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martedì 30 giugno 2020

LA DEMOLIZIONE DELLA MADONNINA
In provincia di Pisa esiste un comune sulle mappe introvabile, il Comune di Bugliano. Ignoti buontemponi l'hanno costruito dal nulla dotandolo di una sua pagina facebook, twitter e compagnia bella, con il suo stemma e i suoi .problemi.
In poco tempo questo non-luogo è diventato "virale", come dice oggi delle cose di successo.
Il loro intento satirico da toscanacci è palese dal tenore delle notizie: "Don Enrico rimuove il crocefisso perché Gesù non era bianco!", "Abbiamo testato il nuovo etilometro del comune", "Sagra della braciola d'orso" etc etc. Incredibilmente ma c'è qualcuno che li prende sul serio.
Come nella notizia di stamane. "Demolita la cappelletta della Madonnina! I lumini accesi costavano ben 74€ l'anno all'amministrazione e non faceva più miracoli" con foto eloquenti di prima e dopo le ruspe. "Che brutto comune Bugliano!"
Orbene, il pensiero del vostro affezionatissimo corre subito ad un film in bianco e nero di Don Camillo in cui c'era una situazione analoga tra lui e Peppone. Quasi sessant'anni fa il prete della bassa padana ci aveva visto lungo con la Madonnina del Borghetto.
Guai a toccare i luoghi di culto, anche quando sono piccoli e umili.
(ecco la scena con Don Camillo e Peppone)



RINGRAZIAMENTI (ANCORA)
Come molti di voi sapranno, ho scritto un libro: Casini Clinici, la mia autobiografia come psicologo. Dato che me lo sono pubblicato non è in vendita.ma se ne volete una copia passate dai miei in via Pecorini 8/H -prima telefonate allo 02.70002854 così siete sicuri che sono in casa- che ve ne danno gioiosi una copia.
Costa 10euro, che vengono tutti devoluti in beneficenza alla Nostra Comunità, l'associazione in via Zante che si occupa dei disabili del quartiere Forlanini. In questi giorni stiamo dando la seconda tranche dei soldini e ringraziamo tutti
Ah, se non sapete a chi dare il 5x1000 pensate a loro, che ne hanno sempre bisogno. Questa la loro pagina facebook
LA NUOVA MAGLIA DELL'INTER
Disegnata con uno zigo zago post modernista che richiama il biscione, ecco la nuova maglia per la stagione imminente.
Dopo tanti anni di strisce diritte si cambia. Vero, non bisogna rimanere bloccati nel passato ma non credevo bisognasse aggiornarla. E in fondo la maglia è come la bandiera e non si cambia. Taca la bàla!

domenica 28 giugno 2020

LA CANZONE PIU' TRISTE DEI LZ
I Led Zeppelin hanno mai inciso una canzone triste, da piangere? Erano un gruppo potente, primordiale. I paladini dell'hard, il martello degli Dei . Macché canzoni tristi.
Eppure i LZ sono nati con il blues. E quando un musicista sente il blues la tristezza arriva. E in molte canzoni affiora.
Sì, gli Zep hanno registrato parecchie canzoni tristi. E dopo un pensamento le mie nomination allora sono: Baby I' gonna leave you, Since I have been loving you, All of my love, The rain song, Tangerine
Non so voi ma per me the winner is...

sabato 27 giugno 2020

CHE PROBLEMA HA VITTORIO SGARBI?
Sgarbi mi ricorda tanto un ragazzo incredibile che era nella mia scuola. Intelligentissimo, vero "primo della classe”, era anche un bulletto aggressivo noto per scherzi feroci ai danni soprattutto delle ragazze. I Professori non sapevano più come prenderlo, con le buone o con le cattive: dispiaceva a tutti vederlo così malgrado ottime qualità. Che peccato. Era in gamba ma se ne strafotteva di tutto e tutti e combinava cazzate a ripetizione.
Non è finito molto bene ma questa è un’altra storia. Torniamo a Sgarbi.
Ti dico come la penso. Come quel bulletto, fondamentalmente per me SGARBI E' UN IGNORANTE che malgrado tutta la sua “cultura” non è educato e non capisce per esempio la differenza tra un talk show, una galleria d’arte o il Parlamento. Capita ma succede: hai studiato tanto ma non hai imparato nulla.
Sgarbi è insomma la dimostrazione vivente che puoi essere colto e intelligente ma rimanere lo stesso un buzzurro. Ho conosciuto “poveri” molto più “signori”. Amici che hanno personalmente avuto a che fare con lui riferiscono che è proprio così, ovunque arriva fa il suo show e poi se ne va.
Il coglione si comporta come Hemingway, Caravaggio o Bellini pur senza averne lo spessore. Secondo te verrà ricordato come capace critico d'arte, come un politico che ha realizzato del buono o come un esagitato che alzava la voce e faceva il circo ovunque andasse? Caro il mio narcisista, vuoi essere ricordato per questo? Sarai ricordato per questo.

