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domenica 7 gennaio 2018

IL DESTINO DI FRIDA

“Ciao Frida, come stai oggi? Stanotte sei riuscita a dormire?”
“Oh ciao Leroy, grazie che sei venuto a trovarmi. Meno male che posso parlare con te.”
“Se non ci aiutiamo tra noi malatini…allora, stanotte hai dormito?”
“Non molto, ho dei dolori terribili che non mi han fatto chiudere occhio.”
“Non pensavo che la sclerosi multipla fosse anche così dolorosa. Pensavo la togliesse la sensibilità.”
“Caro Leroy, a furia di stare in sedia a rotelle assumendo pose sgraziate è il minimo e lo sai che con me la malattia è stata cattiva. Oggi sono praticamente immobilizzata dai dolori a letto. Tanto per non farmi mancare nulla, poi ieri ho scoperto che la Nisidina era finita. Ed è l’unica che mi funziona per i dolori. Si vede che l’ha usata mia figlia.”
“Se me lo dicevi prima oggi passavo a prendertela prima di venire qui!”
“E dove andavi? Oggi tutte le farmacie son chiuse. Tranquillo comunque, ho chiesto alla vicina che mi ha dato delle aspirine. Meglio che niente.”
“Meno male Frida.”
“Una volta non era così, facevo tutto da sola. Ero così orgogliosa. Come mi secca chiedere aiuto. Ma ho imparato anche questo.”
“Allora c’è qualcuno che ti aiuta, Frida.”
“Poco, Leroy, non ti illudere. Ieri…ieri mio figlio a momenti mi imboccava. Ti rendi conto? Dovrebbe essere il contrario! Non ce la faccio più, non ce la faccio più… (piange, poi rialza la testa) Sto seriamente pensando ad una cosa.”
“Frida, non voglio sentire stupidate.”
“Tranquillo, Leroy, è qualcosa a cui pensavo da tempo. Non voglio più essere di peso a nessuno. Ho deciso di andare in una Casa di Riposo, almeno lì sarò seguita.”
“E questa casa?”
“Non so, forse la vendo, così con i soldi mi pago la degenza. Mi sono già informata, ci sono un paio di cliniche qui vicino.”
“Pensaci bene, Frida, poi non si torna indietro. E’ un salto nel buio.”
“Che mi sarei francamente evitata. Ma non voglio più stare sola.”
“E poi sei troppo giovane ancora, hai compiuto da poco 50 anni.”
“Ma è da 25 che sono malata, e anche tu vedi come son ridotta. Dipendo da tutti per tutto. L’unica cosa che mi funziona ancora bene è il cervello, ma per quanto?”
“Io spero a lungo, a lunghissimo, Frida.”
“Sai a cosa ho pensato stanotte? Non  hai anche tu l’impressione di un eccesso di sfortuna? Un po’ è normale, nessuno pretende una vita senza il minimo problema, ma qui si esagera. C’è qualcosa che non va.”
“Mi sembra la nuvoletta di Fantozzi!”
“Quasi. Ma quello che non capisco è perché devo soffrire così tanto. Eppure non mi sembra di essere una persona cattiva. Leroy, ti sembro cattiva?”
“No Frida, non lo sei.”
“E allora perché? Perché Dio si accanisce su di me? Lo so che non sono la sua figlia prediletta ma cosa gli ho fatto?”
“Meglio non farsi certe domande, cara.”
“Hai paura anche tu della risposta, eh? E comunque io non mi arrendo, voglio combattere questo destino.”
“Lo so, sei una  tosta tu. Hai la grinta.”
“Questa malattia mi ha fatto venire due palle così. Ma ormai sono troppo stanca. Sono così stanca di tutto questo...”
“Oh Frida, Frida…è questo il nostro destino?”

“Non so se è il destino di tutti, sicuramente è il mio. Indosserò la mia collana di spine e poi.. e poi lo guarderò in faccia.”

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