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giovedì 31 maggio 2018


IN PRINCIPIO

“Finalmente sei uscito dalla doccia!”
“Ci ho messo tanto? Mi ero perso in considerazioni sull’universo.”
“E non potevi perderti in un altro momento? Qui mi hai finito tutta l’acqua calda.”
“Scusa ma mi ero messo a pensare all’origine del mondo.”
“Ommadonna, non puoi pensare alla gnocca come tutti?”
“Stavo riflettendo sul fatto che nella Bibbia c’è scritto che Dio ha creato l’Universo in 7 giorni.”
“Altro che gnocca, tu ha letto troppo. Nientepopodimeno che la Genesi.”
“Lo sai che sono ateo però nella doccia mi son chiesto: ma se Dio non esiste allora questa storia dei 7 giorni da dove arriva? Non c’è che una risposta, ho concluso.”
“La gnocca!”
“Macché. E’ stata una visione, un sogno, la fantasia di un essere umano. Che anche se pensava di essere ispirato da uno spirito divino, comunque è venuta fuori da lui. E qui a momenti sotto la doccia calda a momenti svenivo per la commozione.”
“Perché?”
“Pensa, un pecoraro vissuto nel deserto, un vasaio che forse non sapeva leggere né scrivere, una donna mai uscita dal suo villaggio e che una notte immagina la creazione del cosmo, dà origine al sole e alle stelle nella sua mente e poi lo racconta agli altri, e il sogno diventa racconto, si allarga, si espande, diventa divino.”
“Si vede che il caldo gli aveva dato alla testa. A lei e a te.”
“Nel suo sogno ha compreso tutto ma proprio tutto, ha visto le tenebre e la luce, gli alberi e i grandi animali nel mare, e tutti gli animali che poi hanno camminato sulla terra.”
“E chissà come immaginava un dinosauro…”
“Questo è il bello. Manco sapeva che esistevano i dinosauri, eppure ha costruito un mondo così grande che c’era spazio anche per loro. Straordinario. Sfido che pensava quella volta di essere stato ispirato da Dio.”
“Magari aveva ragione e il tuo è solo un altro modo di bestemmiare.”
“Dici? Eppure pensando a quella persona di cui non sapremo mai il nome mi sono commosso. Il suo sogno era così forte e poetico che è ancora vivo dopo migliaia di anni. E resiste anche se sappiamo da tempo che le cose non possono essere andate così. Poi tu mi hai chiamato ed è stato come svegliarmi. Ho chiuso l’acqua e sono uscito.”
“Senti, posso dirti una cosa? Secondo me tu pensi troppo. E smollati un po’! Impara ad essere più pratico. Dai, vestiti che usciamo.”







CHI HA LA SCLEROSI PUO’ ANDARE AL RISTORANTE?

Sono stufo di stare sempre in casa, voglio uscire!
Va bene, ho la sclerosi multipla e non sono certo al massimo della forma, ma non voglio stare al chiuso. Stare in casa è bello ma non è bello stare sempre in casa.
Lo so che faccio tanta fatica. Ma adesso è arrivata l’estate, ci sono i tavolini fuori, è bello mangiare all’aria aperta. Ci sono gli amici. Perché devo rinunciare a questo piacere? No, non ci sto.

Voglio recarmi in quel ristorantino che dicono delizioso. Voglio passare una bella serata e dopo condividere l’esperienza con voi, compagni di sventura. Perché forse in questi anni qualcosa ho imparato. Poi farete come vi pare, ma intanto dico la mia. Magari a qualcuno tornerà utile o anzi aggiungerà qualcosa.

1.ANDARE IN COMPAGNIA. Sarà banale dirlo ma se voglio mangiare fuori ho visto che DEVO per forza chiedere a qualcuno di accompagnarmi. Non si scappa. Non posso fare più nulla da solo, l’imprevisto è in agguato e non è questione di paura ma di prudenza. So benissimo che basta niente. Per cui chiederò senza timore se stasera vengono fuori con me, al limite pago io (sm, quanto mi costi). Comunque grazie amici.

2.PREPARAZIONE. Anche qui, ho imparato che ho bisogno di molto preavviso per prepararmi. Parla l’esperienza. Non posso più accettare inviti all’ultimo momento. Vescica e intestino devono essere a posto e ciò non si improvvisa. Inoltre ogni volta nel pomeriggio prima schiaccio un obbligatorio e salutare pisolino. E dopo sto attento a come mi vesto, praticità e comodità innanzitutto ma senza sciatteria, dai.

