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martedì 16 gennaio 2018


HITLER IS DEAD!

Questa storia mi ha fatto molto pensare.
L’inizio però non è stato dei più allegri: Maureen, la vecchissima suocera inglese di mia sorella, soffre del morbo di Alzheimer e vive in un verde ospizio del Sussex, insieme a tanti come lei. Ogni settimana mia sorella e suo marito la vanno a trovare anche se lei da tempo non li riconosce più.

E’ infatti inevitabile il destino mentale di questi anziani, ancora non si è trovata una cura: con questo male perdono loro tutti i ricordi. Finiscono presto le loro giornate immobili, accuditi in tutto. Qualcuno ritorna come bambino e accarezza sempre un pupazzo di stoffa, unico contatto affettivo col mondo. Non mi dilungo, avete presente.

Ogni settimana un gruppo di volontari si reca nell’istituto per uno spettacolino di musica e cabaret nella speranza di portare un poco di movimento, come fanno tanti bravi giovani nel mondo. Essendo il materiale umano a disposizione non dei migliori, malgrado le buone intenzioni gli show vengono fuori sempre un poco artificiali, con una allegria quasi finta. Beh, almeno loro ci hanno provato.

Orbene, un giorno uno di questi ragazzi durante un intervallo si mise a fischiettare una marcetta della Seconda Guerra Mondiale e notò con stupore che alcuni vecchietti, di solito attivi come statue, lo seguivano e canticchiavano pure loro. Miracolo!
I volontari intuirono cosa era successo e in poco tempo vennero rispolverate vecchie canzoni di guerra. Niente smuove il cuore come la musica ma, e non me l’aspettavo, niente smuove anche la mente con una tale forza.

Ogni settimana adesso sembra di assistere ad una riunione di vecchi commilitoni e pure le donne partecipano con entusiasmo allo show. Maureen stessa si sveglia dal suo torpore, ritorna ragazza e canta. Canta tutte le parole! E non riconosce suo figlio! Che mistero è la mente umana.

Tutti cantano a squarciagola canzoni che per noi italiani sono perfette sconosciute: Washing on the Siegfried Line, There’ll always be an England, la strappalacrime When we’ll meet again, It’s a long way to Tipperary (forse l’unica che conosco pure io, quella cantata da Snoopy), Der Fuehrer’s Face. Ah, niente rende più vivi che avere un nemico.

Il culmine dello spettacolo arriva alla fine quando un giovane tenente irrompe sul palco e grida: “Hitler is dead!”.
A quelle parole i vecchietti esplodono in un boato, esultano e si abbracciano. Gli infermieri fanno fatica a contenerli, sembra di essere a Londra nel 1945 durante la Parata della Vittoria.
E moltissimi di loro passeranno il resto della settimana catatonici a letto, in stato stuporoso e senza riconoscere nemmeno la loro faccia quando passano davanti allo specchio (negli ospizi gli specchi sono stati del resto levati tutti).

Insomma, questa storia fa capire che in fondo al mio di cuore si trova qualche canzone e quando toccherà a me diventare vecchio e rincoglionito (manca poco, a proposito ho già il mio pupazzo) basterà canticchiarmela per rendermi felice.
Quali canzoni? Scavando dentro i ricordi ho scoperto che… vabbè, ognuno di noi avrà le sue personali, certo diverse dalle canzoni di guerra inglesi anni ‘40. Non sottovalutate la musica.



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