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domenica 21 gennaio 2018

(Vi ripropongo la prima parte condensata di qualcosa che non tutti conoscono, una mia avventura accaduta quando già la sclerosi multipla era avanti. La malattia non ci deve fermare. E' domenica, mettetevi comodi per leggere.)


REALIZZARE UN SOGNO
Tigri siberiane in amore! Foreste incendiate dal sole! Cavalieri mongoli che fanno le gare col treno! Le donne di Ulan Bator nei loro costumi! Le cerimonie degli sciamani! Vedere la Muraglia Cinese dal finestrino! Il cielo stellato della Cina! Prendere un tè all'aeroporto di Pechino mentre aspetto l'aereo per l'Italia!
Questa estate voglio realizzare uno dei miei sogni di bambino, viaggiare sulla Transiberiana, il treno che va da Mosca a Pechino. Lo so che nelle mie delicate condizioni di salute è quasi una pazzia, ma adesso o mai più, tra qualche anno potrebbe essere troppo tardi. Per rendere ragionevole questa pazzia mi faccio accompagnare da mio figlio Giacomo (21 anni) e mio nipote Benjamin (20 anni). Loro mi scarrozzano e io pago il biglietto.

Detto per inciso, ho tutti contro. Genitori, amici, parenti, anche la agenzia stessa. Non sono paesi per disabili. Tutti esprimono una malcelata sfiducia nel sentire il mio progetto, partire da Milano, volare a Mosca e poi viaggiare per più di 10.000 km in treno attraverso l'Asia toccando tre capitali, Mosca (Russia) Ulan Bator (Mongolia) e Pechino (Cina). E tornare a casa, stavolta volando.

Sarò accompagnato dai due baldi giovani, ma per tutti non basta: nelle mie condizioni di malato di sclerosi multipla... praticamente in sedia a rotelle... con una autonomia limitata nel camminare di pochi metri... e se succede qualcosa? Io ho cercato di programmare tutto il possibile ma più che una avventura a molti scetticissimi sembra quasi un malcelato tentativo di suicidio. Non fa niente, io voglio vedere il mondo e si vive una volta sola (e la sclerosi voleva togliermi anche questa vita). Erano anni che sognavo di prendere questo treno.
E se cercavo l'avventura, ho imparato che questa inizia ancora prima di avanzare materialmente di un passo: ho dovuto risolvere una marea di questioni burocratiche. Sono tre paesi comunisti dove la burocrazia è pesantissima e richiede particolareggiati moduli e garanzie.

Le incognite restano tante. Come sono i bagni sui treni russi (aò ne parlasse uno)? Come farò se il vagone ristorante è troppo lontano? Come reagiranno le mie gambe dopo tanti giorni di treno? Come reagirà insomma il mio corpo? Come faremo con la lingua?
Queste però sono fisime. Realizzare un sogno può essere quasi un dovere e in fondo resta piacevole. Volevo l'avventura? Eccola qua. Non è come avevi immaginato? Oh poverino, dovrai adattarti.

Il volo per Mosca è andato liscio. Ho pure superato indenne senza sbrodolamenti il difficile test "pasto in aereo in spazi ristrettissimi". Atterriamo all'aeroporto Sheremetyevo e quando sono uscito dall'aeroporto, ho avuto il mio primo contatto con Mosca e… sono rimasto senza fiato, non ho mai visto un cielo così bianco.
Mi sentivo spaesato, non sono mai stato così lontano da casa. Ma poi penso ai due ragazzi che fanno affidamento su di me e mi ripiglio, mi devo ripigliare non posso lasciarmi andare.

(fine prima parte)

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