futuro. E non c’è nemmeno bisogno che sia un genio. Se lo è tanto meglio, ma rimarrà sempre tuo figlio


Nessun commento:

Posta un commento