E POI?
“Raccontami una
storia, papà, dai. Una storia!”
“Samuele, non se
ne ho tanta voglia. E poi dovresti già essere addormentato.”
“Voglio una
storia!”
“Vediamo, una
storia breve… Immagina un uomo che si chiama… si chiama… non mi viene. Com’è
che si può chiamare?”
“Samuele!”
“Sì, bel nome.
Noi però lo chiameremo Sam, d’accordo?”
“No. Sì.”
“Allora, Sam ha
preso la macchina per andare a trovare la nonna che abita in un posto lontano
lontano. A metà strada però rimane senza benzina, e la macchina si ferma.
Oddio! Il paesaggio è sconosciuto, lui l’ha attraversato in macchina tante
volte per andare dalla nonna ma non si è mai fermato lì. Non ci sono case, non
c’è niente, solo campagna. Improvvisamente Sam sente dei rintocchi di campana.
Sono fortissimi! BONG BONG BONG. E poi… e poi la storia finisce.”
“Vai avanti! Vai
avanti!”
“Non so cosa
succede.”
“Tu vai avanti
lo stesso!”
“…Allora Sam
decide di… di andare sopra una collinetta che c’è lì vicino per guardare il
panorama meglio, e magari scoprire da dove vengono i rintocchi. E quando sale
sulla collinetta… meraviglia! Vede un paesaggio stupendo davanti a lui. E’ il
paradiso! C’è un bellissimo prato grande grande, alberi fiori. Ci sono due
fiumi che si incrociano come una X, in questo grande paesaggio verde pieno di
sole. In mezzo alla X dei fiumi Sam vede una chiesetta piccolina piccolina, era
da lì che veniva il suono della campana. E poi… e poi la storia finisce.”
“Vai avanti! Ti
prego, continua.”
“Allora, uhmm…
Sam è lì che guarda lo splendido panorama, che a lui ricorda il paradiso,
quando vede un monaco venire verso di lui. E’ un monaco delle montagne, con la
tunica rossa e la zucca tutta pelata. Quando è vicino il frate lo invita a
venire nel loro tempio di monaci zen, è da tanto tempo che non ricevono una
visita. Sam segue il monaco, perché è curioso. E poi entra nella chiesa, che in
realtà è un tempio buddista. E lì… meraviglia, vede una cosa che non pensava
che ci potesse essere!”
“Cosa?”
“La chiesa fuori
era piccolina, ma dentro era grandissima! Sam non riesce a vedere la fine della
chiesa, è sterminata! E’ così alta che non si vede il soffitto. E’ piena di
statue d’oro e ci sono migliaia di monaci che stanno pregando. Eppure da fuori
sembrava così piccolina... E poi non so più andare avanti, la storia
finisce."
"No! Vai
avanti!"
"Ma non lo
so, devo inventare!"
"Inventa!"
“Mmmm… e Sam
allora vede che il monaco di prima va a chiamare il capo dei monaci. Il capo è
un vecchietto, anche lui con la testa pelata ma con occhi molto intelligenti.
E’ felice che un visitatore sia venuto a trovarli. “Sa –dice lui a Sam- nessuno
si ferma mai in questo posto, preferiscono sfrecciare con le loro macchine e
non guardano il paesaggio”. “In effetti –dice Sam un po’ imbarazzato- io mi
sono fermato solo perché sono rimasto senza benzina, altrimenti penso che
anch’io non avrei visto questo posto”: “E dove andava di così bello?”, chiede
il monaco vecchio. “Stavo andando a trovare mia nonna all’Ospizio.” “Che cos’è
l’Ospizio?”, “E’ il posto dove mettiamo i vecchi quando diventano troppo vecchi
e non li teniamo più in casa”. “Voi non amate i vecchi?”, chiede stupito il
capo monaco. “Ehm sì, li amiamo, ma noi pensiamo che stanno meglio lì che a
casa”. “Ho capito –dice il monaco fissandolo- per cui adesso deve andare a
trovare sua nonna perché non sta più in casa sua”. “Esatto, anzi se mi potesse
aiutare a trovare della benzina, una telefonata… Sa, la mia macchina è rimasta
ferma”. E allora il monaco dice… non so cosa dice.”
“Dì qualcosa tu.
Forza.”
“Il monaco
allora fa un gesto ad uno dei monacelli che stanno lì vicino. “Qui non abbiamo
benzina –dice il vecchio con gli occhi intelligenti- però abbiamo una sostanza
che penso le possa servire.” Uno dei monacelli si avvicina. Ha in mano una
bottiglia. Boh, pensa Sam, forse è lì che tengono la roba simile alla benzina.
Con il nuovo monacello, anche lui pelato e con la tunica rossa, vanno tuttiedue
verso la macchina. Sam apre il tappo del serbatoio e fa cenno al monaco che è
lì che deve mettere la benzina. Non è sicuro che lui capisca l’italiano, per
cui si esprime a gesti. Il monaco fa un sorriso di assenso, si avvicina al buco
per la benzina, apre il tappo della bottiglia e… ci parla dentro. E lì accade
un’altra cosa straordinaria.”
“Cosa? Cosa?”
“Dal collo della
bottiglia a poco a poco escono delle polverine coloratissime, che piano piano,
come se fossero animate da sole, vanno a finire dentro il serbatoio. “Ecco
–dice il monacello-, adesso il suo veicolo può ripartire”. Allora parla
italiano, pensa Sam, che dopo aggiunge “Mi scusi, ma che cos’è quella roba che
ha messo dentro?” “E’ uno speciale infuso ottenuto filtrando i mille fiori che
nascono nella montagna. Vedrà che andrà meravigliosamente, adesso.” Mah sarà,
pensa Sam, e poi la storia finisce.”
“Finisce così?”
“Sì.”
“No, vai
avanti!”
“Beh, la storia
finisce così. Che il monacello si allontana, e Sam rientra in macchina. Gira la
chiavetta e… la macchina non parte. “Diavolo! –pensa lui- ecco cosa succede a
fidarsi di quella gente. Probabilmente con quella roba mi ha rovinato anche il
motore. Gesù…” E appoggia la testa sul volante. Urla rivolto alla macchina
“Perché non parti, maledizione!” E la macchina fa un rombo. BRUM! Ellapeppa! Ma
allora va! Benissimo! Allora la polverina funzionava! E tutto contento Sam
parte di corsa. Ma dopo 100 metri…”
“Ma dopo 100
metri…”
“Si ferma. Esce
fuori dalla macchina e dice “Ma come diavolo fa a funzionare?” E allora sente
ancora la campana BONG BONG BONG. E si sveglia! Era tutto un sogno!”
“Tutto un sogno
del mondo della fantasia?”
“Certo. E
adesso, bel bambino, dormi anche tu.”
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