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giovedì 31 maggio 2018


CHI HA LA SCLEROSI PUO’ ANDARE AL RISTORANTE?

Sono stufo di stare sempre in casa, voglio uscire!
Va bene, ho la sclerosi multipla e non sono certo al massimo della forma, ma non voglio stare al chiuso. Stare in casa è bello ma non è bello stare sempre in casa.
Lo so che faccio tanta fatica. Ma adesso è arrivata l’estate, ci sono i tavolini fuori, è bello mangiare all’aria aperta. Ci sono gli amici. Perché devo rinunciare a questo piacere? No, non ci sto.

Voglio recarmi in quel ristorantino che dicono delizioso. Voglio passare una bella serata e dopo condividere l’esperienza con voi, compagni di sventura. Perché forse in questi anni qualcosa ho imparato. Poi farete come vi pare, ma intanto dico la mia. Magari a qualcuno tornerà utile o anzi aggiungerà qualcosa.

1.ANDARE IN COMPAGNIA. Sarà banale dirlo ma se voglio mangiare fuori ho visto che DEVO per forza chiedere a qualcuno di accompagnarmi. Non si scappa. Non posso fare più nulla da solo, l’imprevisto è in agguato e non è questione di paura ma di prudenza. So benissimo che basta niente. Per cui chiederò senza timore se stasera vengono fuori con me, al limite pago io (sm, quanto mi costi). Comunque grazie amici.

2.PREPARAZIONE. Anche qui, ho imparato che ho bisogno di molto preavviso per prepararmi. Parla l’esperienza. Non posso più accettare inviti all’ultimo momento. Vescica e intestino devono essere a posto e ciò non si improvvisa. Inoltre ogni volta nel pomeriggio prima schiaccio un obbligatorio e salutare pisolino. E dopo sto attento a come mi vesto, praticità e comodità innanzitutto ma senza sciatteria, dai.

3.ATTENZIONE ALLA LOCATION: il luogo è accessibile ai disabili? Quante barriere architettoniche ci sono? Ci sono scalini o lunghi corridoi da percorrere? Il pavimento è liscio? Quanto dista il parcheggio? A parole e su internet siamo tutti bravi e belli ma poi la realtà è sempre diversa. Per esperienza so che se un “normale” dice qualcosa, poi nella mia testa devo raddoppiare se non triplicare. Quanto dista il parcheggio? “E’ vicinissimo, saranno massimo 20 metri” (prepariamoci a 50). Ci sono scalini? “Pochi, due o tre”. (Scommettiamo che sono almeno 5). Non lo fanno per cattiveria, è che proprio non ci pensano. Per cui una visita preventiva sul luogo. di un amico o familiare sarebbe opportuna. Obbligatoria in ogni caso la prenotazione al tavolo più vicino all’ingresso.

4.CIBI SI’, CIBI NO. Ok siamo arrivati e mi sono seduto. Adesso bisogna ordinare. Qui il discorso è delicato e personale, dipende dai gusti, dico quello che mi riguarda. Vietati per me anche se piacciono lasagne, zuppe, crostacei da sgusciare, costate da tagliare vigorosi, robe unte (sigh), boccali colmi sino all’orlo, frutta da sbucciare… La pizza è ordinata già tagliata. Reggo poco l’alcool, meglio una lattina (non un bicchiere) di coca. Personalmente apprezzo molto da sclerato antipasti, spiedini, insalatone, dolci al cucchiaio, roba piccola e già tagliata insomma, facile da maneggiare. Anche il cibo può essere una barriera architettonica. Ogni volta che leggo il menù mi dico “questo no questo no questo no….questo potrebbe andare”. E’ un mondo difficile.

5.TOILETTE in genere sconsiglio di recarsi alla toilette in questi posti ma talvolta è necessario. Dio, se è necessario. Una mia amica in sedia a rotelle diceva sorridendo: “vediamo se superano il test, chiediamo se hanno il bagno disabili…”. La cosa per me sorprendente è che in questi anni ho visto bagni per disabili ricavati nelle zone del locale più assurde oppure usate come magazzino di bibite e tovaglie. “Tanto non ci va mai nessuno.“ Certi numeri da circo in certe toilette che ve li raccomando, peccato non avere testimoni.

6.FINALE. Come consigliavano ai vecchi attori di teatro, “non sbagliate l’uscita”. Una stupida caduta getterebbe la sua ombra su tutta la serata. Un ultimo sforzo, dosate bene le energie per tornare al parcheggio. E lasciate una mancia generosa, potrebbe tornarvi utile.
L’essere umano è un animale adattabile, e allora adattiamoci. Le difficoltà mi rallentano ma non mi possono fermare. Anzi, più impegnative sono più mi  diverto.
Uh, quanto mi diverto tutte le volte! :)




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