APPUNTI PER UN RACCONTO PULP… MOLTO PULP
(scritto mentre avevo la febbre, titoli
provvisori: Tra il dire e il fare, Il cattivo segreto)
1° capitolo,
oggi: la storia inizia con un uomo nudo che ha un delirio psicotico in una
stanza piena di sangue. Si è cavato da solo un occhio e urla frasi sconnesse.
E’ in pieno delirio, si accascia su una sedia. Con esperienza gli inservienti
lo bloccano e lo sedano. Prima di scivolare nello stato stuporoso chiede di
vedere un criminologo specifico. Lo contattano, il criminologo lo conosce, è un
suo vecchio paziente di anni prima.
2° capitolo,
anni prima: nella campagna lombarda, lontana da ogni centro abitato, si trovava
una villa circondata dal verde. Un piccolo manicomio per gente molto matta e
molto ricca. Vi sono ricoverati, nel massimo confort possibile, solo sette
pazienti (tre uomini e quattro donne). Nonostante la folle compagnia, regna una
dolce tranquillità. Una esperta e bella psichiatra, Maria C., dirige con mano
morbida la struttura. Maria è molto amata dai pazienti e a loro riserva le cure
più aggiornate.
3° capitolo: E’
inverno, nevica. Maria, che dorme in una dependance all’interno del parco della
struttura, il mattino presto viene trovata dalla donna delle pulizie morta nel
suo letto, strangolata da una calza di seta e con una butta ferita alla testa
da cui esce sangue rappreso che aveva inondato il cuscino. La finestra è aperta
ed entra un freddo terribile. Il colpevole è sicuramente uno dei sette
inquilini, dato che gli infermieri, che di solito la notte sono di guardia,
proprio quella notte si erano dovuti allontanare per una urgenza (trovare alibi
di ferro), non ci sono impronte nella neve e la guardia al gabbiotto
all’entrata non ha notato nulla di strano. Uno degli infermieri aveva una
relazione di natura sessuale con Maria e quando era di turno andava a trovarla.
4°
capitolo: Nella stanza di Maria non manca
nulla e gli inquirenti si orientano verso un delitto di tipo “passionale”. L’infermiere
viene subito sospettato ma l’alibi è inattaccabile. Intanto i 7 pazienti
reagiscono ognuno a modo loro e secondo la patologia (e la storia alle spalle) alla
notizia. La loro patologia si acuisce, gli scompensi sono tanti e la struttura
attraversa un periodo di crisi, i parenti ricchi dei pazienti fanno pressione
perché venga scoperto al più presto il colpevole. L’autopsia rivela che la
causa di morte è stato il colpo alla testa. Il magistrato preposto, vista la
particolarità del caso, incarica un criminologo (quello visto all’inizio) di
interrogare i sette sospettati.
5° capitoli:
dagli interrogatori, confrontando le varie versioni, a poco a poco salta a
galla la verità. Ognuno dei 7 aggiunge un pezzettino: Maria mentre stava
compiendo il giro serale era svenuta. I 7 pazienti la circondarono e credendola
già morta e temendo di essere incolpati si apprestavano a scavare la fossa per
seppellirla. Ma Maria era solo svenuta e si stava risvegliando, stavano per
seppellirla viva! Il down iniziò a strillare e la paranoica ordinò ai depressi
di riportarla subito nel suo letto. E lì l’avevano lasciata, convinti di aver
fatto pure una buona azione.
6° capitolo:
non avevano però fatto i conti con la paziente alcolizzata, con la mente
bruciata dall’alcool e convinta che Maria fosse la figlia che aveva abortito da
ubriaca, paziente che stava di guardia. Maria si alza nella notte per andare in
bagno. L’ex alcolizzata le ordina di tornare a letto e scoppia una furibonda
colluttazione. Maria nella rissa riceve un colpo alla testa e questa volta
veramente muore anche se alla alcolizzata sembra sia solo svenuta un’altra
volta. L’aveva quindi trascinata e rimessa a letto e poi era uscita dalla
finestra. Il giorno dopo la cameriera trovò Maria morta. Gli inquirenti scoprono
tutto vedendo le impronte sulla neve sotto la finestra. Alla fine dell’indagine
resteranno però dei misteri. La calza di seta intorno al suo collo da dove
viene? Chi può avere ucciso una donna morta?
7° capitolo,
oggi: Mentre ascolta il matto delirante (quello dell’inizio che si era cavato
un occhio), il criminologo capisce, è stato lui. Ma come mai, sembrava il più
pacifico di tutti… solo che avendo notato la tresca notturna tra l’infermiere e
la psichiatra, in pieno delirio mistico aveva deciso di punirla strangolandola
con il simbolo del peccato secondo lui. Dopo la rivelazione al criminologo,
l’uomo con un colpo di denti si trancia la lingua e muore dissanguato.
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