IL SOGNO AMERICANO
Il 20 luglio 1969
avevo 8 anni e, che mi ricordi, è stata l’unica notte in cui i
miei genitori mi hanno permesso di restare sveglio a guardare la tv.
L’occasione era
storica: lo sbarco del primo uomo sulla Luna. I giorni precedenti
avevo incollato tutti gli articoletti su un librone che deve essere
ancora da qualche parte dai miei. Il giovane e occhialuto topino da
biblioteca in me si sentiva parte di qualcosa di grande, una vera
avventura magnifica.
Avevo un sogno
americano dentro di me: astronauti con i capelli a spazzola che
esploravano l’universo e giungevano su pianeti sconosciuti e nuovi,
la fantascienza che diventava realtà. Ce n’era abbastanza per
essere entusiasti.
Non ricordo però
gran che di quella notte, sono sincero, probabilmente alle 4 di
mattina mi ero già addormentato ma sapevo quello che sognavo.
Immagini in bianco e nero di omini in tuta che saltellavano su un
terreno dove mai nessuno aveva messo piede.
Ahimè, il mio sogno
americano si sarebbe presto infranto quando anni dopo venni a sapere
di porcate varie che gli USA avevano commesso qua e là nel mondo ma
qualcosa è indubitabile sopravvive ancora oggi: ascolto musica e
vedo film americani, parlo la loro lingua, uso la loro tecnologia
etc.
In molte cose loro
sono ancora troppo avanti, è un dato di fatto: per andare sulla luna
usarono un computer 486, che da noi sarebbe arrivato solo 25 anni
dopo (!!). Mi chiedo che computer sta usando OGGI la Nasa. Lo
scopriremo solo vivendo.
Omini saltellanti in
bianco e nero. Che buffi!
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