venerdì 26 giugno 2020

SOLO PER UN GIORNO, COME ANDO’?
Voi non avete idea della pressioni che nelle mie condizioni mi tocca sentire quasi ogni santo giorno. Secondo infatti le pie donne (madre, zie e compagnia cantante) che mi passano a trovare io necessito di assistenza continua. Volevano affibbiarmi un badante 7 ore tutti i giorni, sono terrorizzate che io cada e mi faccia male. No grazie.
Orbene, io SO che un giorno o l’altro mi frantumerò e che questa malattia è inesorabile. Lo so, non sarà una sorpresa. Ma nel frattempo voglio vivere il più autonomo possibile, senza nessuno che mi fiata sul collo o che mi “protegge”. So che molti non saranno d’accordo, e non c’è da andarne troppo fieri, ma per me è così.
“Sei una testa dura.”
“Se non fossi una testa dura non sarei qui adesso.” Quello che segue è il resoconto di una giornata in autonomia e solitudine da parte di uno che è in sedia a rotelle.
Come è andata oggi? Bene direi. Mi sono alzato, lavato con le salviettine umide e vestito da solo. Faccio qualche passo per andare a far pipì in bagno, la vescica mi motiva. Caffè con la macchinetta prima del computer. Apro anche la porta di casa, chiusa a chiave di notte, hai visto mai passi qualcuno.
Oggi qui a Milano è scoppiato il caldo e sapete l’effetto che ci fa, per cui vai di condizionatore. Sono molto dipendente dalla tecnologia, più che una persona normale. Arriva un pacco di Amazon, ma ci metto così tanto ad arrivare al citofono che quello va via. Ritornerà.
A mezzodì prendo una busta di prosciutto dal frigo, la apro coi denti e la mangio coi crackers. A voi sembra un misero pasto, ma mangio quello che voglio io, all’ora che voglio io e come lo voglio io. Lo so, sono un testone penso mentre mangio i cracker. Ma l’autonomia non ha prezzo, scemo che sono.
Pisolino pomeridiano, a fare un caz mi sono stancato. Stai attento nel trasbordo sedia-letto, ricordati di quella volta. Dopo il pisolo mi alzo con cautela, pipì, altro caffè, pc. Oggi ho imparato a fare le videocall e altre robette. Mi vedo un bel film “Io sono Li” e dopo scrivo, la mia passione.
All’ora di cena la tragedia: ho comperato un Saikebon (noodles liofilizzati pronti in tre minuti, mmm che bontà...) ma scopro che mi hanno lavato e messo via le forchette in un cassetto irraggiungibile! Non ci pensano che per me è l’Everest.
Ma dato che non è la prima volta che a mia insaputa mi spostano posate e bicchieri io li frego: il previdente Tartaro ha nascosto delle forchette e ne prende una. Tiè, ciapa su. Telefonate varie (ho l’orecchio rovente) ed è ora di andare a letto. Prima chiudo la porta.
E’ finita. E’ stata una buona giornata, penso con la testa sul cuscino dopo varie manovre. L’autonomia è andata bene, non sono caduto, con attenzione sono riuscito a fare quasi tutto. La settimana prossima lo rifaccio. So che domani sarà ancora più dura ma oggi è andata bene, dai. Domani è un altro giorno.

giovedì 25 giugno 2020


UNA LOCANDINA STORICA

Per partecipare al festival di Bath nel giugno 1970, i Led Zeppelin rifiutarono ingaggi principeschi negli USA. Erano consapevoli che rischiava di essere la Woodstock inglese e già si erano persi per un soffio quella americana.