3.ATTENZIONE ALLA LOCATION: il luogo è accessibile ai disabili? Quante barriere architettoniche ci sono? Ci sono scalini o lunghi corridoi da percorrere? Il pavimento è liscio? Quanto dista il parcheggio? A parole e su internet siamo tutti bravi e belli ma poi la realtà è sempre diversa. Per esperienza so che se un “normale” dice qualcosa, poi nella mia testa devo raddoppiare se non triplicare. Quanto dista il parcheggio? “E’ vicinissimo, saranno massimo 20 metri” (prepariamoci a 50). Ci sono scalini? “Pochi, due o tre”. (Scommettiamo che sono almeno 5). Non lo fanno per cattiveria, è che proprio non ci pensano. Per cui una visita preventiva sul luogo. di un amico o familiare sarebbe opportuna. Obbligatoria in ogni caso la prenotazione al tavolo più vicino all’ingresso.

4.CIBI SI’, CIBI NO. Ok siamo arrivati e mi sono seduto. Adesso bisogna ordinare. Qui il discorso è delicato e personale, dipende dai gusti, dico quello che mi riguarda. Vietati per me anche se piacciono lasagne, zuppe, crostacei da sgusciare, costate da tagliare vigorosi, robe unte (sigh), boccali colmi sino all’orlo, frutta da sbucciare… La pizza è ordinata già tagliata. Reggo poco l’alcool, meglio una lattina (non un bicchiere) di coca. Personalmente apprezzo molto da sclerato antipasti, spiedini, insalatone, dolci al cucchiaio, roba piccola e già tagliata insomma, facile da maneggiare. Anche il cibo può essere una barriera architettonica. Ogni volta che leggo il menù mi dico “questo no questo no questo no….questo potrebbe andare”. E’ un mondo difficile.

5.TOILETTE in genere sconsiglio di recarsi alla toilette in questi posti ma talvolta è necessario. Dio, se è necessario. Una mia amica in sedia a rotelle diceva sorridendo: “vediamo se superano il test, chiediamo se hanno il bagno disabili…”. La cosa per me sorprendente è che in questi anni ho visto bagni per disabili ricavati nelle zone del locale più assurde oppure usate come magazzino di bibite e tovaglie. “Tanto non ci va mai nessuno.“ Certi numeri da circo in certe toilette che ve li raccomando, peccato non avere testimoni.

6.FINALE. Come consigliavano ai vecchi attori di teatro, “non sbagliate l’uscita”. Una stupida caduta getterebbe la sua ombra su tutta la serata. Un ultimo sforzo, dosate bene le energie per tornare al parcheggio. E lasciate una mancia generosa, potrebbe tornarvi utile.
L’essere umano è un animale adattabile, e allora adattiamoci. Le difficoltà mi rallentano ma non mi possono fermare. Anzi, più impegnative sono più mi  diverto.
Uh, quanto mi diverto tutte le volte! :)




mercoledì 30 maggio 2018


PAPA’…

“Papà, voglio darti una grande notizia. Mi sposo! E ho già fissato la data della cerimonia fra tre settimane.”
“Finalmente! Splendido figlia mia, che bella notizia. Avete già avvisato i parenti di Mario? So che vogliono fare le cose in grande per il loro figliolo.”
“No papà, non mi sposo con Mario.”
“Cosa? Ma siete fidanzati da due anni! Dopo che si è laureato sposarsi per voi era solo questione di tempo. Non avevate già scelto la casa?”
“No papà, ho disdetto tutto. Io e Dimitri non ce la potremmo permettere.”
“Dimitri? E chi sarebbe?”
“Forse l’hai visto, è quel rumeno alto che sta sempre al bar.”
“Quello coi tatuaggi? Figlia mia, ma mi hanno detto che ha dei precedenti penali per spaccio! Che io sappia, è anche un tipo violento.”
“Con me è sempre stato dolcissimo. Ci siamo incontrati per caso un paio di mesi fa, ci siamo frequentati, ci siamo piaciuti e adesso abbiamo deciso di sposarci.”
“Aspetta…Oddio, adesso capisco tante cose. E Mario?”
“Capirà. Gli passerà, la vita va avanti per tutti.”
“Ma questo Dimitri che lavoro fa?”
“Si arrangia, fa dei lavoretti, vende rame. Non ha ancora un lavoro stabile. E poi deve ancora mantenere i due figli che ha avuto in Romania dalla prima moglie da cui ha divorziato. Dai papà, cerca di capire. E poi devo chiederti un favore.”
“Sono sconvolto, tesoro. La mamma lo sa?”
“Sì, si è messa a piangere, adesso è in cucina. Sai che non la sopporto quando fa così.”
“Cosa mi devi chiedere?”
“Lui è agli arresti domiciliari in questo momento per una rissa al bar. Il suo Avvocato ha detto che ha bisogno di una tua autorizzazione per uscire, in cui dichiari che conosci la situazione e che quel giorno deve sposarsi con me con rito ortodosso. Allora me la scrivi? Dimitri ha detto che ti potrebbe pure dare qualcosa in cambio.”

