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venerdì 31 luglio 2020

UNA AZIENDA HA IL DIRITTO DI INTROMETTERSI NELLA VITA PRIVATA DI UN LAVORATORE?

Questione delicata. Ti rispondo dall'altra parte della barricata, dal punto di vista dell'azienda e non del lavoratore avendo lavorato anni nel settore Risorse Umane.

In teoria no, ci sono leggi sindacali molto chiare sull'argomento. Il "controllo" (lo chiamo così per intenderci) inizia e si interrompe quando finisce l'orario di lavoro. E in genere accade così, della vita privata di un dipendente non frega niente a nessuno.

Uno può essere un festaiolo, avere 8 amanti, drogarsi, far parte dei Nazi Skin, vivere in maniera eccentrica, andare sempre a messa, avere precedenti, fare jogging etc e all'Azienda non importa né deve importare dopo l'assunzione. A parte questioni legali, è poi molto costoso e poco interessante indagare sulla vita privata di una persona.

Quando però un comportamento privato influisce sul rendimento lavorativo allora l'azienda interviene. Un contabile alzava spesso il gomito ma finché era puntuale e ordinato era solo un pettegolezzo da macchina del caffé.

Quando però iniziò con gli errori (e un giorno ne commise uno mica da ridere) allora l'Azienda intervenne. Ebbe dal Direttore un severo ammonimento. Gli errori e i ritardi però continuarono.

In passato era stato un ottimo soggetto e la ditta decise di non licenziarlo (poteva farlo) ma di offrirgli l'alternativa di una disintossicazione di 6 mesi (fu come immaginate un aut aut: o mangi questa minestra…). E' stata una invasione della privacy? Certamente. Sono lieto però di dire che funzionò. Il contabile si rimise in carreggiata.

Questo ad un livello per così dire basso. Ad un livello alto le cose però cambiano e la REPUTAZIONE diventa una discriminante. E la "reputazione" di una persona dipende da tanti fattori, pubblici e privati. Come diceva un dirigente, bisogna avere "le mutande pulite".

Un esempio che magari può servire: la web reputation. Più. il ruolo è importante più verrà passato a pettine ciò che avete pubblicato negli anni sul web. Lo ripeto spesso agli studenti (i giovani stanno in genere poco attenti al futuro), attenti a ciò che pubblicate, dove andate e cosa commentate. Esistono già società specializzate nel fare le pulci ai vostri movimenti.

So che questo può non piacere ma così stanno le cose.


SOLO PER INTENDITORI

Mascherina solo per intenditori.
Va bene, è giusto e me la metto, però la scelgo io. E se mi sorriderai con gli occhi, allora saprò che hai capito.


IL SOGNO DI BELZEBU’


“Mario per favore, vai più piano.”

“Tranquillo, di cosa hai paura? In tanti anni che guido non mi è mai successo niente. Ho anche superato un corso di rally. Fidati.”

“Lo so, ma mi sembra che stai andando troppo forte. Per favore, ho paura a questa velocità.”

“Ti senti a disagio?”

“Sì, molto.”

“Va bene allora rallento. Così può andare bene?”

“Molto meglio, grazie Mario. Veramente.”

“Non è me che devi ringraziare, ma Belzebù.”

“Cosa?”

“Sì, il demonio, Satanasso, tu come lo chiami? Sei mesi fa l’ho sognato, ero in macchina con lui che guidava. Ci divertivamo come matti e lui era bravissimo. Derapate, sorpassi, manovre allo striscio. Ne combinava di tutti i colori. Ad un certo punto però ha preso una salita ad una velocità folle, io sapevo che non andava bene, lo sapevo. Urlavo dalla paura! Ci saremmo frantumati. Era troppo, troppo veloce! E poi…”

“E poi?”

“Mi sono svegliato ghiacciato di sudore. Subito ho pensato “Oddio, è questo che la gente sente quando mi chiede di andare più piano? E’ questa la paura che prova? Ma è terribile!” Quella notte presi una decisione. Nessuno doveva provare quei sentimenti a causa mia. In futuro se notavo qualcuno spaventato dalla mia guida, l’avrei rassicurato e avrei rallentato.”

“Perché, prima non lo facevi?”

