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giovedì 29 febbraio 2024

O' VULCANO

Se a Napoli vi capita di passare dalla via Francesco De Sanctis, al numero 19 c'è un portone quasi anonimo. Entrate pagate il biglietto e siete dentro la Cappella di Sansevero. sorta di piccola chiesa barocca.

Al centro vedete che c'è una piccola statua del Cristo adagiato. E' il famoso Cristo Velato, una stupefacente scultura del '700, considerata giustamente una delle statue più belle del mondo.

Quando l'ho vista non ci potevo credere. Pur essendo tutta in marmo, sembrava di vedere gli occhi di Gesù SOTTO il marmo. Ma come hanno fatto?

Uno rimarrebbe ore a contemplare questo capolavoro. Ma non è finita: in un angolo della minuscola chiesetta ci sono delle scale che vanno al piano di sotto, dove ci sono altre due statue, le orripilanti Macchine Anatomiche del Principe di Sansevero.

Due scheletri costruiti con filo e cera d'api ma su cui le leggende si sprecano, due colpevoli servitori che il Principe avrebbe trasformato in scheletri scuoiati e scarnificati

Da secoli chi visita e si commuove davanti al Cristo Velato basta che fa (letteralmente) due passi, scende e si ritrova davanti ben altro spettacolo.

Perché ne parlo? Perché Napoli è così, in lei l'orrido e il sublime convivono. Tutte le volte che in questi anni l'ho visitata ho notato questo. Non ci sono vie di mezzo, trovi l'armonia e il disordine, la bellezza massima e la bruttezza estrema.

"Un paradiso abitato dai diavoli". Se cercate la passione, quella vera che fa perdere la testa, dovete venire a visitare Napoli. "Meraviglioso!" dirà qualcuno, ma guardate che non è facile da sopportare a lungo. La gente è meravigliosa ma urla per strada, il cibo è ottimo ma c'è tanta sporcizia, il traffico è caotico anche se nessuno si fa male.

E le donne? C'è una famosa lettera dello scrittore americano John Fante del 1957 sulle donne di Napoli che le descrive benissimo, girando avevo la stessa identica impressione. La riporto, perché è troppo sincera. Per favore, non scandalizzatevi:

"Tesoro, le donne di Napoli sono dei maiali. Sono maiali grassi con dei vestiti sciatti, di solito neri, macchiati di salsa di pomodoro, urina, grasso, o dalla cacca di un bebè. I seni gli arrivano alle ginocchia, e i loro culi pendono come dei palloncini gonfi d’acqua. In realtà non camminano, si trascinano piuttosto, scivolando su dei sandali di legno o cuoio dai quali fanno capolino dieci sudice dita. Ma devo anche spiegare che sono meravigliose, ognuna ha il volto della madre di Dio e le mani contorte, incallite delle donne che hanno passato la loro vita a badare ai propri figli e ai propri uomini. Quei seni giganteschi e scesi, così grotteschi e mostruosi, confortano i bambini che piangono, e non è difficile immaginare che eccitino gli uomini."

Napoli è la città degli estremi. Non si prova neanche ad essere armonica, moderata, graziosa, delicata. E se mostra il suo lato angelico o felice è perché poi te ne mostrerà presto un altro.

Ma perché tutto questo? Perché c'è lui che domina la città, o' vulcano.

Il Vesuvio è bellissimo, fertilissimo, vicinissimo, sublime. Ma può anche cambiare, esplodere e distruggere tutto in un giorno. Cosa può significare vivere sotto un vulcano? Con questo senso di pericolo fatale perenne? In cui tutto può finire domani?

Esatto, si vivrebbe tutto intensamente. Il più intensamente possibile. Questo per me è lo spirito di Napoli, ciò che la rende così bella, così unica: sublime e orribile vanno sempre insieme, gli estremi che a braccetto girano per le strade, il massimo della bellezza e della bruttezza che convivono anche in una piccola chiesetta. Ed è qualcosa che permea in tutta la città. "Vedi Napoli e poi muori", in nessun'altra città vivrai così intensamente.

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