Visualizzazioni totali

lunedì 13 novembre 2017

UNA BRUTTA ESPERIENZA

“Cos’è quello?”
“Quello cosa?”
“Quella sorta di…di pallone azzurro di plastica sopra il tuo letto.”
“Ah quello. Si chiama Ambu, è il mio polmone di scorta. Lo uso ogni mattina per la ginnastica respiratoria.”
“Ah perché, esiste la ginnastica per respirare?”
“Certo. L’Ambu soffia l’aria dentro i polmoni e me li allarga. Che bello sentirsi dilatare i polmoni, la gente normale non ci fa più caso ma respirare è bellissimo.”
“Come mai questa ginnastica?”
“La insufficienza respiratoria è uno dei regali della mia malattia. Con la sclerosi multipla respiro male, ho sempre “fame d’aria”. L’Ambu mi serve appunto per evitare l’inferno.”
“Eh?”
“La settimana scorsa, mentre ero solo in casa, ho passato una esperienza indimenticabile.”
“Indimenticabile? Interessante, racconta.”
“E’ iniziato tutto banalmente. Mi era andato di traverso qualcosa ma anche se sforzavo non riuscivo a tossire, la malattia proprio in quel momento mi aveva bloccato la gola. Non riuscivo più a respirare, non avevo più aria ed ero entrato in apnea. Mi è arrivato addosso il panico, ero diventato in pochi secondi un fascio di nervi.”
“Come negli attacchi d’asma.”
“Una cosa simile. E’ stato terribile, non ci crederai ma ho creduto seriamente di morire. Ho pensato “muoio soffocato, oddio muoio, mi ritroveranno freddo”. L’aria mi circondava ma non riuscivo a farla entrare dentro.”
“Te la sei vista brutta insomma. Ma è un pericolo immaginato o è qualcosa che è già successo?”
“Purtroppo è già successo. Non dimenticherò mai quei pochi metri in apnea per andare al divano, prendere l’Ambu, ficcarmi il tubo in gola e finalmente respirare. Se in quei momenti inciampavo e cadevo ero morto.”
“Ma non c’era nessuno ad aiutarti?”
“La gatta, che chissà cosa pensava vedendomi annaspare e rosso in faccia. Nel suo mondo la sclerosi multipla deve essere una malattia da prede.”
“Beh, anche se abbacchiato comunque sei ancora tra noi a romperci le balle. Dai, è finita.”
“Sì, sono vivo. Ma da allora tengo l’Ambu sul letto a portata di mano. Ho avuto troppa paura quel giorno, pensavo veramente che la mia ora fosse arrivata.”
“Senti, ma si rivede tutta la propria vita?”
“Dopo ci ho pensato. No, non ho rivisto niente però ricordo che un pensiero è arrivato come un lampo: ciò che è stato è stato, non ti affannare più, il tempo è finito. Con le ultime forze ho afferrato l’Ambu, ho respirato ancora e la vita è tornata.”
“Meno male, dai, tutto è bene ciò che finisce bene.”
“Dante aveva ragione, sai? I gironi dell’inferno sono tanti.”
“Milioni di milioni.”
“Tu ci scherzi, ma con questa malattia l’inferno in forme sempre diverse lo sperimento ogni giorno. E meno male che in questi casi ho  l’Ambu, l’amico fedele che dorme accanto a me.”







Nessun commento:

Posta un commento