PRIMO FINALE
“Tesoro, sei impazzita? Vuoi rovinarti la vita?”
“Papà non fare quella faccia.”
“Non ne voglio sapere assolutamente nulla di questa storia, di questo Dimitri e dei suoi tatuaggi. Scordatelo. Dio mio, cosa diranno tutti…”
“Ma chi se ne importa degli altri. Papà, adesso ho bisogno di quella autorizzazione!”
“Non te la darò mai! Hai capito? Mai!”
“Sei sempre il solito, papà. Io voglio solo essere felice ma della mia felicità non ti è mai importato niente. Niente!”
“Te ne ho date poche quando eri piccola questa è la verità.”
“Ancora botte? Basta, voglio andarmene via da questa casa!”
“Non ti azzardare! Non permetterò che la mia unica figlia se ne vada via con un delinquente, con un avanzo di galera!”
“Ti odio, papà! Ti odio!”

SECONDO FINALE
“Tesoro, ma cosa è successo alla mia bambina?”
“Sono cresciuta, papà. E adesso voglio essere felice e so come farlo.”
“Ma i tuoi progetti di iniziare l’università?”
“Per il momento li ho messi da parte. Adesso voglio solo stare con Dimitri, solo lui, è troppo importante per me.”
“Vuoi veramente sposarlo? Lo sai che avrai una vita difficile, in cui non ti verrà perdonato nulla.”
“Lo so, ma il nostro amore sarà più forte di tutto, ne sono sicura.”
“Va bene allora, ti scriverò quel foglio. Però lasciamelo dire, non sono tanto d’accordo sulla tua scelta e temo per il futuro, mi capirai.”
“Lo so, e vorrei tanto vedervi contenti tu e la mamma.”
“Quanto ti voglio bene, figlia mia. Sarai sempre la nostra bambina.”
“Oh papà, anch’io ti amo! Ti amo!”

TERZO FINALE
“Tesoro calma, stiamo calmi e non perdiamo la testa.”
“Va bene.”
“Ragioniamo. Hai detto che questo Dimitri non ha un lavoro fisso, giusto? E tu hai appena finito il Liceo. A occhio non dovete navigare nell’oro, correggimi se sbaglio.”
“Purtroppo è così, Dimitri in questo momento si arrangia con dei lavoretti. Poi adesso che è ai domiciliari non ha più nemmeno quelli. Per cui adesso andremo a vivere in un appartamento con dei suoi connazionali, perlomeno sino a quando troverà qualcos’altro.”
“Ho capito. Senti figlia mia, ti faccio questa proposta se sei d’accordo: vi prendo una casa in affitto e vi passo anche dei soldi ogni mese, così da vivere dignitosamente.”
“Veramente? Grazie, ci risolveresti un sacco di problemi!”
“Lo faccio volentieri, non voglio che la mia bambina resti senza un tetto e senza soldi nemmeno per un giorno. Dimitri potrebbe spostare la residenza lì anche se è ai domiciliari. Provate insomma a fare un periodo di convivenza prima di sposarvi, lasciate perdere il matrimonio per ora.”
“Ne parlerò con Dimitri ma penso che sarà d’accordo, la tua offerta è molto generosa.”
“Sai che tu sei in cima ai miei pensieri bimba mia. Se poi il vostro amore durerà vi sposerete.”
“Grazie, papà! Grazie!”