“No, anzi ti dirò che ero infastidito se qualcuno mi faceva una osservazione. Sembrava ai miei occhi che volessero limitarmi, che mi svalutassero. Ma da quella notte sono cambiato, do retta ai sentimenti altrui mentre guido. Anche se ti dirò una cosa. Un pensiero di cui mi vergogno un po’.”

“Dimmi.”

“E’ stato brutto che abbia avuto bisogno di un sogno per capirlo. Ci ho pensato spesso, non ci potevo arrivare durante il giorno? Avrei dovuto capirlo da solo, riflettendoci.”

“Non credere, tu l’hai capito da solo. Non sottovalutare i sogni. Quella notte tu hai trovato un grande coraggio: affrontare una parte demoniaca di te, che rischiava di rovinare la vita a te e agli altri. Guarda che non è facile accettare di vedersi questa parte oscura. Hai avuto coraggio, non tutti accettano di vedere il diavolo dentro di sé.”

“Ma io non l’avevo deciso.”

“Una parte di te lo voleva ed è stata così forte da costruire il sogno, resistere e vedere la verità profonda. “

“E perché in sogno e non durante il giorno?”

“Visto il passato non era un concetto facile da digerire. Soprattutto, te ne sarai accorto, in un carattere così orgoglioso come il tuo. E forse soltanto in sogno potevi provare una paura così agghiacciante.”

“Sì, è stata veramente profonda. Mi sono accorto che a volte seguivo degli impulsi non belli. Quel sogno, facendomi capire cosa provano gli altri, mi ha cambiato la vita.”



lunedì 27 luglio 2020


DOVE PASSA IL PRETE

Ah la servitù...gioia e dolori della casalinga indaffarata e magari con un lavoretto part time che la porta fuori casa. E chi tiene lustre e lucenti le mura domestiche?
Ma la domestica, no? Lo dice il nome stesso! Oggi sono le straniere che in questo impiego vanno per la maggiore, ma una volta erano tutte italiane, del sud oppure venete non so perché. Le case dei ricchi si distinguevano per avere invece “la filippina”, che per molto tempo da bambino ho creduto indicasse non una nazionalità ma un lavoro.
Ricordo che con una ragazza del sud, procace ma non particolarmente operosa, mia madre litigò di brutto prima di mandarla via. Asseriva che “puliva solo dove passa il prete”. E che vuol dire? Boh ma essendo mammina incazzata meglio non chiedere.
L’ho dedotto più tardi: la ragazza puliva solo superficialmente e nei punti di passaggio principali, per capirsi quelli dove cammina il prete durante la benedizione annuale della casa.
E un’altra cosa notavo che mi stupiva molto e che ho capito veramente solo vent’anni dopo. Quando ho intuito la verità è stato come sentire nella mia testa un fulmine. BANG!
Dovete sapere che se la domestica veniva che ne so il martedì, mia madre il lunedì puliva casa da cima a fondo. Io la guardavo grattandomi la testa e mi domandavo: ma perché pulisce se tanto la domestica arriva domani? Stranezze mammesche, conclusi.
Solo tanti anni dopo ho capito: si vergognava. "Chissà che cosa pensa". Ah, il senso del decoro della borghesia milanese.






