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domenica 13 maggio 2018


AMORE MIO

“Mi racconti allora cosa è successo. Al telefono sembrava molto agitato.”
“Oh dottore, era tanto che non mi succedeva. Due sere fa sentivo che i miei pensieri stavano prendendo una brutta piega. Ero lacerato dentro, mi sentivo freddo, vuoto…il mondo non aveva più senso per me.”
“Mmmm…discorsi pericolosi, che lei mi ha già portato in passato. A volte dopo le è capitato di avere una crisi. Ma non avevamo trovato un rimedio?”
“So a cosa si riferisce, all’ora di punta. Io amo l’ora di punta, tutta quella gente che ti spinge, ti circonda, ti tocca. Prendo un biglietto della metropolitana quando è più affollata e per un’ora mi lascio andare alla calca. E’ bellissimo muovermi come un’alga insieme a tutti, siamo un corpo unico. Mi fondo in quella gelatina, i brutti sentimenti svaniscono e sto meglio.”
“Come mai non l’ha fatto anche stavolta?”
“Era troppo tardi, era piena notte con l’ora di punta finita da un pezzo. Allora…”
“Allora?”
“Ci ho pensato, mi sono vestito, uscito, passato dal bancomat, ho prelevato e poi con la macchina ho girato e girato sino a quando ho adocchiato una prostituta che mi piaceva. Era non tanto alta ma pienotta come piace a me. Abbiamo contrattato per tutta la notte,,,”
“Tutta la notte. Le sarà costata parecchio.”
“Eh, un botto ma stavo troppo male. Per fortuna lei è stata comprensiva e ha capito che iniziavo a star male. Siamo andati a casa sua, ci siamo spogliati nudi e sono rimasto abbracciato al suo corpo caldo senza parlare tutta la notte. Amore mio. Poi la mattina dopo ci siamo svegliati, mi ha preparato il caffè e me ne sono andato contento.”
“Bravo, il suo bisogno di oneness è stato soddisfatto, ha trovato una soluzione pratica.”
“Bisogno di che?”
“Di oneness, vediamo come tradurlo…di fusionalità, di unità. Lei prende sempre il Serenase?”
“Sì dottore, 5 gocce la mattina e 5 la sera.”
“Vedremo di far correggere la dose se è il caso. Adesso come sta?”
“Sto bene ma sono preoccupato, non è che mi sta arrivando una crisi come nell’estate dell’anno scorso?”
“Non penso, lei adesso è ben compensato e poi è bravo a trovare soluzioni alternative. Altri sintomi o robe strane?”
“Beh, c’è sempre quella sensazione che ho dentro sin da ragazzo. Quando al cinema o alla televisione vedo scene di massa, di folle, di popoli in marcia allora io…io mi commuovo. A volte piango.”
“Non si preoccupi di questo, capita a tanti. Siamo animali sociali, vogliamo tutti far parte di, costruire qualcosa di bello in cui non separarci più.”
“Vero dottore. Posso dirle una cosa? Lei sa che ho problemi di identità ma in questi giorni ho scoperto una cosa importante. Che l’amore è toccarsi. E che io… io sono chi mi ama.”



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