(Per la cronaca: questa è una storia vera, il padre in questione optò per il terzo finale. E forse ebbe ragione a comportarsi così, perché dopo pochi mesi la figlia ritornò in casa.)




martedì 29 maggio 2018

CHE TIPO DI MALATO SEI?
1.SEI ISCRITTO ALL’AISM?
a.Da sempre
b.Mai
c.Certo, anche se…
d.Ci sto pensando
e.3-1 per la Sampdoria
2.”MI SPIACE, MA LEI HA LA SCLEROSI MULTIPLA…”
a.Ne è sicuro? Sentirò un altro parere
b.Combatterò
c.Non finirò in sedia a rotelle
d.Pianto
e.Ah sì? E lei è uno stronzo!
3.UNO SENZA PASS PARCHEGGIA NEL POSTO DISABILI
a.In galera
b.In miniera
c.Una bella riga alla macchina e gli passerà la voglia
d.Chiamo i Vigili
e.Ero uno di loro
4.QUANDO ARRIVERA’ LA CURA?
a.Prestissimo
b.Mai troppo presto
c.Mah, troppi interessi
d.Ci sarebbe già, ma non la tirano fuori
e.Sarà un futuro d’inferno
5.SCOPPIA UN LITIGIO SU INTERNET
a.Intervengo
b.Faccio da paciere
c.Guardo
d.Che due maròni
e.Sobillo
6.SENTI… EHM… MA LA SESSUALITA’?
a.Con l’età è migliorata
b.Faticosa
c.Con qualche aiuto me la cavo
d.Faccio del mio peggio
e.Oooommmm……..
7.CADE UNA STELLINA, IL TUO DESIDERIO…
a.Fammi tornare come prima
b.Bada alla mia famiglia
c.Dammi almeno la serenità
d.E’ un segreto
e.Più desideri!
8.LAVORO ED SM, UN CONNUBIO IMPOSSIBILE?
a.Bisogna darsi da fare, ma c’è più gusto
b.E’ un mondo difizile
c.L’importante è la pensione
d.Quale lavoro?
e.Sono bello dentro
9.TI ATTIZZA DI PIU’ COME FANTASIA
a.Pensione integrativa di € 5.000 al mese da dare a chi si ammala di sm. Sicuramente un incentivo a trovare la cura presto.
b. Gogna mediatica per chi parcheggia abusivo. Esporre il faccione brutto dell'abusivo al posto del telescopio in tv con sotto una scritta eloquente, il nome e l'indirizzo.
c.Dispositivo anti-G, antigravità. Un robo grande come un pacchetto di sigarette che uno si mette in tasca e che annulla la gravità della persona, che potrà volare volteggiare e roteare ogni dove.
d.Doccia orizzontale. Il tubone della risonanza magnetica riadattato e trasformato. Uno entra dentro, viene insaponato, lavato e un getto di aria calda lo asciuga tra le mille bolle blu.
e.Scarpe hovercraft con la suola magica, si sollevano di 2-3 cm dal suolo grazie all'aria compressa permettendo scivolare su qualsiasi superficie senza fatica, solo pensandoci.
10.PERCHE’ IO?
a.Ci sono varie teorie
b.Me lo meritavo
c.Mi ero stressato troppo
d.Non l’ho mai capita
e.Dio c’è, ma mi odia
11.PARLIAMO DI SOLDI
a.quali soldi?
b.governo ladro
c.risparmio come una formichina
d.li spendo tutti, di doman non c’è certezza
e.i soldi non fanno la felicità e il tempo aggiusta tutto. E come cazzate oggi siamo a posto.
11.TI PROPONGONO UNA NUOVA CURA
a.Eccomi
b.Massì, proviamo anche questa…
c.E’ il solito bisness, non cascateci
d.Posso permettermi il lusso di aspettare
e.Grazie, sto cercando di smettere
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I PROFILI
PREVALENZA RISPOSTE A: tendenza Capatosta. Hai convinzioni e idee molto forti, da vero duro non è affatto facile batterti in una discussione su questa malattia del cavolo. Sei sempre molto informato e non ti arrendi mai. Sei brillante ma ti preghiamo di una cosa: ogni tanto gusta l’arte e smollati un po’. Scendi tra noi mortali, il cazzeggio moderato fa bene a te e a chi ti circonda. Caparbio.
PREVALENZA RISPOSTE B: tendenza Guerriero. Eccolo qui, il nostro eroe. Fossero tutti come te avremmo già risolto i problemi di questa nostra povera Italia, oltre che i nostri. Dimostri pure vigore, sensibilità e buon cuore nell’affrontare i problemi. Sangue caliente e latino, che non guasta mai. Intendiamoci, la tua mannaia cade inesorabile su quelli che se ne approfittano (e purtroppo sono tanti) della nostra malattia e a volte per questo fai un po’ paura. Indistruttibile.
PREVALENZA RISPOSTE C: tendenza Serenità. Si nota che vieni da una terra generosa, nemmeno la malattia è riuscita a cambiare la tua natura interiore, fatta di buoni sentimenti e solidarietà. Sei cittadino del mondo e nel profondo. Oddio, ogni tanto esageri con il tuo politicamente corretto ma c’è di buono che te ne accorgi subito e ti dai una regolata. Sei il sale della terra, non perdere il tuo sapore. Limpido.
PREVALENZA RISPOSTE D: tendenza Cuore grande. C’è da dire una cosa di te: ti dai da fare, produci, sei un vulcano di idee, risolvi i problemi e in fondo sei un autentico romantico, anche se ti è capitata questa tegola sulla testa. Ogni tanto saluti tutti e vai a divertirti. E non è facile, te l’assicuriamo, avere questa leggerezza. Ti ammiriamo per quello che sei riuscito a combinare. Lunga vita a te, sognatore.
PREVALENZA RISPOSTE E: tendenza Cipperimerlo. Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più? Il solito. L’anarchico napoletano che pensa di essere più furbo di tutti, la fantasia al potere, e Che Guevara e blabla. Ma c’è una realtà autentica con cui fare i conti, basta sognare, rischi di spezzarti le corna. In verità infatti la malattia ti sta inchiappettando alla grande ma tu neanche te ne accorgi. La tua realtà è da poverino, ma i tuoi sogni di gloria ah come scintillano. Surreale.


