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giovedì 29 giugno 2023

 LE RILETTURE

Avvertenza: post dedicato a chi ama leggere i libri. Se appartenete alla categoria, avanti così.

Ho 60 anni (ebbene sì, tempus fugit), è una vita che leggo e non so nemmeno io quanti libri ho letto in vita mia. Anzi, qualcuno l'ho riletto più volte, c'erano per esempio libri che a 20 anni mi avevano gasato lasciandomi una impressione profondissima e che ho ripreso da "adulto" nel tentativo di ritrovare antichi entusiasmi.

Sono le famose "riletture" ma nascondono un rischio, un grande rischio. E' come riascoltare dopo anni una canzone che da ragazzo ti faceva impazzire. Qualcuna ha resistito al passare del tempo ma troppe no. "Come è possibile che mi piacesse questa schifezza?". Si arriva alla amara conclusione che ero giovane ed ero pirla, abbassa la testa Luca.

Per fare un altro esempio, a volte mi è capitato di incontrare ragazze per cui a 20 anni avevo perso la testa e ho commesso follie. "Per quella lì? Ma non era manco il mio tipo! Ma cosa…?", ho pensato troppo spesso. Mi ero costruito fantasie su una persona inadeguata, adesso lo so. Il sentimento di delusione è anzi talmente costante che spesso evito di andare a incontri dove so che partecipano vecchie fiamme. La tentazione è forte ma ci rimarrei troppo male.

Ma con i libri no, dai. I libri non tradiscono. Sono eterni, sono nel cuore. Eppure anche con loro è così, Li rileggo e a volte li trovo orribili, scritti male, zeppi di banalità, digressioni inutili, descrizioni ridondanti, colpi di scena ridicoli. Soprattutto con i romanzi scritti nell'800 mi capita (non mi fate far nomi che mi comprometto).

Anzi no, uno ve lo devo dire, "Delitto e Castigo" di Dostojevsky. Premesso che io non valgo un'unghia del russo, ma questo è un romanzo che da giovane ho divorato in un weekend e che mi aveva gasato come un leone. Ho attraversato il mio periodo "Raskolnikov" e da giovane studente di filosofia ero orgoglioso quando dicevano che assomigliavo a Dostojevsky (avevo una barba da Pope russo e mi ero comperato un cappotto simile al suo). Quando negli anni '70 entravo nei salotti tutti muti, facevo la mia porca figura.

Mio Dio, cosa mi è venuta in testa l'idea di rileggerlo. Un mese e passa ci ho messo, non vedevo l'ora che finisse. Non l'ho buttato dalla finestra solo per rispetto al Luca giovane. Alcuni punti erano curati e ben scritti, ma altri proprio no. Pallosissimo. Basta, non rileggerò più nulla.

Mia zia lombarda avrebbe detto "Zuca e melòn, la soa stagiòn!". Vale a dire zucca e melone, la sua stagione = per ogni stagione della vita ci sono le gioie adatte > per cui adesso non fare il giovane, non ti conviene quando hai una certa età. Non ti illudere più che sei un giovane brigante.

(nella copertina il giovane Lewis Payne, aprile 1865, condannato a morte)

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