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venerdì 15 maggio 2015


IL CATTIVO GIOCATORE E IL BUON GIOCATORE

Esistono due tipi di giocatori nel gioco a carte del Poker, quelli buoni e quelli meno buoni. Un tipo di giocatore è quello che si fa mentalmente calcoli del tipo “se ho una coppia di fanti e sul tavolo ci sono un 8 e un 10, la percentuale di chi ha una doppia coppia è bassa a meno che qualcuno non abbia una scala che però è già uscita una mano fa, questo vuol dire che…” Etc etc. Un tipo di giocatore descritto bene da Dostojevsky, sempre in attesa spasmodica della carta buona, quella inviata dal cielo e che gli permetterà di vincere facilmente.
Questo è il cattivo giocatore, detto anche “pollo” dagli esperti, che lo riconoscono al volo e se lo spolpano piano piano. Il bello è che il “pollo” a volte manco se ne accorge e dà la colpa alla sfortuna, alla serata storta, al fatto che “stasera le carte non girano”.
E poi c’è il bravo giocatore, che invece indovina le carte che hai in mano e si regola di conseguenza. E’ inutile infatti avere in mano una scala reale se tutti mollano il colpo e ti lasciano a bocca asciutta. In compenso un tris o anche una semplice coppia può combinare sfracelli se ben gestita.
Ma come si fa ad indovinare il valore delle carte che ha in mano l’altro? Forse queste persone barano? No, non è necessario. Come ben sanno i professionisti, il corpo non mente: una esitazione, un tono di voce diverso, un gesto, una espressione rivelano molto di ciò che hai e delle tue intenzioni. Intuizione, empatia, sensibilità sono piantine che un buon giocatore alleva con cura. E contemporaneamente rimanere affabili, mantenere la grazia senza far trapelare nulla. Il corpo del tuo avversario invia tanti messaggi, saperli interpretare tutti è da grande giocatore.
Ognuno ha i suoi trucchi (che non rivela) e le sue strategie. Nel poker la fortuna non esiste e un professionista sa che per vincere dovrà metterci impegno nella lettura del comportamento dell’altro. E' ciò che rende così appassionante e coinvolgente (e pericoloso) questo gioco. E’ un lavoro mentale che implica tutti i sensi.
Insomma come scriveva Robert Stevenson, lo scrittore del Dr Jekill e Mr Hide, “nella vita non è importante avere buone carte, ma giocare al meglio quelle povere che hai”, e questo i buoni giocatori lo sanno bene.
Detto per inciso, è il motivo per cui il gioco on line è snobbato dai professionisti. Il poker su internet sta allevando una intera generazione di “polli” alla ricerca della carta buona. Gli esperti si stanno già fregando le mani. Se ti ritrovi fermo ad aspettare la carta buona non c’è niente da fare, sei un pollo.

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