lunedì 28 maggio 2018


LA PRIMA VOLTA CHE TOCCAI UN COMPUTER

Nell’aprile del 1992 partecipai ad un convegno piuttosto noioso, di cui ricorderò per sempre solo un dettaglio. In una saletta c’era un tavolo con sopra un computer, accessibile al pubblico.
Un vero computer! Ne avevo sentito tanto parlare e l’avevo visto solo in foto e nei film, ma dal vivo mai. C’era la fila, ognuno poteva stare seduto solo 10 minuti.

Aspettai il mio turno, mi sedetti davanti al monitor e lo guardai curioso. Non sapevo bene cosa fare e allora a voce alta come nei film dissi “computer, quanto fa uno più uno?”. Niente. Schermo bianco con una freccina che pulsava.
Mentre ero lì come un allocco, passò un signore coi baffi che toccò una scatolina accanto al computer (il mouse) e vidi che muovendo quella poi si muoveva la freccina sullo schermo! Ahhhh…

Sarà stato un 386, per la cronaca. Giurassico ma da quel giorno non mi sono più fermato. L’ascesa del computer nella mia vita è stata rapidissima.
L’avvento di internet è stato poi il colpo di grazia per me che sono timido e con difficoltà a muovermi, oggi mi è essenziale. Anche troppo, ora sto scrivendo da un computer. A volte ho pensato che “casa” è… dove sta il mio computer.

Mi rendo conto che qui ho solo descritto una prima volta e ce ne sarebbero altre. La prima volta che dormii fuori casa, il primo bacio d’amore, la prima volta che entrai in una discoteca, la prima volta che mi ritrovai da solo in macchina a guidare (per la cronaca: mi misi a cantare), il primo funerale, la prima volta che ho votato, la prima volta che ascoltai un CD al posto del 33 giri, la prima bolletta ricevuta da pagare, la prima volta che ho preso l’aereo, la prima volta che prelevai dal bancomat (che strano vedere i soldi che uscivano) etc etc. Tante piccole storie e la vita dopo cambia per sempre.

Dai, chiudiamola qui. Anche perché ora mi commuovo e accarezzo come un deficiente il computer qui al mio fianco. Bello scatolino mio, quante me ne hai fatte passare ma chi poteva immaginare che diventavi così importante!




sabato 26 maggio 2018

DIFFAMAZIONE

C'é una nuova moda, chiamiamola così, su Facebook e altri Social. Molti la conosceranno ma qualcuno no, giusto parlarne.