E' ARRIVATO L'ARROTINO!
Fin da piccino, ogni tanto nelle strade e nei box del quartiere passava un camioncino bianco traballante con un megafono grosso così che urlava urbi et orbi un messaggio misterioso. Messaggio che se ben ricordo diceva pressapoco così:
DONNE, E’ ARRIVATO! L’ARROTINO! ARROTA COLTELLI, FORBICI, FORBICINE! RIPARIAMO CUCINE A GAS! ABBIAMO TUTTI I PEZZI DI RICAMBIO! SE AVETE PERDITE DI GAS NOI LE AGGIUSTIAMO! E' ARRIVATO L'OMBRELLAIO! AGGIUSTIAMO TUTTI GLI OMBRELLI! DONNE, E’ ARRIVATO L’ARROTINO!
Bei tempi in cui le cose non si buttavano ma si riparavano, penserà qualche nostalgico. Ma nella mia testolina contorta (già allora) di bambino io intravedevo qualcosa di inquietante. Non c’era mai tanta gente intorno a lui. Che nesso c'era tra gli Arrotini e gli Ombrellai? Mi chiedevo chi lo guidava e cosa veramente facesse. Mah.
Il mistero si infittì quando vidi a Torino lo STESSO camioncino che gridava lo STESSO messaggio registrato. E poi lo rividi a Bologna! E in alcuni piccoli paesi del sud, dove andavo in vacanza da bambino, avevo udito nelle strade il suo messaggio!
Ci poteva essere solo una spiegazione, conclusi: esisteva una lobby degli arrotini comandata da un monopolio diffuso in tutta Italia, che imponeva lo stesso messaggio e forniva di Ape Car gli adepti.
Per quali motivi? Mistero misterioso. Un giorno che avevo la febbre, immaginai sette sataniche che reclutavano giovani vergini che sacerdoti Ombrellai sacrificavano al Dio Arrotino. Era un mio antico pallino, ora sono grande e voglio sapere la verità.
Ci sono ancora tra noi sacerdoti e lavoratori di quella antica setta? Qualche imprevidente casalinga si è mai servita da loro? Mantenevano ciò che si prometteva o era pubblicità ingannevole con secondi fini? Passano ancora per le strade del quartiere? Sempre con lo stesso camioncino e megafono? Il messaggio è sempre quello?
(nella foto un Ape Car molto simile ai loro, maledetti hanno cancellato tutte le scritte! Non ci sono più prove!)


domenica 26 luglio 2020


IL DELFINO CATTIVO

“Scimmie che negli zoo si lanciano verso la gabbia spaccandosi la testa. Ribellarsi per loro è segno di vitalità e meno male che gli zoo stanno sparendo.”
“Terribile. Chissà comunque se in natura ci sono animali pazzi, con vere malattie mentali.”
“Noi possiamo vedere solo Anomalie Comportamentali, ma un conto è vederle, un altro è dire che sono matti. Per esempio, chissà perché ma nelle formichine ogni tanto qualcuna si ribella e va per conto suo. E’ matta? Vuole esplorare? E’ una ribelle? E chi lo sa.”
“In quel caso che succede, mica hanno lo Xanax.”
“Magari, intervengono le formicone sentinelle che tagliano senza pietà la testa. Zac!”
“Una concezione radicale della psicoterapia.”
“Eh già. Comunque un comportamento animale che secondo me potrebbe essere indice di un disturbo mentale secondo me esiste, è l’aggressività sgangherata. Quella a volte si vede.”
“Ma l’aggressività nel mondo animale non è normale?”
“Assolutamente. L’alternativa è diventare pecore che si fanno macellare senza protestare. E non esistono tigri timide, solo guardinghe. Ma altre volte alcuni animali secondo me esagerano, non riescono a limitarsi.”
“Diventano troppo cattivi?”
“Qualcosa non va. Da bambino vidi un delfino isolato al Delfinario di Riccione. Ci dissero di non avvicinarci, era nervosissimo e indomabile, morsicava e sbatteva contro le pareti della vasca.”
“Un delfino cattivo! Non pensavo esistessero.”
“Nemmeno io. Tutti gli inservienti dicevano che era matto e prima o poi sarebbe stato abbattuto. Ma poi mi sono chiesto: quel delfino era nato cattivo o era inferocito perché non aveva la libertà?”
“Secondo me la seconda.”
“Però era nato in cattività, nulla sapeva del mondo. Che mistero.”
“Chissà cosa pensava.”
“Anche tra gli esseri umani ho notato qualcosa di simile, sai? Non siamo poi molto diversi da loro. Chi è molto malato per esempio e ha perso la libertà, ha davanti a sé varie strade: diventerà aggressivo come quel delfino? Rischierà la vita come la formichina, sbatterà la testa contro le gabbie come uno scimpanzé? Depresso si lascerà macellare come un pecora? Cosa succede alle persone quando il muro è troppo alto?”




C'E' QUALCOSA CHE TI FA SCHIFO?

