LA DITTA DI SGOMBERI
“Buongiorno
signora, è lei che ha chiamato?”
“Si sono io.
Avete portato il camion?”
“Certo, è quello
qui fuori. Guardi.”
“Pensavo almeno a
un tir, mi sembra piccino. In casa mia ci sono troppe cose, volevo far pulizia
a fondo.”
“Non si
preoccupi, dentro la camionetta c’è tutto il necessario. Dovrebbe bastare e se
non basta ne chiamiamo un’altra. Da dove cominciamo?”
“Da dove volete.
Sa, ho compiuto 50 anni e volevo fare un po’ di spazio in casa mia. Da sola non
ce la facevo. Mi prosciugava tutte le energie.”
“Siamo qui
apposta. Ragazziii, venite su che incominciamo. Le presento i miei ragazzi, Sereno
e Libero. Son giovani, hanno braccia di ferro e sono molto determinati. Sono un
po’ inesperti, ma tanto li guido io. Signora, ma in questa casa non entra
nemmeno la luce! E’ troppo piena.”
“Guardi, ho
resistito tanto ma alla fine non ce la facevo più. Non riuscivo più a muovermi.
Se potete, iniziate a portare via questa roba ingombrante in mezzo al salotto,
è una relazione malsana che è durata sin troppi anni. Ma adesso voglio
liberarmene.”
“Ai suoi ordini.
Ci metteremo un po’ di tempo ma vedrà che daremo una bella ripulita alla sua
casa.”
“Finalmente,
grazie. Adesso fate voi. Mi spiace per il disordine.”
“Tranquilla
signora, sappiamo fare il nostro mestiere. Ogni tanto le chiederò delle
consulenze per vedere quali corpi estranei buttare e quali invece tenere. Anche
se a occhio qui bisogna eliminare un sacco di roba. Vedrà che bello vivere in
una casa sgombra, che si può pulire bene.”
”Non vedo l’ora
guardi. Ho accumulato troppi pensieri nella mia vita.”
“Ma da quanto
non si liberava delle cose?”
“Da troppo
tempo. Io poi sono una che conservavo tutto. Ma alla fine proprio non c’era più
spazio. Non riuscivo più a camminare tranquilla in casa. Troppi brutti ricordi.”
“Lo vedo. Quanta
roba: telefonate, cene d’affari, programmi noiosi, ricordi dolorosi, gente che
l’ha trattata male, litigate, delusioni sul lavoro, un diploma inutile. Quanta
amarezza nella sua vita, signora, non mi stupisce che voglia liberarsene. Ah,
non sapevo che avesse visto così tanti ospedali. Questo cassetto è pieno di
lettere…che faccio, butto via tutto?”
“Butti via,
butti via. Non mi hanno mai risposto.”
“Questi vecchi
rancori?”
“Via via, non mi
ricordo nemmeno chi devo perdonare. Ciò che è stato è stato.”
“E questo
armadio? “Errori di gioventù” mi sembra di leggere.”
“No aspetti,
quello mettiamolo da parte per il momento. Poi me lo vedo con calma.”
“Qui ci sono lacrime,
abiti strappati, tante bugie di uno a cui aveva creduto, un tipo un po’
disturbatello, uno schiaffo... Lei non ha avuto molta fortuna con gli uomini,
signora.”
“No, non molta.
Ma penso che ero io che me li sceglievo male.”
“…Senta, uno dei
ragazzi ha trovato un settore di amori sprecati, dolore inutile, giorni senza
senso. Pensavo di liberare tutto, guadagnerebbe un bel po’ di spazio.”
“Ha pensato
bene.”
“Qui c’è uno
scatolone pieno di conti e bollette con su scritto “Difficoltà economiche passate”.
Anzi, mi sa che ce ne sono tanti.”
“Li conosco, ce
la fate a buttarli via tutti? Guardate che sono molto pesanti.”
“No problem, i
miei ragazzi ci sono abituati. E nella camionetta abbiamo un tritarifiuti
apposta. A proposito…Gino, porta su l’aspiraincubi!”
“L’aspiraincubi?”
“Certo, è un
aggeggio di nostra invenzione, brevettato, che ripulisce l’aria della camera da
letto. Lei non ha idea, l’aria di certe camere è una gelatina di spiriti.”
“Quali spiriti?”
“I sogni di
tutte le notti della sua vita. I peggiori si materializzano e ritornano. Lei
non ha mai avuto la sensazione di respirare male e soffocare durante il sonno?”
“Sì, ogni
tanto.”
“Era uno di
quelli, si sedeva sul suo petto e la schiacciava. Ma adesso con l’aspiratore ce
ne sbarazziamo. Tranquilla signora, dopo potrà spalancare le finestre e far
entrare il sole in camera.”
“Speriamo. Purtroppo…”
“Va bene. Ci
pensiamo noi…Eccoli qua! Lo sapevo che c’erano.”
“Cosa?”
“I ricordi
belli.”
“Ma io non ho
ricordi belli della mia vita, è stata una vita difficile, di sacrifici.”
“Signora,
scherza? Tutti noi abbiamo dei buoni ricordi, altrimenti non saremmo
sopravvissuti. Guardi qui: una notte d’amore, il sorriso di una bambina, il
sapore di una ciliegia, una giornata sulla neve, le parole del nonno…questi li
teniamo. Ce l’ha uno scatolone?”
“Eccolo qua, bello
e resistente.”
“Questo
scatolone se lei è d’accordo lo chiamiamo “Momenti belli della mia vita”. Ce
l’ha un pennarello? Grazie. Poi lo mettiamo sotto il letto, così quando vuol
passare una bella serata lo apre e li sfoglia uno per uno.”
“Ma non è che si
rovinano poi?”
“No signora, mi
dia retta. Niente è più importante di un buon ricordo. Ognuno ha i suoi. Scaldano
il cuore e danno un senso ai giorni. Bisogna conservarli e averne cura, e
durano tutta la vita. E’ una ricchezza che le tornerà utile nei momenti
difficili.”
“Senta, mi
vergogno un po’ a chiederlo ma c’è anche un altro locale da sistemare.”
“Scommetto che è
la cantina, vero?”
“Come ha fatto a
indovinare? Sì in effetti guardi, è un tarlo che ho. E’ anni che non ci vado. Una
volta la usavo di più, ma è pienissima, ci ho messo tutte le cose più orribili.
Viene una puzza… e state attenti nello svuotarla. Forse c’è anche qualche
animale, ogni tanto sento dei rumori strani.”
“Il lavoro
sporco è il nostro mestiere signora, lasci fare a noi. Ragazzi preparatevi che
andiamo da basso, bisogna pulire la cantina!”
Roba ingombrante di cui liberarsi
RispondiEliminaCome valigia di vecchi stracci
su un vecchio binario
dimenticato dai treni
Parole di piombo
che frantumano l'anima
schiacciano il cuore
soffocano il respiro
Sì che vorresti scomparire
dissolverti nel mare
disperderti nell'aria come vapore
tornare polvere nella terra
Una lama nel cuore
ferita che non rimargina
perché certi amori
son duri a morire
Perché certi amori
entrano nelle ossa
penetrano la carne
si mischiano al sangue
Perché certi amori
ciechi e sordi
sarebbe meglio
non averli mai incontrati
Perché certi amori
son letale veleno
si dovrebbe ucciderli
prima che uccidano
Ciao Daniela, come va? Tutto bene?
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