Pur essendo un gruppo inglese, negli USA avevano già sfondato; gli mancava proprio l'Inghilterra e Bath era l'occasione giusta. La scelta fu azzeccata: il festival li consacrò come il gruppo inglese più importante, addirittura più dei Beatles.
Grande risultato e performance indimenticabile e magica, con 5 bis. Per inciso, la prima volta che eseguirono Immigrant Song dal vivo, nata solo 6 giorni prima.
Su Youtube trovate l'audio e dei (pessimi, solo spezzoni) video del concerto. L'audio vale la pena, a detta di Jimmi Page fu uno dei migliori concerti del gruppo. 


(fa sorridere nella locandina lo scarso rilievo dato ai Pink Floyd ma erano agli inizi)


martedì 23 giugno 2020

UN BAMBINO PUO' RIFIUTARSI DI PARLARE CON UNO PSICOLOGO O GLI ASSISTENTI SOCIALI?

Certamente, anzi succede molto spesso. Talmente spesso che si è coniata una parola apposita, "mutacismo". Indica una persona che potrebbe parlare ma…non lo fa!
Ho lavorato come psicologo nel Tribunale Minorenni di Milano e non immaginate nemmeno quante volte mi sono trovato in una situazione del genere con i ragazzi. Anzi, ad essere sinceri era la norma.
Non si può obbligare nessuno a parlare, nemmeno un adulto. Figuriamoci un bambino o un adolescente rancoroso. Pensate a voi stessi quando eravate ragazzi (qui vinco facile, lo so).
Il ragazzo è spaventato, impaurito: si trova in un posto che non conosce, davanti a "grandi" che hanno un potere notevole, per parlare di cose delicate e intime. Credere che possa discuterne con leggerezza è irrealistico. Non parlare è un suo diritto anche se ha solo 8 anni.
E allora che si fa? Come "interrogare" un minorenne? Io ho elaborato negli anni una sorta di tecnica. La cosa fondamentale è una. BISOGNA CONQUISTARE LA SUA FIDUCIA. Se non c'è quella non si va da nessuna parte.
Di solito allora inizio sempre io. Spiego rapidamente al ragazzo chi sono, dove siamo, perché siamo qui. Dico chiaramente che "oggi non si decide nulla, ti faccio una sorta di intervista, scriverò quello che vuoi dirmi. La prima domanda del resto è molto semplice “ti va di rispondere a qualche domanda?” (mai nessuno dopo questa premessa ha detto no). Forse vuoi farmi tu qualche domanda?”.
Una volta un bambino mi chiese: "questo è un tribunale? E dove sono i dinosauri?". Un altro era perplesso, mi guardò e disse: "perché non hai la parrucca come nei film?" Nessun minore grazie a Dio è tenuto a sapere come funziona un Tribunale, per lui è tutto nuovo e un minimo bisogna spiegargli. Mantenete sempre il contatto visivo.
Se vedo che il ragazzo è ancora teso aspetto e parliamo di stupidate; solo quando lo "sento" pronto gli chiederò di parlarmi del fatto. Vabbè, qui raccomandare CAUTELA E RISPETTO sembra banale. State attenti, se il colloquio va male la colpa è vostra, non sua.
Alla fine lo ringrazio sempre della sua testimonianza. Questo passaggio con gli adulti si evita, ma per lui è stato un grande sforzo. Insomma, un "GRAZIE" se lo merita proprio.
Grazie bambini, mi avete insegnato molto. E non è una frase di circostanza. Questo è un mondo difficile in cui bisogna essere duri ma, come diceva Che Guevara, “senza perdere la tenerezza” e voi me lo ricordate ogni giorno.


MALEDETTO COVIDINO!
“Amò, è una tragedia!”
“Che succede?”
“Le magliette non mi stanno più, son tutte ristrette! In questa Quarantena sono ingrassata!”
“Ma no dai non fare così. Poi non ti eri messa a dieta?”
“Me so’ magnata pure quella.”
“E non avevi preso le barrette dietetiche?”
“Lascia perdere va’, che per due settimane le ho mangiate alla fine di ogni pasto e non mi han fatto gnente.”
“Ehm tesoro, le dovevi mangiare AL POSTO del pasto, non alla fine.”
“Ma sei scemo? Era una barrettina piccola così, che ci facevo?”
“Comunque una spiegazione c’è, tu lo sai vero che circolavano due virus in questi mesi?”
“No, so che c’era il Covid-19. Ma non sapevo dell’altro.”
“Il suo nome è Covidino, l’hanno scoperto tardi perché non colpiva gli esseri umani ma preferiva annidarsi negli armadi dei malati di sclerosi multipla, dove si mangiava il tessuto delle magliette.”
“E perché?”
“Boh, si vede che gli piaceva così. Ecco comunque perché le magliette sembrano più strette, è stato il Covidino ad accorciarle. Tu sei sempre bellissima.”
“Grazie amò. Allora se si vede la panza è colpa del virusino.”
“Maledetto Covidino!”


