Visualizzazioni totali

mercoledì 16 giugno 2021

 A COSA SERVONO LE DOMANDE

Nel suo splendido libretto del 1988 "Vedere voci" (acquisire, acquisire), dedicato al mondo della sordità, Oliver Sacks esamina questo "handicap" che si rivela molto molto più affascinante di quel che sembra. Noi "normotipi" li abbiamo in passato snobbati senza mezzi termini, una volta i sordomuti erano anzi considerati quasi ritardati a prescindere, ma si è scoperto che non è così.
Anzi, hanno dovuto superare tanti e tali ostacoli, compreso il formarsi di un linguaggio dei gesti tutto loro (voi riuscireste ad inventare una lingua dal niente?) che spesso si rivelano persone più attente e consapevoli di altre.
il grande neurologo britannico chiese comunque ad alcuni sordi dalla nascita la difficoltà più grande incontrata. La risposta ricordo mi stupì molto: a tutti era pesato da piccoli non potere fare domande.
A pensarci bene è terribile: un bambino di 4 anni in media fa 400 domande al giorno. Chiedere è fondamentale per capire e amare il mondo. Non riuscire a farsi capire sarebbe come per noi essere catapultati sin da piccoli in un paese straniero dove nessuno capisce. Dobbiamo capire tutto da soli.
Da quando ho letto quel libro ogni volta che incontro un sordo mi premuro di spiegargli a gesti cosa sta succedendo. Noto che mi "ascolta" sempre attentamente, non c'è nulla di scontato.
Come se ne esce? Col "linguaggio dei segni", una lingua che secondo me dovrebbero insegnare a scuola al pari dell'inglese, almeno i rudimenti. Chi conosce questo linguaggio l'ho sempre invidiatissimo per questo, più della conoscenza del giapponese!



Nessun commento:

Posta un commento