PROLETARIATO E
SOTTOPROLETARIATO
“Buongiuorno, sono Sara, volevo propuorle le nostre nuove tarif…”
“No grazie Sara, non sono interessato.”
La solita telefonata delle compagnie telefoniche, tanto brave
a promettere. Questa però aveva una caratteristica speciale: la voce
tipicamente slava della ragazza mi era arrivata il pomeriggio del Primo Maggio,
festa dei lavoratori in cui i lavoratori riposano.
Forse le cose sono collegate: le ragazze slave possono essere
sfruttate anche il 1° Maggio, non ci sono problemi. Anzi, devono solo
ringraziare il cielo che si dà loro una opportunità lavorativa.
Un ragionamento che ho visto spesso applicato da altri
italiani agli extracomunitari. Ho visto con i miei occhi vecchi comunisti
(vecchi comunisti! gente a cui avrei consegnato le chiavi di casa) dire di
ragazzi sudamericani che sfrutt… impiegava come facchini pagandoli due lire
“Beh che c’è? Se non era per me non facevano nulla”.
Già Marx parlava della grande classe che stava sotto il
proletariato, il cosiddetto lumpen-proletariat (proletariato straccione).
Quella grande massa di individui senza diritti, senza lavoro, senza voce, priva
di coscienza politica e che vive nei ghetti. Non è difficile notare che oggi da
noi il lumpen-proletariat non è più italiano ma è lo straniero, l’extracomunitario,
il clandestino senza permesso di soggiorno. Quello che molti vorrebbero
cacciare con le mazze.
Il discorso è complesso e porta a polemizzare, ma si sarà
capito che io non la penso così: non solo delinquenti e miserabili, da quella
classe sociale debole sono usciti anche grandi personaggi: Charlie Chaplin, Baudelaire,
Ella Fitzgerald, Steve Jobs … in tantissimi hanno iniziato proprio dal basso,
senza niente.
Forza Sara, devi resistere, sopporta, stringi i denti. Un
futuro migliore è possibile.
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