Capita talvolta nei Social di lasciarsi verbalmente andare con parole pesanti, commentando con parole poco gentili qualche post quasi provocatorio.
Non fatelo. Ìncorrerete nel reato di Diffamazione, con denuncia, processo e sicura condanna ad un risarcimento economico. 
Saranno anche 1000€ ma per un commento su facebook mi pare un po' troppo.
C'é gente che così ci sta campando addirittura. Segna i vostri nomi, fa subito intervenire la Polizia Postale e poi sono mazzi amari. 

E non solo, basta anche mettere un semplice like ad un post ingiurioso e la denuncia si estende anche a chi ha messo il like. Pagare fior di soldi per un like! Pazzesco ma é così. 
Attenti insomma a quello che pubblicate. Poi fate quello che volete ma occhio.



UN COMMENTO POLITICO
Malgrado tutte le perplessità nazionali e internazionali (oltre che personali), io dico a me stesso "lasciamoli lavorare". Le premesse di questo governo non mi piacciono a pelle molto, ma hai visto mai.
Per cento giorni,malgrado le tentazioni mi asterrò da qualsiasi commento. Poi fra tre mesi facciamo il punto. Un periodo di Luna di Miele e fiducia che, anche per altre situazioni, è doveroso concedere a tutti.


venerdì 25 maggio 2018


UNA COMBRICCOLA DI AMICI LITIGIOSI

“Allora ragazzi, amici multipli, compagni di mille battaglie, prima che Luca si svegli vi ho riuniti come tutti i giorni per decidere. oggi chi sarà il più importante tra noi? Allora, chi parla per primo?”
“Io, io voglio avere il predominio! Lo sapete che sono il più forte, ed è tutto dire.”
“Zitto Stanchezza, tu hai già avuto il comando ieri e l’altro ieri. E’ tempo di cambiare. Inoltre so che egli si è riposato, quindi è ora che qualcun altro entri in scena.”
”Uffa! Ve la farò pagare! Non si tratta così un monarca!”
“Sì sì, mandaci il conto. Allora chi è che si propone?”
“Io è un po’ che non mi faccio vivo, c’era troppa gente i giorni scorsi. Inoltre la giornata mi sembra assai propizia ai miei scopi.”
“Va bene Solitudine, ti vedo abbastanza orsa oggi, secondo me tu hai buone possibilità. Chi è però quella lì che vuole alzare la manina ma è timida e con quella faccia?”
“ Io, Tristezza. Vorrei vincere io oggi, anche insieme a Solitudine. Farebbe tanto bene alla mia autostima…”
“Sì, ultimamente ti vedevo un po’ in ribasso.”
“Statte buona Tristezza, non sei nessuno, se decido di intervenire io è finita per tutti. E ricordate che posso intervenire a sorpresa in ogni momento della giornata e rovinarvela!”
“Lo sappiamo Incontinenza che a te piace giocare e che arrivi a tradimento.”
“Quando voglio e ne sento il bisogno. Nessuno riesce a contenermi, provate a prendermi.”
“Stai buona Incontinenza, fai parlare gli altri.”
“Yaaaawn, scusate se parlo solo ora ma dopo gli sforzi di ieri oggi sento proprio che tocca a me.”
“In effetti Sonnolenza, avresti buone probabilità anche tu. Purtroppo sappiamo che Luca ha fatto scorta di caffè e Provigil.”
“Fanculo al Provigil, voglio dormire tutto il giorno. E fate stare zitto quello lì.”
“Gnà gnà gnà fofofo!”
“Zitto, Trigemino! Ma tu non stavi dormendo?”
“Gloglogro aaaaaahhhhh!”
“Trigemino guarda di parlare meglio, sennò il posto principale non te lo diamo.”
“Oddio fermi tutti, vedo doppio! Ho la nausea, fatemi passare! Devo vincere io.”
“Diplopia rispetta gli altri! Allora, possibile che non si possa decidere in pace chi sarà oggi il sintomo principale di questo cristiano?”
“Guardate, si sta svegliando e ancora non sappiamo chi comanderà oggi!”
“Come Deficit Cognitivo posso dire la mia? Fate un po’ come cazzo ve pare, tanto non mi ricorderò nulla…”
“Gnògnògnò!”
“Ho una idea! Appena Luca apre gli occhi al tre gli saltiamo tutti addosso, poi chi resta per ultimo vince.”
“D’accordo, non c’è altro modo. Al tre allora saltiamogli tutti addosso, occhio che si sta svegliando. E uno…e due…”



