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mercoledì 3 giugno 2020

QUANTO HO ROTTO I COGLIONI

Ero bravissimo, velocissimo, rumorosissimo. Riuscivo a fare cento metri camminando e roteandole sotto le gambe, dietro la schiena, cambiando mano. Ero una bestia, il più veloce del Quartiere.
La partenza era il momento più delicato, bisognava agire con un colpo preciso del polso. Avevo raggiunto un tale grado di professionismo che riuscivo a farlo con DUE mani in contemporanea.
Pronti...via! Clic clac...clic clac...clic clac clic clac clic clac clic clac!
Le palline di legno agli inizi degli anni ‘70 erano un must per gli adolescenti. Si narrava di inesperti che si erano fatti male ai polsi, di bambini finiti al Pronto Soccorso coi polsi fratturati. I ciccini si facevano la bua. Inetti che non lasciavano il giusto spazio ai professionisti, cioé muà.
Naturalmente come tutti gli invidiosi scattò la campagna demonizzatrice per ritirarli dal commercio. E ce l’hanno fatta! Le vietarono e non si trovarono più. Bastardi tutti, dovete morire male.
Erano rumorosissime. Certi pomeriggi estivi si sentivano concerti di adolescenti che si lanciavano in gare di velocità. Da una finestra aperta rispondeva un’altra finestra aperta. Clic clac...clic clac clic clac clic clac clic clac!
A ripensarci adesso, devo aver rotto parecchio i coglioni. Soprattutto se mi esercitavo alle 3 delle domeniche pomeriggio sempre qualcuno si lamentava, chissà perché. Ricordo un signore in canottiera che mi inseguì sotto il sole, insultandomi fino alla settima generazione. Scoprii quel giorno che riuscivo a fare clic clac! anche correndo. Che ganzo. Forte eh?
Il tutto durò una indimenticabile estate. Ma che ne sanno i ragazzini di oggi che giocano a play station seduti comodi sul divano di casa. I videogames sono for boys, clic clac per le strade is for men.

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