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martedì 23 giugno 2020

UN BAMBINO PUO' RIFIUTARSI DI PARLARE CON UNO PSICOLOGO O GLI ASSISTENTI SOCIALI?

Certamente, anzi succede molto spesso. Talmente spesso che si è coniata una parola apposita, "mutacismo". Indica una persona che potrebbe parlare ma…non lo fa!
Ho lavorato come psicologo nel Tribunale Minorenni di Milano e non immaginate nemmeno quante volte mi sono trovato in una situazione del genere con i ragazzi. Anzi, ad essere sinceri era la norma.
Non si può obbligare nessuno a parlare, nemmeno un adulto. Figuriamoci un bambino o un adolescente rancoroso. Pensate a voi stessi quando eravate ragazzi (qui vinco facile, lo so).
Il ragazzo è spaventato, impaurito: si trova in un posto che non conosce, davanti a "grandi" che hanno un potere notevole, per parlare di cose delicate e intime. Credere che possa discuterne con leggerezza è irrealistico. Non parlare è un suo diritto anche se ha solo 8 anni.
E allora che si fa? Come "interrogare" un minorenne? Io ho elaborato negli anni una sorta di tecnica. La cosa fondamentale è una. BISOGNA CONQUISTARE LA SUA FIDUCIA. Se non c'è quella non si va da nessuna parte.
Di solito allora inizio sempre io. Spiego rapidamente al ragazzo chi sono, dove siamo, perché siamo qui. Dico chiaramente che "oggi non si decide nulla, ti faccio una sorta di intervista, scriverò quello che vuoi dirmi. La prima domanda del resto è molto semplice “ti va di rispondere a qualche domanda?” (mai nessuno dopo questa premessa ha detto no). Forse vuoi farmi tu qualche domanda?”.
Una volta un bambino mi chiese: "questo è un tribunale? E dove sono i dinosauri?". Un altro era perplesso, mi guardò e disse: "perché non hai la parrucca come nei film?" Nessun minore grazie a Dio è tenuto a sapere come funziona un Tribunale, per lui è tutto nuovo e un minimo bisogna spiegargli. Mantenete sempre il contatto visivo.
Se vedo che il ragazzo è ancora teso aspetto e parliamo di stupidate; solo quando lo "sento" pronto gli chiederò di parlarmi del fatto. Vabbè, qui raccomandare CAUTELA E RISPETTO sembra banale. State attenti, se il colloquio va male la colpa è vostra, non sua.
Alla fine lo ringrazio sempre della sua testimonianza. Questo passaggio con gli adulti si evita, ma per lui è stato un grande sforzo. Insomma, un "GRAZIE" se lo merita proprio.
Grazie bambini, mi avete insegnato molto. E non è una frase di circostanza. Questo è un mondo difficile in cui bisogna essere duri ma, come diceva Che Guevara, “senza perdere la tenerezza” e voi me lo ricordate ogni giorno.


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