"Quando un uomo fa i soldi, vorrebbe farsi tante donne. Quando una donna fa i soldi, non vuole più uomini intorno a lei."

lunedì 22 giugno 2020

CAN YOU SING IT?

Oggi mi sento così. Sarà questa estate un po' del cavolo. Per fortuna Robert aveva la vista lunga.


L'EDICOLA AL CENTRO DELL'UNIVERSO

Vi farà ridere, o espertissimi, ma ancora oggi per me è l'edicola che c'era davanti ai negozi il centro del mio vecchio quartiere, dove abitavo da ragazzo.

E dato che il mio quartiere per me era il mondo, anzi l'intero universo, si può dire che l'edicolante abitava nel centro dell'universo, da bambino tutto il cosmo ruotava intorno a lui.

Potete immaginare allora il mio sgomento quando ho recentemente scoperto che l'hanno tolta. Non c'è più nulla dove c'era quella casetta, solo dei segni arrugginiti per terra!
L'Universo aveva perso il suo baricentro e io, novello Frodo, ho sentito per un momento che dovevo partire alla ricerca del mio tesssoro.

Rassegnati Luca, i tempi cambiano. Non sono più gli anni in cui tu, bambino occhialuto, partivi da casa e attraversavi strade e giardini solo per affacciarti a lui e chiedere "E' uscito l'Uomo Ragno?"

Oggi se in quartiere uno si vuol comperare il giornale deve farsi i chilometri. Le han tutte chiuse, solo abbonamenti e on line. I vecchi artigiani sono fregati.

Ma una volta non era così, bisognava andarci di persona. E non riuscirò mai a descrivervi la gioia che ho provato il giorno che camminando ho trovato una banconota azzurra di 500 lire per terra. Sono ricco! Ricco! E adesso come li spendo?

"Oggi mi dà anche i Fantastici Quattro?"


sabato 20 giugno 2020


FORZA ALEX

Ha perso le gambe ma continuava generosamente a lottare, era un esempio per tutti noi, si era adattato, la voglia di vivere prevaleva, stringeva i denti e andava avanti, avanti.
Il recente incidente stradale (19.6.2020) ad Alex Zanardi è veramente grave. Durante una gara ha sbattuto la testa contro un tir, è in coma farmacologico. La riabilitazione sarà molto lenta. Sempre che ci sia e non faccia la fine di Schumacher, ridotto ad un vegetale. Sono giorni delicati, tra la vita e la morte.
Forza Alex.
Dentro provo un dispiacere grande, esistenziale. Una volta tanto che i disabili avevano un eroe, un modello da seguire, il destino lo strappa via. Provo dentro lo stesso sconforto che ho provato nel caso di Oscar Pistorius, il campione senza piedi con le molle, ora in carcere per omicidio.
Molto sconfortante. Non faccio in tempo ad affezionarmi a qualcuno, che mi mostra come essere felice e avere una vita piena anche se sei seriamente handicappato, che succede qualcosa di brutto. Ancora, non bastava quello che già la vita aveva preso.
Scusate, oggi vedo tutto nero. Dai, Alex, torna a sorridere.



venerdì 19 giugno 2020

AVETE DEI VIDEO VECCHI DEL QUARTIERE?
C'è bisogno di voi. Un grande bisogno.
Oggi parlando con il cameraman Maurizio Iezzi abbiamo tirato fuori un progetto, di realizzare un documentario sul vecchio Forla. E che, 50 anni di vita li vogliamo buttare via così?,
La gente da intervistare c'è, i ricordi pure, l'entusiasmo anche, tante situazioni, ma una cosa ci manca ancora. vecchi video con il quartiere sullo sfondo che risalgono al millennio scorso, in fondo solo 20 anni fa.
Possibile che non esista un video amatoriale del Palio delle Contrade, un filmino delle partitelle al campetto Ragusa, una testimonianza visiva della erigenda chiesa di San Nicolao. il video di adulti e ragazzi etc etc?
Cercate nei cassetti, scovate i tesori, vecchi video e poi contattate Luca Tartaro o Maurizio Iezzi o Monica B. Rota. Tutto può servire Dai che ne viene fuori qualcosa di bello .
Dai, dai, dai!