martedì 22 maggio 2018


UN MOMENTO DIFFICILE

E’ colpa mia. Lo so benissimo che le ore pomeridiane sono le peggiori, il mio corpo funziona a rilento dopo pranzo. Ma oggi l’impegno era troppo importante, per cui mi sono imbottito di farmaci e sono partito. Ogni tanto bisogna venire a patti con questa malattia, la sclerosi multipla, e prepararsi ad ogni eventualità. Io ti rispetto ma tu lasciami fare delle cose e vivere la mia vita.

E alla fine è andata bene, sono riuscito a fare tutto (un pranzo che aspettavo da tempo). Però guidando verso casa mi accorgo che ho sforzato troppo, ho finto una “normalità” ormai sempre più lontana. Sono stanco morto. Decisamente, appena torno mi sdraierò un paio d’ore sul letto. Letto mio, come ti voglio.

Guidando come un bradipo ubriaco (alle tre del pomeriggio) e con molta cautela arrivo sotto casa. Parcheggio nel mio posto riservato, miracolosamente libero, e mi appresto all’ultima grande avventura lasciata all’umanità, camminare dal parcheggio sin dentro casa mia. Forza.
Raccolgo le ultime energie ed esco dalla vettura. Ma per estrarre la chiave, aprire la portiera e girarmi per uscire… ci metto così tanto tempo e fatica che una vocina dentro di me avvisa “No, hai le gambe molli. Il rischio di cadere così come stai non è più un rischio ma una certezza. Poi saresti troppo stanco anche solo per rialzarti, non rischiare”.

Rientro in macchina. Il programma nella mia testolina diventa allora semplice: restare seduto e recuperare un minimo di forze per quei 50 metri che mi separano da casa mia. Piccole tragedie in corpi muti, come al solito.
Mi risistemo, appoggio la testa al poggiatesta e aspetto. Chiudo gli occhi e mi riposo. Quanto tempo ci vorrà? Non lo so. Se qualcuno mi vede fermo in macchina? Chi se ne frega.

La natura decide di darmi una mano e rinfresca l’aria. Si sentono dei rombi, arriva presto un temporale. Grossi goccioloni iniziano a bagnare il parabrezza, presto le lacrime d’acqua inondano il vetro.
Guardo il parabrezza e penso che è un momento difficile, sospeso tra due mondi. L’acquazzone finisce. Un bambino passa, mi indica alla mamma che con uno strattone lo tira via.

Un’ora ci ho messo per recuperare un minimo di forze e comunque anche così non è stato semplice rientrare a casa. Forza, ora o mai più, non posso restare tutta la vita in macchina.
Che ci vuole? Ci vuole tanto e lo sai, non fare il gradasso. Ma stringo i denti e cammino. E meno male che una vicina vedendomi arrancare con la stampella mi ha dato una mano, aprendomi gentile la portiera dell’ascensore. Grazie, sono così stanco che anche un piccolo aiuto è oro, fa la differenza.




