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lunedì 20 luglio 2020


IL SOGNO AMERICANO

Il 20 luglio 1969 avevo 8 anni e, che mi ricordi, è stata l’unica notte in cui i miei genitori mi hanno permesso di restare sveglio a guardare la tv.
L’occasione era storica: lo sbarco del primo uomo sulla Luna. I giorni precedenti avevo incollato tutti gli articoletti su un librone che deve essere ancora da qualche parte dai miei. Il giovane e occhialuto topino da biblioteca in me si sentiva parte di qualcosa di grande, una vera avventura magnifica.
Avevo un sogno americano dentro di me: astronauti con i capelli a spazzola che esploravano l’universo e giungevano su pianeti sconosciuti e nuovi, la fantascienza che diventava realtà. Ce n’era abbastanza per essere entusiasti.
Non ricordo però gran che di quella notte, sono sincero, probabilmente alle 4 di mattina mi ero già addormentato ma sapevo quello che sognavo. Immagini in bianco e nero di omini in tuta che saltellavano su un terreno dove mai nessuno aveva messo piede.
Ahimè, il mio sogno americano si sarebbe presto infranto quando anni dopo venni a sapere di porcate varie che gli USA avevano commesso qua e là nel mondo ma qualcosa è indubitabile sopravvive ancora oggi: ascolto musica e vedo film americani, parlo la loro lingua, uso la loro tecnologia etc.
In molte cose loro sono ancora troppo avanti, è un dato di fatto: per andare sulla luna usarono un computer 486, che da noi sarebbe arrivato solo 25 anni dopo (!!). Mi chiedo che computer sta usando OGGI la Nasa. Lo scopriremo solo vivendo.
Omini saltellanti in bianco e nero. Che buffi!



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