COME IL MARE

Essere come il mare
grande e senza fine,
ma capace di onde 
gentili e piccoline



giovedì 18 giugno 2020

Quando una è bella non c'è niente da fare.

COME SI SVEGLIANO LE PERSONE SORDE?
Tanti anni fa un ragazzo sordocieco della famosa "Lega del Filo d'Oro" mi parlò della sua vita (sì, con un lungo addestramento possono parlare anche se non sentono ciò che dicono).
Fu interessantissimo, notai che quel ragazzo non si era arreso al suo handicap così pesante ma aveva inventato mille stratagemmi. Per esempio quando doveva svegliarsi aveva collegato un cucchiaio di legno alla sveglia. All'ora stabilita il cucchiaio colpiva ritmicamente il cuscino e lui sentendo le vibrazioni si svegliava. Può sembrare una piccola cosa, ma essere autonomi dà una gioia infinita.
Altre cose disse. Una mi rimase impressa: quando quel ragazzo, sordocieco dalla nascita, riuscì a comunicare, scoprì con sorpresa che quelle cose che provava dentro (felicità, tristezza…) avevano un nome e le provavano anche gli altri.
Non c'era bisogno di molto altro per commuovermi. Non ci rendiamo nemmeno conto della fortuna che abbiamo.. Basta lamentarmi. Se non sapete a chi dare il 5x1000 loro ne hanno bisogno.

mercoledì 17 giugno 2020

PERCHE' MOLTE PERSONE CRITICANO MARA CARFAGNA?
"Chissà a chi l'ha data…" è un pensiero che (anche se non lo dicono) fanno TUTTI quando vedono una bella donna ai piani alti.
E la cosa strana ai miei occhi è che lo pensano anche le donne, che in teoria dovrebbero combattere questo tipo di ragionamento. "Ma Luchino, la cosa bella delle donne è che non conoscono invidia o malvagità".
Non c'è NESSUNO che guardandola di primo acchito pensa "certo è avvenente ma deve soprattutto avere qualità intellettuali notevoli per cui si merita veramente il posto che ha raggiunto".
Non è la prima volta che lo noto: in certi ambienti l'eccessiva bellezza diventa una sorta di handicap. Fa ridere ma è così. In Tribunale per esempio quando una Avvocata è troppo bella tutti pensano "se lo studio legale ha mandato lei vuol dire che ha ben pochi argomenti validi".
Come ho detto fa sorridere ma le cose stanno così. Per cui, cara Mara, sai bene che dovrai combattere il doppio. Forza e coraggio, sai che le scorciatoie non ti saranno perdonate.



ESISTE LA MORTE INDOLORE?
Nel sonno e alla fine di una vita operosa, come il regista Stanley Kubrick dopo che ha finito di girare il suo ultimo film?

martedì 16 giugno 2020


DISAPPUNTO

Cosa prova una persona che sta per uccidere quando dall'alto gli ordinano di fermarsi?
Sollievo, come Abramo quando stava per sacrificare Isacco?
Il regista Quentin Tarantino la pensa diversamente. Oramai ero riuscito a farti entrare nell'ottica, caro spettatore.

IL LATO POSITIVO

Mi sembra, ma potrei sbagliarmi, che oggigiorno si sentano di più i Led Zeppelin nelle colonne sonore de film rispetto ad una volta, quando le liberatorie si contavano sulle dita di una mano monca.
Sempre molto curate ma comunque dosate, le canzoni dei LZ sottolineano momenti non banali.

Come in questo film del 2012, Il Lato Positivo, dove "What is and what never should be" diventa il sottofondo di quando il protagonista dà fuori di matto e mena suo padre (un sempre acuto Robert de Niro).

