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domenica 5 novembre 2017

LA TESTA IN MEZZO

“…al mio tre vi sveglierete…e uno… e due…e tre!....bene, bene, piano piano riprendete contatto con il vostro corpo, con la luce, con il materassino sotto di voi, con ciò che vi circonda… Allora, come è andata la vostra prima seduta di Training Autogeno? Qualcuno del gruppo vuole parlare?...Nessuno?...Ah, eccone uno che alza la mano. Dicci chi sei.”
“Mi chiamo Luca. Molto bello. Sono ancora scombussolato. La prima volta è stata meravigliosa, profonda. Lei ha un timbro di voce che mi ha rilassato molto.”
“Grazie. Che sensazioni hai provato? Le vuoi condividere con noi?”
“Dopo un paio di minuti che lei parlava pacata sono riuscito a prendere il ritmo, ero con gli occhi chiusi e immaginavo ad ogni respiro di spostare un velo. Sentivo quasi come…una assenza del mio corpo… Non so come definirla.”
“Molti dicono che percepiscono le loro estremità, mani e piedi, diventare sempre più caldi.”
“Sì sì, verissimo! Ero completamente rilassato. La seconda volta invece malgrado tutto non sono riuscito a trovare l’occhio del ciclone. Il training autogeno era iniziato bene, mi stavo abbandonando… immaginavo di correre in un viale alberato…poi ho pensato ad una barca che scivolava sul mare. E io che sprofondavo in un mare tiepido, sempre più giù e ho pensato: ma è possibile essere immersi e respirare?”
“Se non ci si mettesse la testa di mezzo, eh Luca?”
“Beh, io penso. Mi piace mettere la testa in mezzo, mi piace pensare.”
“Conosco altre persone come te, ne ho incontrate parecchie in questi anni e tutte erano affette da una grave malattia.”
“Quale?”
”La malattia del pensare. Si può guarire, ma non è facile. Tu pensi troppo ed è difficile lasciarti andare.”
“Ma io la ritengo una cosa nobile, pensare è ciò che ci rende umani.”
“Certo, ma è anche ciò che a volte ci blocca, ci impedisce di vivere una emozione nuova, come è capitato a te oggi. Il pensiero può diventare un potente nemico per la nostra vita emotiva.”
“Lei dice che si può guarire?”
“Tu riesci a NON pensare, Luca? Ti  mai capitato?”
“…Beh, una volta mi ricordo che non ho pensato per un intero minuto buono.”
“E’ un buon inizio. Quando è successo?”
“Tempo fa, quando mi sono buttato col paracadute. Volevo provare questa esperienza ma ricordo che dopo essermi buttato nel vuoto per un minuto non ho pensato a nulla. Precipitavo e basta, sentivo l’aria che mi colpiva e vedevo la terra sotto di me. Soltanto ad un certo punto ho pensato “ah ma è vero, ho l’istruttore legato alle mie spalle, sarà lui che azionerà il paracadute”. E così è stato, lo ha aperto e siamo atterrati.”
“E’ stato un minuto bello o brutto?”
“Non lo so, non pensavo a nulla. Semplicemente è stato. E’ come se la mia mente razionale si fosse fermata. E’ il ricordo più intenso che mi è rimasto di quella giornata.”
“Bene, è proprio quello che speravo di sentire. Mi hai suggerito il tema della prossima volta, il più potente nemico e altre sciocchezze.”
“Sciocchezze?”

“Sciocchezze, Luca, sciocchezze.”

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