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domenica 18 febbraio 2024

UN MACABRO RICORDO DI FAMIGLIA

Beh, ormai sono passati tanti anni ma da ragazzino una storia macabra legata a mio nonno Beppe mi aveva impressionato assai e ogni tanto nei sogni ritornava. Poi me ne ero scordato ma parlando oggi con mia sorella è saltata fuori questa storia da film. Ah, è vero, non me la ricordavo più…

La storia macabra (1° tempo, a metà tra l'horror e la farsa): io ero piccino, avevo 12 massimo 13 anni ed eravamo tutti al Cimitero Maggiore di Milano, si depositava nella fossa la bara di un parente, cerimonia con grandi pianti ed eterno riposo dai preti. Lo dico subito: sì, 50 anni fa i bambini assistevano anche a questi spettacoli, si imparava presto che la morte fa parte della vita. Non è come adesso, che non si vedono più funerali in giro, l'ingresso ai cimiteri è interdetto ai bimbi e la morte è diventata quasi un argomento tabù. Certo un passo avanti.

Alle esequie partecipava anche mio nonno Beppe, vecchio socialista e libero pensatore, che borbottando intanto faceva un giretto. Passeggiando in un campo libero da tombe del cimitero, dato che il giorno prima aveva piovuto forte affondò con lo scarpone fino alla caviglia nel fango. Malgrado gli sforzi non riusciva a tirare fuori il piede.

Chiese aiuto e mi ricordo vennero due omoni del cimitero con la tuta bianca (non so perché questo dettaglio me lo ricordo benissimo) che a fatica lo tirarono fuori. Mio nonno rischiò di perdere la scarpa e scherzando, disse che si era sentito come se il parente volesse trascinarlo giù con lui (pensiero che ebbi anch'io). In famiglia se ne parlò sino a Natale.

2° tempo (Pet Sematary): un anno dopo anche mio nonno morì, era molto vecchio. Venne seppellito come tanti milanesi anche lui al Maggiore e proprio in quel campo dove l'anno prima aveva rischiato di perdere la scarpa! Di nascosto controllai, era proprio quello. Incredibile. Quando me ne accertai ricordo che non ne ero affatto turbato, la vissi come una premonizione, un segnale che lì qualcosa doveva succedere, un segno del destino. Tutto si tiene.

Conclusionel'Universo mi manda in continuazione segnali, devo ricordarmi di stare attento. Magari con gli altri non ne parlo ma ci penso e faccio collegamenti. Superstizione? Certo, ecco perché non ne parlo. Tanto in quei posti ci si capisce con un'occhiata.

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