Domanda: cosa lega "What is" alla pazzia? Forse il suo andamento che alterna per tutta la canzone sogno e crudezza, forse il testo irreale, forse l'assolo spaziale...non lo so, solo che la canzone è perfetta.
LE CALZE ELASTICHE

Forse qualcuno di voi si ricorderà, tempo addietro mi ero lamentato dello zampone che mi era venuto a furia di star fermo. Grazie cari, siete stati prodighi di consigli che ho adottato.
Oggi ho visto la mia dottoressa che ha ascoltato annuendo quanto avevo messo in opera: mezza aspirina la mattina, cuscini sotto i piedi, poco sale, bere e pisciare sempre, stare al fresco, muovermi (lo so, è una parola....50 passi al giorno bastano?), ginnastica passiva, mangiare poco ma spesso.
Mi ha prescritto un ecodoppler venoso per scongiurare la presenza di trombi (tiè!) e soprattutto mi ha raccomandato di mettere le calze elastiche e contenitive per aiutare la circolazione..
Non capisco come delle calze strette possano favorire il flusso sanguigno ma mi fido.Una soluzione però porta ad altri problemi per cui chiedo a voi, o espertissimi.
Quanto costano? Quanto durano? Che marche prendere? Occorrono due mani robuste per metterle? Si tengono su sempre? Tutto il dì? Come si lavano? Perché sono considerate poco eleganti? Danno fastidio? Ditemi tutto


LUCHINO
Mi rifaccio ad uno scritto dell'amica Veronica, che tutti chiamano Valeria e lei giustamente si chiede perché.
Che dovrei dire io che è una vita che mi chiamano con l'odioso Luchno? Va bene, non sono altissimo (1.70) ma nemmeno un nanetto.
E se da piccolo potevo anche capirlo, ora che ho più di 50 anni no, ecchecavolo. Sono Luca, non Luchino!
Alla fine, davanti a gente che quando lo dicevo mi guardava stranita, mi sono arreso e sono passato dalla loro parte. La password per il mio computer è "Luchino". E andate a fare in culo.

lunedì 15 giugno 2020

LUIGI SPAGNOL
Questo signore che vedete nella foto, morto in questi giorni a 59 anni, si chiamava Luigi Spagnol. Era un editore piuttosto famoso a Milano, figlio a sua volta di un altro editore. Buon sangue non mente.
Era attivissimo nel campo dell'editoria per ragazzi, fu lui per esempio che portò in Italia la saga di Harry Potter
Ne parlo perché alla fine degli anni '70 fu il mio compagno di banco al liceo Berchet di Milano. Era già un ragazzo molto intelligente e coltissimo, amava firmarsi Aloisius (Luigi in latino).
E non solo era bravo nelle materie umanistiche: ricordo quando mi dava ripetizioni di matematica in casa sua, una ricca e grande casa borghese nel centro di Milano. Era veramente molto gentile, non faceva affatto pesare (come avrebbero fatto tanti altri, vi assicuro) la sua differenza di classe. Anche nella sua famiglia erano signori, nel vero senso della parola.
Ciao, Aloisius


UNA STORIELLA SUGLI AVVOCATI
Passeggiando sulla spiaggia, un uomo trovò una lampada. La strofinò ed uscì il Genio. Lui lo guardò e disse:
"Finalmente libero! Dimmi ciò che vuoi, posso esaudire tre tuoi desideri."
"Allora per prima cosa.. voglio un mondo senza Avvocati!"
"Desiderio esaudito. Ti informo che ne non hai più."
"Ma avevi detto tre desideri!"
"Fammi causa."

domenica 14 giugno 2020

DRIIN! DRIIIN! DRIIIINN!!!

"....mmmmsì? Chi è?"
"Amò sono io, ti ho svegliato?"
"Sì."
"Volevo dirti che ho saputo che in tutta Italia TIM non funziona!"
"Ma io ho Fastweb..."
"Ah già non ci avevo pensato. Allora scusa, rimettiti a dormire."
"Cioé, tu mi hai svegliato domenica mattina per dirmi che Tim non funziona quando uso Fastweb?"
"Amò non sei contento? Vuol dire che penso a te. Dormi, dai."





sabato 13 giugno 2020



CI SONO PAROLE IN ITALIANO INTRADUCIBILI IN INGLESE?

Ho un cognato inglese e lungo gli anni mi sono accorto di alcune differenze.

