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venerdì 4 maggio 2018


UNA FAVOLA

C’era una volta un Gufo che viveva nella spaccatura di una montagna, da cui non usciva mai e da cui osservava il mondo. Aveva un’ala rotta e non poteva volare ma il suo spirito, aiutato dal Grande Gufo, ogni notte volava sopra le nuvole e sognava il mondo dall’alto. I prati erano più verdi di come li ricordava, i fiumi erano linee azzurre che si intrecciavano, gli alberi puntini, le montagne coperte di neve bianca. Tutto era libertà e gratitudine.

E poi, quando Gufo si svegliava, anche nella realtà non era solo. Il vento gli portava ogni giorno tanti amici e due gli erano particolarmente cari: Serpente, che con la sua bocca gli trasportava sempre qualcosa da mangiare, e Rospo, che grosso e grasso gli saltellava intorno raccontando storie buffe sulla origine del mondo per farlo sorridere.

A suo dire il mondo aveva avuto origine da una grande bocca di rana, che aveva vomitato le montagne, solo che poi vedendole rana si era pentita e aveva mandato la neve per coprirle. Serpente annuiva e malgrado avesse l’ala rotta, Gufo rideva e la vita era dolce con gli amici, le giornate liete, le notti stellate.

Un giorno di primavera Rospo andò a trovare la sua fidanzata che abitava lontana e chi meglio dei suoi amici Gufo e Serpente poteva accompagnarlo? In tre si sentivano forti, si proteggevano a vicenda e potevano ciacolare tra loro tutto il viaggio. Dovevate vederli mentre passavano lenti per la strada, ognuno a suo modo: Rospo saltellava, Serpente strisciava e Gufo zampettava. E niente li fermava.

Quante avventure, quanti boschi e castelli incontrarono (ve ne parlerò un’altra volta), la natura fiorìva intorno a loro durante il viaggio. Arrivarono dopo qualche tempo in riva al mare dove abitava la fidanzata di Rospo che, aiutato dai suoi amici e qui il contributo di Serpente fu decisivo, costruì uno speciale rifugio sotto una mangrovia.

Le onde del mare tentavano ogni giorno di scardinare il rifugio ma le radici della mangrovia ben intrecciate da Serpente resistettero e non solo. Il saggio Gufo pregò il suo spirito guida e avvenne un vero miracolo: la mangrovia iniziò a trasformare l’acqua salata del mare in acqua dolce. Che pianta meravigliosa, che dono dello spirito. L’acqua dolce divenne una cascata, un fiume limpido che si riversava nel mare.

Rospo e la sua fidanzata avevano trovato il loro posto nel mondo. Serpente decise di rimanere vicino a loro mentre Gufo scelse di ritornare nella sua montagna. Malgrado l’ala fosse sempre rotta il viaggio di ritorno fu per lui breve, un vento caldo sollevò subito Gufo e lo portò in alto, sempre più in alto. La sua ala rotta non contava più nulla ormai, poteva vedere con i suoi occhi quello che nei sogni aveva sempre immaginato.



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