"L'unico scarafaggio buono...è uno scarafaggio morto!"
(Men in Black 1997)


sabato 25 luglio 2020



QUAL E' STATO IL DISCORSO PIU' RIUSCITO IN QUESTA PANDEMIA?
Mi aveva impressionato molto il discorso del Presidente dell'Albania Edi Rama in piena emergenza Covid il 30 marzo 2020, quando ha inviato un contingente di medici albanesi in Italia
"Laggiù è casa nostra da quando gli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati quando l'Albania bruciava di dolori immensi. Non abbandoniamo mai l'amico in difficoltà: l'Italia la vincerà questa guerra"
In fondo poteva sembrare poca roba, erano solo 30 fra medici e infermieri. Ma spedirli in Lombardia in piena emergenza, mossa che in quei tempi pareva quasi suicida, è stato un atto concreto di coraggio e solidarietà di cui avevamo molto bisogno. Paesi ricchissimi ci avevano voltato le spalle con una risata. Quella del premier albanese è stata la proverbiale boccata d'ossigeno che risolleva fisico e morale, che non fa sentire soli..
Che una nazione povera si privi di qualcosa di prezioso per dare una mano non è scontato. Poteva benissimo dire "cavoli loro, si arrangino" (come hanno fatto altri paesi europei prima che la Merkel li mettesse in riga), nessuno avrebbe detto niente.
"Ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che siano chiamate mentre in Italia, dove si stanno curando negli ospedali anche albanesi, hanno un enorme bisogno di aiuto".
Parole semplici e sagge, di solidarietà e fratellanza fra i popoli. Una volta tanto gesti concreti che uniscono, non che dividono. Il mondo ne ha bisogno e una nazione piccola può insegnare cos'è la gratitudine più di tante altre.
PS: specifico, per evitare fraintesi, che sono milanese e non ho parenti albanesi, non si sa mai. Scusate ma secondo me era giusto ricordare.

venerdì 24 luglio 2020

Anche il mio pupazzo scimmiotto si è adeguato ai tempi


LE TRE SORELLE DELLA SCLEROSI

Ogni tanto mi chiedono perché, nonostante io sia conciato così, sono comunque contento e affronto la vita senza paturnie. In realtà ho un segreto per sorridere così, a voi voglio confessarlo.

Dovete sapere che tanti anni fa, quando stavo ancora bene e camminavo nei boschi, senza preavviso incappai in un fiumiciattolo bello gorgogliante. Nessuno mi aveva parlato di un ruscello da quelle parti, non c’era nelle mappe. La cosa più strana è che le sue acque erano tiepide, più spesso fredde ma si avvertiva pure una corrente calda!

Acqua calda? C’è una sorgente termale da queste parti? Incuriosito, risalii il ruscello indietro sino all’origine. Salendo, dopo un centinaio di metri tra gli alberi intravidi un grande sasso da dove scaturiva la sorgente. Eccola! Mi avvicinai curioso alla foce del fiume, magari avevo scoperto una cosa nuova.

Ma le sorprese non erano finite. Mi accorsi ahimè di non essere il primo, addio scoperta, però intorno al macigno umido si muovevano tre ragazze. Molto simili, secondo me erano gemelle. Mi avvicinai, mi presentai e chiesi loro chi erano.

A turno le tre ragazze mi raccontarono la loro storia: i loro nomi erano Sonnolenza, Depressione e Stanchezza ed tutte erano contente quando arrivava qualcuno. Ogni mattino una delle tre a caso apriva la sorgente che inondava di acqua tutto il bosco.

Le tre ragazze stettero con me tutto il giorno e passammo un piacevole pomeriggio insieme, occupati in una magia che un nome rovinerebbe. A seguito della bella giornata le tre ragazze mi promisero un regalo: se un domani mi fossi ammalato di Sclerosi Multipla, come accadeva ad altri per consolarmi sarebbero passate a trovarmi tutti i giorni.

Unica condizione per essere baciato, dovevo tenere gli occhi chiusi. Ci raccomandiamo non dirlo in giro, non ti capirebbero e poi, e qui si misero a ridere, non verremo mai tutte insieme! La sorgente non poteva restare incustodita, una sorella alla volta.

Ognuna di loro mi avrebbe dissetato con l’acqua della sorgente e gli effetti sarebbero stati in apparenza molto molto simili al torpore, ma quando c’era Sonnolenza non c’era Depressione e Stanchezza, se arrivava Depressione niente Sonnolenza e Stanchezza etc.

In casi speciali venivano a trovarmi in due ma di solito ne veniva una sola e passavamo qualche ora insieme. Sono molto belle e mi fanno compagnia, raccontano storie del bosco.



Ecco il perché del mio buonumore. Non sono solo. Oggi quale delle tre sorelle uscirà dai boschi e verrà a trovarmi? Vivrò delle magnifiche ore con loro.