lunedì 21 maggio 2018


DA BAMBINO PENSAVO CHE…

1.Da bambino (età prescolare) pensavo che Benito Mussolini fosse un eroe. Infatti sentivo sempre il suo nome e avevo concluso che doveva essere un eroe. Soltanto dopo sono venuto a sapere che il giudizio storico su di lui è molto più articolato.
2.Da bambino pensavo che Gesù Cristo soltanto fosse stato crocefisso nella storia, solo lui ha subito questa morte atroce e ha sofferto così tanto per salvarci dai nostri peccati etc etc. Poi ho appreso con stupore che la crocefissione era il tipo di pena capitale più comune in età romana ed era stata inflitta a molte migliaia di persone.
3.Da bambino pensavo che i bambini nascessero tutti con parto cesareo. La connessione parto-vagina la appresi dopo. Diciamo che ero parecchio inibito, educazione sessuale zero.
4.Da bambino pensavo che i negri fossero tutti selvaggi e cannibali, nei film del resto era sempre così. Un amico della mia età mi ripeteva sempre “non esistono cimiteri in Africa! Non esistono!” e questa frase mi rimbombava dentro ogni volta che dubitavo.
5.Le donne non fanno la cacca. Infatti le femmine non ne parlavano mai a differenza dei maschietti, al massimo fanno la pipì.
6.Da bambino pensavo che tutti i “froci” fossero checche e si comportassero in maniera leziosa, riconoscibile e disprezzabile. Nella adolescenza ho scoperto però che esistono anche omosessuali non checche (anzi, sono la maggioranza). “Frocio” era comunque tra noi l’insulto peggiore.
7.Soltanto i maschi dicevano parolacce, le donne erano invece esseri angelici, incapaci di azioni cattive. Questa credenza mi rendo conto che ancora non l’ho superata, anche se di donne che parlano come camionisti bulgari e agiscono con cattiveria peggio degli uomini ne ho incontrate tanterrime nella mia vita. Però sotto sotto un poco noto che mi stupisco sempre. Lucaaaa, scendi dal pero!
8.Da bambino pensavo che la religione cattolica (non cristiana, proprio la cattolica) fosse l’unica religione esistente e la Bibbia l’unico testo sacro. Le altre al massimo erano catalogate come oscuri riti pagani e formule magiche. Che sorpresa venire a sapere poi che ne esistevano anche altre magari più antiche e degne.
9.Da bambino pensavo che la “razza” bianca fosse la migliore del mondo: i negri erano selvaggi, gli orientali stupidi e gli indiani d’America sanguinari. Bene avevano anzi fatto i cowboys a portare la civiltà e la democrazia presso di loro. A proposito, gli statunitensi sono tutti alti e biondi.
10.Chi non conosce l’arte e la poesia italiana non può sapere cos’è la sensibilità e la vera bellezza. Con meraviglia ho scoperto poi che ci sono stranieri che non sanno nemmeno chi sia Dante o Leonardo ma sono ugualmente sensibili e amanti del bello.

Insomma, tanti pregiudizi -nati in me chissà come e quando-, ignoranza e relativismo culturale che solo con fatica e negli anni ho superato. So che di questi tempi alcuni punti fanno sorridere ma contate che negli anni ’60 ero solo un bambino. Penso poi che ognuno di noi da bambino “credeva” in qualcosa che poi la vita gli ha dimostrato non vero.



mercoledì 16 maggio 2018

UNA FOTO VINTAGE
Ma chi sarà mai questo bimbo paffutello seduto su un panettone più grande di lui?


lunedì 14 maggio 2018


LA PASTORALE

Quando la mattina apro gli occhi davanti a me c’è La Pastorale di Pablo Picasso, detta anche La joie de vivre. Ho fatto appendere la stampa in modo strategico, in modo che sia la prima cosa che vedo ogni mattina.

E’ un’opera surrealista del maestro spagnolo semplice e grandiosa nella sua semplicità: una festa di campagna in cui figure mitologiche suonano e danzano. I colori sono tenui, le figure comprensibili. Mi ispira molta serenità, la barca sulla sinistra mi fa pensare che tra poco partiremo. Adesso divertiamoci, dopo salperemo.
Sarà sciocco ma dopo aver visto questa immagine, che non mi stanco mai di guardare, mi alzo con un sorriso anche se è lunedì.

Non tutto ciò che ha dipinto Picasso forse è all’altezza, ma alcune opere sono veramente straordinarie e in ogni caso sono tutte riconoscibili. E questa Pastorale secondo me è una delle migliori. Non a caso è stata dipinta nel 1946, quando il mondo stava rinascendo dopo la guerra. Le figure sono nude (“sessualità e arte sono la stessa cosa” è una delle frasi più celebri dello spagnolo) ma non c’è volgarità o malizia, solo tanta gioia di vivere o, come direbbero gli inglesi, Lust for life. Che bel messaggio.

E quando torno a casa la sera e mi sdraio sul letto un attimo, solo un attimo, vedo una festa davanti e dentro me, la vita non può essere solo fatica ma, una festa favolosa: fauni, meduse e centauri che cantano e ballano, si impegnano e sono contenti e allora mi si apre il cuore.
Suvvia Luca, la vita non è così complicata.