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mercoledì 8 novembre 2017

APPUNTI PER UN RACCONTO PULP… MOLTO PULP
(scritto mentre avevo la febbre, titoli provvisori: Tra il dire e il fare, Il cattivo segreto)

1° capitolo, oggi: la storia inizia con un uomo nudo che ha un delirio psicotico in una stanza piena di sangue. Si è cavato da solo un occhio e urla frasi sconnesse. E’ in pieno delirio, si accascia su una sedia. Con esperienza gli inservienti lo bloccano e lo sedano. Prima di scivolare nello stato stuporoso chiede di vedere un criminologo specifico. Lo contattano, il criminologo lo conosce, è un suo vecchio paziente di anni prima.

2° capitolo, anni prima: nella campagna lombarda, lontana da ogni centro abitato, si trovava una villa circondata dal verde. Un piccolo manicomio per gente molto matta e molto ricca. Vi sono ricoverati, nel massimo confort possibile, solo sette pazienti (tre uomini e quattro donne). Nonostante la folle compagnia, regna una dolce tranquillità. Una esperta e bella psichiatra, Maria C., dirige con mano morbida la struttura. Maria è molto amata dai pazienti e a loro riserva le cure più aggiornate.

3° capitolo: E’ inverno, nevica. Maria, che dorme in una dependance all’interno del parco della struttura, il mattino presto viene trovata dalla donna delle pulizie morta nel suo letto, strangolata da una calza di seta e con una butta ferita alla testa da cui esce sangue rappreso che aveva inondato il cuscino. La finestra è aperta ed entra un freddo terribile. Il colpevole è sicuramente uno dei sette inquilini, dato che gli infermieri, che di solito la notte sono di guardia, proprio quella notte si erano dovuti allontanare per una urgenza (trovare alibi di ferro), non ci sono impronte nella neve e la guardia al gabbiotto all’entrata non ha notato nulla di strano. Uno degli infermieri aveva una relazione di natura sessuale con Maria e quando era di turno andava a trovarla.

4° capitolo:  Nella stanza di Maria non manca nulla e gli inquirenti si orientano verso un delitto di tipo “passionale”. L’infermiere viene subito sospettato ma l’alibi è inattaccabile. Intanto i 7 pazienti reagiscono ognuno a modo loro e secondo la patologia (e la storia alle spalle) alla notizia. La loro patologia si acuisce, gli scompensi sono tanti e la struttura attraversa un periodo di crisi, i parenti ricchi dei pazienti fanno pressione perché venga scoperto al più presto il colpevole. L’autopsia rivela che la causa di morte è stato il colpo alla testa. Il magistrato preposto, vista la particolarità del caso, incarica un criminologo (quello visto all’inizio) di interrogare i sette sospettati.

5° capitoli: dagli interrogatori, confrontando le varie versioni, a poco a poco salta a galla la verità. Ognuno dei 7 aggiunge un pezzettino: Maria mentre stava compiendo il giro serale era svenuta. I 7 pazienti la circondarono e credendola già morta e temendo di essere incolpati si apprestavano a scavare la fossa per seppellirla. Ma Maria era solo svenuta e si stava risvegliando, stavano per seppellirla viva! Il down iniziò a strillare e la paranoica ordinò ai depressi di riportarla subito nel suo letto. E lì l’avevano lasciata, convinti di aver fatto pure una buona azione.

6° capitolo: non avevano però fatto i conti con la paziente alcolizzata, con la mente bruciata dall’alcool e convinta che Maria fosse la figlia che aveva abortito da ubriaca, paziente che stava di guardia. Maria si alza nella notte per andare in bagno. L’ex alcolizzata le ordina di tornare a letto e scoppia una furibonda colluttazione. Maria nella rissa riceve un colpo alla testa e questa volta veramente muore anche se alla alcolizzata sembra sia solo svenuta un’altra volta. L’aveva quindi trascinata e rimessa a letto e poi era uscita dalla finestra. Il giorno dopo la cameriera trovò Maria morta. Gli inquirenti scoprono tutto vedendo le impronte sulla neve sotto la finestra. Alla fine dell’indagine resteranno però dei misteri. La calza di seta intorno al suo collo da dove viene? Chi può avere ucciso una donna morta?

7° capitolo, oggi: Mentre ascolta il matto delirante (quello dell’inizio che si era cavato un occhio), il criminologo capisce, è stato lui. Ma come mai, sembrava il più pacifico di tutti… solo che avendo notato la tresca notturna tra l’infermiere e la psichiatra, in pieno delirio mistico aveva deciso di punirla strangolandola con il simbolo del peccato secondo lui. Dopo la rivelazione al criminologo, l’uomo con un colpo di denti si trancia la lingua e muore dissanguato.



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