Ce ne sono tante di parole italiane intraducibili, per esempio una è "gattara". Bisogna sempre usare lunghe frasi del tipo "woman who loves cats and…", che lasciano sempre interdetti gli albionici. Eppure di gatti loro ne hanno e immagino anche gattare. Mah.
Ma questo è solo un problema linguistico. In realtà ciò che è veramente incomprensibile per un inglese della lingua italiana è il linguaggio dei segni. A loro fa ridere ma ammettono di non capirci niente.
Mi spiego. Anche l'inglese che sa un italiano perfetto dirà immobile e senza accento "che cosa vuoi?". L'italiano invece, oltre alla frase, userà il noto gesto con la mano a dita unite.
Addirittura si può usare il gesto senza dire verbalmente nulla e l'interlocutore capirà lo stesso. Noi italiani ci siamo abituati sin da piccoli e lo troviamo naturale ma questo lascia l'inglese senza fiato, perché nella sua cultura il salto dal verbale al gestuale semplicemente non esiste. Anzi, è sconveniente muoversi quando si parla.
Un esempio. Un bambino italiano ci riuscirebbe, anzi non capirebbe dove sta la difficoltà. Ma chiedete ad un inglese di eseguire il seguente dialogo senza usare parole. Si metterà a ridere e dirà che è impossibile.
"Ciao, come stai?"
"Mah, non molto bene."
"Che cosa c'è?"
"Non dormo."
"Secondo me tu sei un poco matto. Cosa c'è, sei ancora preoccupato perché non hai soldi?"
"Sì, mi raccomando non dirlo a nessuno."
"Mah non ti capisco. Comunque stai tranquillo."
"Grazie."


mercoledì 10 giugno 2020

QUELLA VOLTA CHE NEIL YOUNG CI SALVO’ IL CULO
Per la serie: momenti top nei concerti che ho vissuto.
E questo l’ho vissuto veramente, sin da quando a inizio 1987 udii la grande notizia “Hai sentito? Forse Neil Young farà un concerto gratis a Milano!”. Entrai in una sorta di trance mistica. C’era da capirmi, avevo imparato a suonare la chitarra per imitarlo, avevo il suo poster sopra il letto, conoscevo le canzoni a memoria. Per me Neil Young era come per un fedele vedere Gesù schiodato dalla croce.
Per cui la sera del 6 maggio fui tra i primi ad entrare al Palatenda, enorme capannone da 10.000 posti all’epoca ribattezzato Palatrussardi (tranquilli, quel nome durò poco).
Mentre mi avvicinavo al Palatenda notai un fatto insolito. Forse attirati dalla bella stagione, dal nome o dalla gratuità dell’evento, accorrevano a frotte giovani di una razza che da anni non vedevo in giro:hippie, freak, “zecche”, capelloni, sconvolti barbuti in sandali, donne coi coi fiori nei capelli e camicioni. Non era più un semplice concerto, rischiava di diventare la nostra mini Woodstock, 3 ore di pace, canne e musica. Bravi ragazzi, dentro siamo sempre gli stessi.
Neil Young, accolto con un boato, iniziò a snocciolare le perle acustiche del suo repertorio: Helpless, After the goldrush, The needle and the damage done, Thrasher etc; chi conosce queste delizie capisce la gioia che stavamo provando.
Solo che... gli anni erano passati, non eravamo più nei mitici anni ‘60, in mezzo in Italia c’erano stati gli anni di piombo. Il terrorismo, la contestazione, le bombe etc. Un gruppo di persone (non fatemi commentare che mi comprometto) iniziò a far casino fuori dal tendone e a protestare, la Polizia rispose con cariche, lacrimogeni e la guerriglia esplose.
Presto un fumo bianco iniziò ad invadere la platea e si sentiva un rumore minaccioso provenire da fuori. Il concerto venne interrotto, fu un momento in cui poteva capitare di tutto. Che fare? Un’ondata di paura percorse il pubblico stipatissimo. Se scoppiava il panico finivamo tutti calpestati.
E fu allora che Neil Young dimostrò di avere i coglioni. Poteva fregarsene e andar via, abbandonandoci al nostro destino, ma decise di reagire. Dopo avere parlato qualche secondo col manager tornò in mezzo al palco, imbracciò la chitarra elettrica e sparò una schitarrata mostruosa.
Iniziò una versione di Mr Soul allo spasimo con tutta la band che lo seguiva. E dopo My my hey hey, Like an hurricane e tutto il repertorio elettrico più teso che gli veniva in mente, senza un attimo di interruzione. Il pubblico lo seguì subito in delirio, dimenticando tutto e concentrandosi su di lui.
Niente mi toglie dalla testa che se non c’era quell’uomo, quella sera poteva finire molto male.
“L’odio era una leggenda, non si conosceva la guerra
Il popolo sollevava grandi pietre, morendo lungo le strade,
trasportandole dalle pianure con le mani nude,
ma hanno innalzato quello che non riusciamo a fare ancora oggi”
(Cortez the killer)