CHI HA LA SCLEROSI PUO’ ANDARE AL RISTORANTE?
Sono stufo di stare sempre in casa, voglio uscire!
Va bene, ho la sclerosi multipla e non sono certo al
massimo della forma, ma non voglio stare al chiuso. Stare in casa è bello ma
non è bello stare sempre in casa.
Lo so che faccio tanta fatica. Ma adesso è arrivata
l’estate, ci sono i tavolini fuori, è bello mangiare all’aria aperta. Ci sono
gli amici. Perché devo rinunciare a questo piacere? No, non ci sto.
Voglio recarmi in quel ristorantino che dicono
delizioso. Voglio passare una bella serata e dopo condividere l’esperienza con voi,
compagni di sventura. Perché forse in questi anni qualcosa ho imparato. Poi farete
come vi pare, ma intanto dico la mia. Magari a qualcuno tornerà utile o anzi aggiungerà
qualcosa.
1.ANDARE
IN COMPAGNIA. Sarà banale dirlo ma se voglio mangiare fuori ho visto che DEVO
per forza chiedere a qualcuno di accompagnarmi. Non si scappa. Non posso fare più
nulla da solo, l’imprevisto è in agguato e non è questione di paura ma di
prudenza. So benissimo che basta niente. Per cui chiederò senza timore se
stasera vengono fuori con me, al limite pago io (sm, quanto mi costi). Comunque
grazie amici.
2.PREPARAZIONE.
Anche qui, ho imparato che ho bisogno di molto preavviso per prepararmi. Parla
l’esperienza. Non posso più accettare inviti all’ultimo momento. Vescica e
intestino devono essere a posto e ciò non si improvvisa. Inoltre ogni volta nel
pomeriggio prima schiaccio un obbligatorio e salutare pisolino. E dopo sto
attento a come mi vesto, praticità e comodità innanzitutto ma senza sciatteria,
dai.
3.ATTENZIONE
ALLA LOCATION: il luogo è accessibile ai disabili? Quante barriere
architettoniche ci sono? Ci sono scalini o lunghi corridoi da percorrere? Il
pavimento è liscio? Quanto dista il parcheggio? A parole e su internet siamo
tutti bravi e belli ma poi la realtà è sempre diversa. Per esperienza so che se
un “normale” dice qualcosa, poi nella mia testa devo raddoppiare se non
triplicare. Quanto dista il parcheggio? “E’ vicinissimo, saranno massimo 20
metri” (prepariamoci a 50). Ci sono scalini? “Pochi, due o tre”. (Scommettiamo
che sono almeno 5). Non lo fanno per cattiveria, è che proprio non ci pensano. Per
cui una visita preventiva sul luogo. di un amico o familiare sarebbe opportuna.
Obbligatoria in ogni caso la prenotazione al tavolo più vicino all’ingresso.
4.CIBI
SI’, CIBI NO. Ok siamo arrivati e mi sono seduto. Adesso bisogna ordinare. Qui
il discorso è delicato e personale, dipende dai gusti, dico quello che mi
riguarda. Vietati per me anche se piacciono lasagne, zuppe, crostacei da
sgusciare, costate da tagliare vigorosi, robe unte (sigh), boccali colmi sino
all’orlo, frutta da sbucciare… La pizza è ordinata già tagliata. Reggo poco
l’alcool, meglio una lattina (non un bicchiere) di coca. Personalmente apprezzo
molto da sclerato antipasti, spiedini, insalatone, dolci al cucchiaio, roba
piccola e già tagliata insomma, facile da maneggiare. Anche il cibo può essere
una barriera architettonica. Ogni volta che leggo il menù mi dico “questo no
questo no questo no….questo potrebbe andare”. E’ un mondo difficile.
5.TOILETTE
in genere sconsiglio di recarsi alla toilette in questi posti ma talvolta è
necessario. Dio, se è necessario. Una mia amica in sedia a rotelle diceva
sorridendo: “vediamo se superano il test, chiediamo se hanno il bagno
disabili…”. La cosa per me sorprendente è che in questi anni ho visto bagni per
disabili ricavati nelle zone del locale più assurde oppure usate come magazzino
di bibite e tovaglie. “Tanto non ci va mai nessuno.“ Certi numeri da circo in
certe toilette che ve li raccomando, peccato non avere testimoni.
6.FINALE.
Come consigliavano ai vecchi attori di teatro, “non sbagliate l’uscita”. Una
stupida caduta getterebbe la sua ombra su tutta la serata. Un ultimo sforzo,
dosate bene le energie per tornare al parcheggio. E lasciate una mancia generosa,
potrebbe tornarvi utile.
L’essere
umano è un animale adattabile, e allora adattiamoci. Le difficoltà mi
rallentano ma non mi possono fermare. Anzi, più impegnative sono più mi diverto.
Uh,
quanto mi diverto tutte le volte! :)
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