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venerdì 15 luglio 2022

LA FRUTTA IN MILANESE

Dato che il dialetto milanese sta piano piano sparendo, un poco come tanti altri, e dato che la cosa non so perché mi riempie di malinconia, oggi ho deciso di fare un passo indietro e vi racconto come si dicono in milanese i vari frutti, spesso con nomi molto differenti dall’italiano.

E’ stato infatti sorprendente per me notare come le parole abbiano varie origini da tutto il mondo. Ah l‘etimologia, mia vecchia passione liceale. Del resto da Milano sono passati tutti: latini, spagnoli, Napoleone, austriaci, oggi gli americani, domani i cinesi. La lingua cambia ma qualcosa a grattare bene resta, si scoprono tanti fili.

E in ogni caso sempre da lì si parte, dalla terra. Siamo tutti figli della campagna, figli mica delle stelle ma della terra (“uomo” deriva dal latino humus = terra, stessa radice di “umile”). Sono curioso, nel vostro dialetto come si dicono i vari frutti?

Arancia = narànz (dallo spagnolo naranja, a sua volta derivante dal sanscrito na-ranja = gradito all’elefante), detta anche portogallo (anche se la naranz de portugall era un tipo di arancia particolare, dolce e con molto succo)

Cedro = naranz brusc (per via del suo sapore forte)

Lampone = fambròs (francese framboise)

Albicocca = mognaga (latino armeniaca, proveniente dall ‘Armenia)

Pesca = persegh (cioé proveniente dalla Persia, anche se è originaria della Cina)

Fragola = magiuster (da majus, il mese di maggio in cui si raccolgono le fragole)

Pomodoro = tomato (origine chiaramente spagnola “tomate”, ma che a sua volta deriva dall’atzeco “jitomate” ricco d’acqua)

Ciliegia = scirega (qui non so perché)

Mela = Pomm (attenzione però: il pomm de terra era la patata, identico al nome francese)

Barbabietola = biedrava (francese betterava)

Piselli = erbion (dallo spagnolo “arveja”)

Carciofo = articioc (dal francese artichaut, a sua volta derivante dall’arabo al-khaloufa)

Ogni passaggio ha insomma lasciato tracce. Eventuali correzioni e suggerimenti saranno graditissimi.



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