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martedì 14 novembre 2017


LA SCOPATA D’ADDIO
“Perché non rimaniamo amici?”
“Perché ti amo, lo sai che non riuscirei mai a vederti come un’amica.”
“Ma io ci tengo a te, non voglio perderti.”
“Figurati io. Quando ti vedo mi viene voglia di stringerti e baciarti come ho fatto sempre. E non poterlo fare perché sei diventata una amica mi strazia dentro. No, non sarai mai una semplice amica per me. Ecco perché se ci lasciamo preferisco non vederti e non sentirti, soffrirei troppo.”
“Mi dispiace che ti senti così, mi dispiace tanto. Ma sai che devo andare e seguire il mio cuore.”
“Lo so, me l’hai già detto sin troppe volte. Ma io non mi sono ancora rassegnato a perderti, ci deve essere un modo, maledizione! Ci deve essere!”
“Devi capirlo, se mi vuoi vedere felice mi devi lasciare andare. La soluzione è questa.”
“No! Non posso, non voglio! Io ti amo, non sarai mai una semplice amica per me.”
“Senti e se venissi a trovarti? Come amica, si intende. Magari possiamo parlare. Se vuoi mi fermo anche a dormire, così abbiamo più tempo.”
“Cosa intendi dire?”
“Quello che ho detto.”
“Tu sai benissimo cosa succede se dormiamo insieme.”
“Accada quel che deve accadere.”
“E allora farsi la scopata d’addio? Compri la mia pace in questo modo? Guarda, non ci sto. L’ho fatta a 20 anni la scopata d’addio e dopo ho provato dentro una tale ripugnanza che già ai tempi mi sono detto basta, non l’avrei più fatta.”
“Come preferisci, ricordati però che sei stato tu a non volerlo.”
“Non mi incanti, basta! Non voglio più essere illuso, la dignità vale più di un orgasmo. Ma adesso sono solo, solo, solo!”

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