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giovedì 4 giugno 2020


JUMBO

“Quando ero ragazzino e salii in piazza Ovidio sul mio primo Jumbo-tram ebbi una impressione fortissima. Mi sembrava enorme e vuoto. Era come di essere entrato nella pancia di una balena!”
“Come nella Bibbia, eri un piccolo Pinocchio, dentro la pancia del grande animale.”
“Eh sapevo bene che era un tram, chissà però come si faceva a guidare quel mastodonte. Oggi il jumbo si chiama 27, prima ancora 24 e prima ancora...12... è possibile? Ricordo che partiva da una piazzetta di viale Ungheria, dove c’era il deposito diurno di questi giganteschi tram.”
“Ma perché erano così grossi?”
“Dovevano prendere tutta la gente del quartiere e portarla al lavoro in centro a Milano. Il suo percorso era diritto: dopo la curva di viale Ungheria, lì dove c’è l’Anagrafe, si faceva tutta via Mecenate. Passava sotto i Tre Ponti, passava per 5 Giornate e davanti al Palazzo di Giustizia e poi diritta sino in piazza Fontana, dove si fermava 10 minuti a riposare.”
“Io ricordo che non l’ho mai aspettata tanto la 24, devo ammettere. Dopo la Tuella è il mezzo che forse ho preso di più. Qualche volta l’ho presa da un capolinea all’altro, una esperienza. Prima di essere gialla era arancione. Si infilava come una freccia dentro la città.“
“Ma è sempre stato un jumbo?”
“Ma no, prima...cosa c’era prima?”




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