IL DESTINO DI FRIDA
“Ciao Frida,
come stai oggi? Stanotte sei riuscita a dormire?”
“Oh ciao Leroy,
grazie che sei venuto a trovarmi. Meno male che posso parlare con te.”
“Se non ci
aiutiamo tra noi malatini…allora, stanotte hai dormito?”
“Non molto, ho
dei dolori terribili che non mi han fatto chiudere occhio.”
“Non pensavo che
la sclerosi multipla fosse anche così dolorosa. Pensavo la togliesse la
sensibilità.”
“Caro Leroy, a
furia di stare in sedia a rotelle assumendo pose sgraziate è il minimo e lo sai
che con me la malattia è stata cattiva. Oggi sono praticamente immobilizzata dai
dolori a letto. Tanto per non farmi mancare nulla, poi ieri ho scoperto che la
Nisidina era finita. Ed è l’unica che mi funziona per i dolori. Si vede che l’ha
usata mia figlia.”
“Se me lo dicevi
prima oggi passavo a prendertela prima di venire qui!”
“E dove andavi? Oggi
tutte le farmacie son chiuse. Tranquillo comunque, ho chiesto alla vicina che
mi ha dato delle aspirine. Meglio che niente.”
“Meno male
Frida.”
“Una volta non
era così, facevo tutto da sola. Ero così orgogliosa. Come mi secca chiedere
aiuto. Ma ho imparato anche questo.”
“Allora c’è qualcuno
che ti aiuta, Frida.”
“Poco, Leroy, non
ti illudere. Ieri…ieri mio figlio a momenti mi imboccava. Ti rendi conto?
Dovrebbe essere il contrario! Non ce la faccio più, non ce la faccio più… (piange,
poi rialza la testa) Sto seriamente pensando ad una cosa.”
“Frida, non
voglio sentire stupidate.”
“Tranquillo, Leroy,
è qualcosa a cui pensavo da tempo. Non voglio più essere di peso a nessuno. Ho
deciso di andare in una Casa di Riposo, almeno lì sarò seguita.”
“E questa casa?”
“Non so, forse
la vendo, così con i soldi mi pago la degenza. Mi sono già informata, ci sono
un paio di cliniche qui vicino.”
“Pensaci bene,
Frida, poi non si torna indietro. E’ un salto nel buio.”
“Che mi sarei
francamente evitata. Ma non voglio più stare sola.”
“E poi sei
troppo giovane ancora, hai compiuto da poco 50 anni.”
“Ma è da 25 che
sono malata, e anche tu vedi come son ridotta. Dipendo da tutti per tutto. L’unica
cosa che mi funziona ancora bene è il cervello, ma per quanto?”
“Io spero a
lungo, a lunghissimo, Frida.”
“Sai a cosa ho
pensato stanotte? Non hai anche tu l’impressione
di un eccesso di sfortuna? Un po’ è normale, nessuno pretende una vita senza il
minimo problema, ma qui si esagera. C’è qualcosa che non va.”
“Mi sembra la
nuvoletta di Fantozzi!”
“Quasi. Ma quello
che non capisco è perché devo soffrire così tanto. Eppure non mi sembra di
essere una persona cattiva. Leroy, ti sembro cattiva?”
“No Frida, non lo
sei.”
“E allora
perché? Perché Dio si accanisce su di me? Lo so che non sono la sua figlia
prediletta ma cosa gli ho fatto?”
“Meglio non farsi
certe domande, cara.”
“Hai paura anche
tu della risposta, eh? E comunque io non mi arrendo, voglio combattere questo
destino.”
“Lo so, sei una tosta tu. Hai la grinta.”
“Questa malattia
mi ha fatto venire due palle così. Ma ormai sono troppo stanca. Sono così
stanca di tutto questo...”
“Oh Frida, Frida…è
questo il nostro destino?”
“Non so se è il
destino di tutti, sicuramente è il mio. Indosserò la mia collana di spine e poi..
e poi lo guarderò in faccia.”
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