Visualizzazioni totali

venerdì 26 giugno 2020

SOLO PER UN GIORNO, COME ANDO’?
Voi non avete idea della pressioni che nelle mie condizioni mi tocca sentire quasi ogni santo giorno. Secondo infatti le pie donne (madre, zie e compagnia cantante) che mi passano a trovare io necessito di assistenza continua. Volevano affibbiarmi un badante 7 ore tutti i giorni, sono terrorizzate che io cada e mi faccia male. No grazie.
Orbene, io SO che un giorno o l’altro mi frantumerò e che questa malattia è inesorabile. Lo so, non sarà una sorpresa. Ma nel frattempo voglio vivere il più autonomo possibile, senza nessuno che mi fiata sul collo o che mi “protegge”. So che molti non saranno d’accordo, e non c’è da andarne troppo fieri, ma per me è così.
“Sei una testa dura.”
“Se non fossi una testa dura non sarei qui adesso.” Quello che segue è il resoconto di una giornata in autonomia e solitudine da parte di uno che è in sedia a rotelle.
Come è andata oggi? Bene direi. Mi sono alzato, lavato con le salviettine umide e vestito da solo. Faccio qualche passo per andare a far pipì in bagno, la vescica mi motiva. Caffè con la macchinetta prima del computer. Apro anche la porta di casa, chiusa a chiave di notte, hai visto mai passi qualcuno.
Oggi qui a Milano è scoppiato il caldo e sapete l’effetto che ci fa, per cui vai di condizionatore. Sono molto dipendente dalla tecnologia, più che una persona normale. Arriva un pacco di Amazon, ma ci metto così tanto ad arrivare al citofono che quello va via. Ritornerà.
A mezzodì prendo una busta di prosciutto dal frigo, la apro coi denti e la mangio coi crackers. A voi sembra un misero pasto, ma mangio quello che voglio io, all’ora che voglio io e come lo voglio io. Lo so, sono un testone penso mentre mangio i cracker. Ma l’autonomia non ha prezzo, scemo che sono.
Pisolino pomeridiano, a fare un caz mi sono stancato. Stai attento nel trasbordo sedia-letto, ricordati di quella volta. Dopo il pisolo mi alzo con cautela, pipì, altro caffè, pc. Oggi ho imparato a fare le videocall e altre robette. Mi vedo un bel film “Io sono Li” e dopo scrivo, la mia passione.
All’ora di cena la tragedia: ho comperato un Saikebon (noodles liofilizzati pronti in tre minuti, mmm che bontà...) ma scopro che mi hanno lavato e messo via le forchette in un cassetto irraggiungibile! Non ci pensano che per me è l’Everest.
Ma dato che non è la prima volta che a mia insaputa mi spostano posate e bicchieri io li frego: il previdente Tartaro ha nascosto delle forchette e ne prende una. Tiè, ciapa su. Telefonate varie (ho l’orecchio rovente) ed è ora di andare a letto. Prima chiudo la porta.
E’ finita. E’ stata una buona giornata, penso con la testa sul cuscino dopo varie manovre. L’autonomia è andata bene, non sono caduto, con attenzione sono riuscito a fare quasi tutto. La settimana prossima lo rifaccio. So che domani sarà ancora più dura ma oggi è andata bene, dai. Domani è un altro giorno.

Nessun commento:

Posta un commento